Il 25 aprile regala alla platea modenese il toccante recital di una primadonna della musica d’autore.
Nada è sicuramente una delle
più versatili interpreti della musica italiana, basta scorrere l’elenco delle
sue collaborazione successive all’esordio sanremese, a quindici anni, con
l’instant hit “Ma che freddo fa”, per
rendersene conto.
Negli anni l’abbiamo vista collaborare con Piero
Ciampi (celebrato nell’album capolavoro “Ho
scoperto che esisto anch’io”), interpretare con passione e finezza i gioielli
di Paolo Conte, poi al fianco di proggers del calibro di Reale Accademia di
Musica e Goblin, quindi ricamare delicate nuances acustiche col Nada Trio, in
seguito un ritorno sanremese con l’anthem “Guardami
negli occhi” tratto dall’ottimo “Dove
sei sei”, prodotto da Mauro Pagani; quindi la si ritrova a cesellare un
altro prezioso ricordo di Ciampi in compagnia di Rita Marcotulli e Javier
Girotto, e ancora con l’eccelso Pasquale Minieri, già anima di Canzoniere del
Lazio e Carnascialia, fino alle evoluzioni più rockeggianti degli ultimi anni
accanto al fior fiore della scena indie nazionale (Cesare Basile, Massimo
Zamboni, Zen Circus ecc.).
In quest’ultimo tour si ascolta buona parte del nuovo
album “Occupo poco spazio”, un gioiello di equilibrio tra i
raffinatissimi arrangiamenti orchestrali di Enrico Gabrielli (Calibro 35)
- che coordina un ensemble di fiati
ed archi e suona tastiere e clarinetto -
e le preziose composizioni di Nada quasi tutte incentrate su episodi del
disagio di questi anni agri, vissuti nell’ottica di un eterno femminino ferito
a morte.
Dieci miniature, dieci graffi al cuore indimenticabili
dalla storia di Sonia, presunta terrorista al climax de “L’ultima festa”, in cui si celebra il funerale nientemeno che
dell’universo mondo, ma lasciando uno spazio all’ironia e una via di fuga alla
speranza di chi, da sempre esclusa, continuerà a presidiare con dignità e
silente rigore il proprio piccolo spazio in attesa di tempi migliori: «Il mondo è finito, muore, sono sulla sua tomba e non voglio partecipare alla festa. Ma
credo che questo mondo debba morire per rinascere. Speriamo che tanta
sofferenza abbia un obiettivo».
Fotografie di Francesco Pullè
Fotografie di Francesco Pullè
Il concerto di Modena ha riproposto una scaletta con
perfetta alchimia tra vecchio e nuovo repertorio, il tutto eseguito con rara finezza
interpretativa da una vocalist sempre tecnicamente a suo agio e capace di
comunicare anche il pathos delle sue creazioni più ostiche al grande pubblico,
grazie all’apporto di un'eclettica band strutturata attorno ai talentuosi
pisani Criminal Jokers arricchiti da trombone, fagotto e viola.
Un riuscitissimo set da una cantante carismatica e
capace di evocare grandi icone della scena internazionale quali Marianne Faithfull,
Patti Smith o PJ Harvey, pur mantenendo una sua precisa originalità ed una cifra
stilistica fieramente mediterranea.
La signora Malanima, grande quanto modesta, come il
suo concedersi agli ammiratori al termine del concerto per foto, autografi ed
abbracci ha testimoniato, ha sicuramente ancora molto da donarci ed è
definitivamente destinata ad occupare un ruolo sempre più rilevante nella
storia della canzone italiana.
Nada occupa uno spazio immenso!