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giovedì 11 settembre 2025

L’IMPERO DELLE OMBRE - “Oscurità” - Di Andrea Pintelli

 


L’IMPERO DELLE OMBRE - “Oscurità”

Di Andrea Pintelli


L’Impero Delle Ombre, ormai a tutti gli effetti fra i principali gruppi di doom metal a livello europeo (pur se il cantato è in italiano), ha rilasciato il quarto album dal titolo Oscurità. Pubblicato, ovviamente, dalla Black Widow Records (gloria sempre), si pregia di andare ancor più in profondità rispetto ai loro lavori precedenti, o meglio, verso l’abisso delle tenebre, alla ricerca di sonorità sofferte, ispirate, energiche, tetre, incisive. Un insieme di escursioni che i componenti del gruppo hanno effettuato nei meandri dei luoghi più proibiti e oscuri, appunto, della psiche umana per proiettare sé stessi nelle loro composizioni; a noi fruitori il compito di accettare la sfida di rivivere le storie raccontate, sostituendo idealmente i ragazzi della band, qui nella terra della finta luce.

Il Mio Ultimo Viaggio è posta come prima traccia, e titolo più appropriato non potevano partorire. Ambientazione doom “in purezza”, iconica, arcana: otto minuti di lento e inesorabile tragitto verso il riposo eterno, verso il luogo in cui tutti finiremo. Straziante nelle atmosfere, deprimente, ma atrocemente vera.

Si prosegue con Zulphus Et Mercurius, con clavicembalo e flauto ad introdurne i contenuti. Un breve incipit che lascia spazio ad atmosfere doom, ma contaminate da spunti hard rock e da un lirismo che lascia il segno. Il tappeto sonoro tastieristico aiuta moltissimo il risultato finale che il gruppo si è prefissato.

Lacrime nella Pioggia, annunciata da un temporale nefasto e da un inusuale sax, ha andamento maggiormente sostenuto rispetto alle canzoni precedenti, ha tiro ed è straniante quanto basta per solleticare la fantasia dell’ascoltatore. Un ottimo esempio di qualità compositiva mai fine a sé stessa. Sicuro e inquietante l’assolo di chitarra.

Dagon, ispirato dal racconto di H.P. Lovercraft, si avvale di un coro iniziale per definirne il contesto, con al centro la narrazione che, come scattante serpente si insinua nella nostra immaginazione, cercando di approntarla a tanta inattesa e granitica resa sonora. Le tastiere disegnano i profili dei protagonisti come fossero dei miraggi, lontani e impalpabili, ma in realtà vicinissimi.

Macara è doom metal fin dalla prima nota e rende omaggio al cinema horror italiano del secolo scorso, rendendo esplicito uno degli argomenti d’ispirazione de L’Impero Delle Ombre. Possessioni e follia si intersecano per regalare attimi di puro terrore, angoscia e inquietudine. Un film in musica.

La Taverna del Diavolo, ossia quel posto tristemente leggendario (realmente esistito) in cui si organizzavano atrocità e attività deprecabili. Le sonorità del pezzo sono più fosche e minacciose che mai, atte a rappresentare gli affreschi demoniaci apparsi all’interno dello sconvolgente locale.

Il Gatto Nero, chiaro omaggio a E.A. Poe il cui titolo è tratto da una sua narrazione, parte con marcata potenza e folle mistero, dipanandosi in un devoto omaggio all’autore americano. Lodevole il lavoro delle chitarre, che si incrociano, si attraversano, procedono insieme in un apprezzabile scontro/incontro.

Circolo Spiritus Navona 2000 chiude il lavoro ed è un trionfo esoterico di prim’ordine. Siamo ora in pieno italian dark sound, dove il doom si mischia col prog, in cui gli accenti metal si stringono a quelli rock, mentre le esposizioni di diversi cambi di tempo (davvero ben suonati) vanno di pari passo con le tante investigazioni interiori.

Personalmente seguo questa band dalla loro prima uscita discografica, omonima, risalente al 2004, cui fecero seguito “I Compagni di Baal” del 2011 e “Racconti macabri, vol. III” del 2020, e ora questo “Oscurità”, e in essi sono evidenti sia la crescita professionale della band, che l’evoluzione sonora della loro proposta, fermo restando che ognuno brilla di bagliori neri sempre differenti, portando volutamente ombre e raggi deprimenti, e sono da considerare una (importante) storia a sé. Cemetery rock, lo chiamano: io credo sia qualcosa (molto) di più. Abbracci diffusi.


Tracklist:

1)  Il Mio Ultimo Viaggio

2)  Zulphus Et Mercurius

3)  Lacrime nella Pioggia

4)  Dagon

5)  Macara

6)  La Taverna del Diavolo

7)  Il Gatto Nero

8)  Circolo Spiritus Navona 2000

 

Componenti:

GIOVANNI “John Goldfinch” CARDELLINO: VOCE, CORI, INVOCAZIONI

ANDREA CARDELLINO: CHITARRA RITMICA, SOLISTA E ACUSTICA

ROBERTO “Rob” URSINO: CHITARRA RITMICA

VINCENZO “Vinz” CERIOTTI: BASSO

DAVIDE “Dave” CRISTOFOLI: TASTIERE

MICHELE “DrumHead” ERCOLANO: BATTERIA e PERCUSSIONI

 

Ospiti:

Tommy “Sadist” Talamanca: solo di chitarra centrale in “Macara”

Giacomo Petrocchi: Sax tenore in “Lacrime nella pioggia”

Pietro Ragozzi: violino in “Dagon”

Daniela e Giorgia from Busto: cori femminili in “Dagon”

“Lovecraftian choruses of Dagon”: John, Andrea, Rob, Vinz

L’IMPERO DELLE OMBRE

Per contatto col sottoscritto: andrea.pintelli@gmail.com




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