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martedì 19 novembre 2024

RAVEN SAD - "Polar Human Circle"- Commento di Luca Paoli

 


RAVEN SAD

Polar Human Circle

AMS Records | BTF Vinyl Magic

7 tracce - 56.36 min.

Edizione cd papersleeve

Di Luca Paoli

 

I Raven Sad, band italiana di progressive rock con influenze psichedeliche, raggiungono il traguardo del quinto album in studio con Polar Human Circle. Questo nuovo lavoro non solo conferma la qualità delle loro precedenti produzioni, ma rivela anche una maturità artistica che li posiziona tra le realtà più interessanti del nuovo prog italiano ed internazionale.

La band impegnata nell’opera vede Samuele Santanna alle chitarre, Marco Geri al basso, Fabrizio Trinci alle tastiere e voci, Francesco Carnesecchi alla batteria e Gabriele Marconcini alla voce solista. Ad aiutarli troviamo anche Morgana Bartolomei ai cori, Andrea Benassai al pianoforte Alessandro Drovandi alla tromba e Karoline Gierymski speaker.

La band di Santanna qui sfiora la perfezione, se non la raggiunge pienamente, proponendo un progressive rock moderno, ricco di idee e suonato in modo impeccabile.

Le liriche, cantate in inglese, ruotano attorno al tema del lato sociologico dell’essere umano, con gli autori che esprimono una speranza nella salvezza dell’umanità, oggi incamminata su un percorso quantomeno preoccupante.

Quindi l’attualità dei testi si sposa perfettamente con quella della musica che, partendo, dal prog dei Pink Floyd, Genesis, Marillion e Porcupine Trees (solo per fare qualche esempio) arriva, in modo molto personale ai giorni nostri.

La melodia regna sovrana in ogni brano, caratterizzando il lavoro in modo estremamente personale, grazie anche agli ottimi arrangiamenti e alla notevole perizia tecnica dei musicisti.

Un disco che va assaporato con la giusta tranquillità, seguendo tutte le tracce dalla prima all’ultima così da entrare meglio nel mondo dei Raven Sad.

Vi assicuro che non ci si annoia; al contrario, ci si innamora del lavoro delle tastiere, della chitarra, che si distingue con assoli irresistibili senza mai eccedere, e della sezione ritmica, precisa e versatile.

Se dovessi scegliere delle tracce tra le sette presenti, menzionerei “Andenes”, che apre l’album con il pianoforte e la bella voce di Gabriele Marconcini. È una ballata intensa e malinconica, resa ancor più magica dalla chitarra lirica e profondamente ispirata di Santanna.

Come non citare la muscolare “The Obsidian Mirror” che sa anche accarezzare – sempre con la chitarra a marchiare a fuoco il brano.

Non posso non citare il fiore all’occhiello dell’album: la suite finale “Polar Human Circle”. Con i suoi 27 minuti, suddivisi in sei movimenti, è un brano che da solo vale il prezzo del biglietto. Qui si trova tutta l’essenza dei Raven Sad: melodia, cambi di tempo ed umori, anche un filo di jazz che male certo non fa, un magnifico lavoro all’organo e alle tastiere, chitarre sempre al top e una sezione ritmica che sottolinea e sigilla i vari mood del brano.

In conclusione, questo è il prog del nuovo millennio: un genere in cui le radici storiche fungono da trampolino di lancio per nuove avventure, audaci e perfettamente calate nei nostri giorni. Se amate il prog e non siete "regressive", questo è un disco che non potete lasciarvi sfuggire.

Buon ascolto.




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