Silence Is Not Pure è il nuovo video estratto da Late
for a Song, secondo album dei Dead Cat in a Bag
Il brano descrive un silenzio
rivelatore di scricchiolii, segreti traditi, colpi di tosse e sospiri di
vento. Il video mostra una rosa di bruciante bellezza, pioggia e cenere. La
rosa s’accende e si consuma, una falena innamorata e condannata attraversa la
fiamma, i palloncini esplodono, l’acqua arriva troppo tardi.
Il video è stato diretto e
montato da Andrea Bertola,
violinista della band.
Late for a Song è il nuovo, secondo disco dei Dead Cat in a Bag. Dopo la lusinghiera accoglienza
della critica per il primo album, Lost Bags, e le incursioni live
in sestetto e quartetto, la band ha radicalizzato il suo approccio nomadistico
al folk: Late for a Song è fatto di fiori appassiti e ruote dentate e
suona come la colonna sonora di un immaginario western post-atomico
interpretato da gitani, ambientato in un ventoso deserto cosparso di giostre in
disuso, fabbriche diroccate, case d’infanzia ingombre di polvere e ricordi.
Vuole fare un po’ paura e un po’ sorridere, con echi di circo e di vecchi film
dell’orrore, digressioni dodecafoniche e parentesi rumoristche.
Auspicabilmente, vorrebbe anche far pensare e commuovere. E persino battere il
piede a tempo.
Agli strumenti tradizionali ed etnici come banjo,
balalaika, mandolino, dobro, violino, contrabbasso, fisarmonica, tromba, sega
musicale, ukulele, armonium e pump organ si uniscono chitarre elettriche, un
moog, strumenti autocostruiti, percussioni metalliche, campionamenti, un piano
preparato e una vena di elettronica sfumata su suoni ambientali, per un viaggio
che tocca Francia, America, Messico e Balcani, tra blues da palude, folk
spettrale, post-rock notturno e persino musica kletzmer e fado, cantato con
metrica, rime e teatralità nella lingua del country.
Le canzoni parlano di adattamento, di una
cravatta che non s’intona al mondo, di ciò che finisce, di ciò che ritorna come
l’amianto, di lettere senza risposta, di silenzi che rivelano sospiri di vento,
mattini pallidi come la nausea e vuoti come la speranza, coltelli, cappotti,
strade di campagna, rimpianti, gatti, cani, amici d’infanzia, polvere, pianeti
e atomi, fiori, mosche, ruggine, letteratura russa, colpi di tosse, corvi alla
finestra, padroni di casa in cortile, preti sulle scale, scheletri nell’armadio,
bicchieri sul tavolo, questioni personali. L’album è prodotto da Roberto Abis,
registrato ovunque, perfezionato al Superbudda di
Torino da Giupi Alcaro e vede tra i compagni di
viaggio Enrico Farnedi, (Goodfellas), Fabrizio
Rat Ferrero, Valerio Corzani (Mau
Mau,Ex), Davide Tosches e Vito
Miccolis.
BIOGRAFIA
I Dead Cat in a Bag si formano a Torino circa 7
anni fa. I componenti della band sono tutti impegnati, in varie forme, nello
spettacolo (colonne sonore teatrali, recitazione, riprese, regia). Il progetto
è multiforme di natura, folk per attitudine, instabile per necessità. L’idea di
base è quella di riattualizzare e personalizzare il cantautorato oscuro della
vecchia scuola (che la critica rintraccia spesso nei nomi di Waits, Cave,Lanegan, Reed, Cohen)
ibridandolo con la propensione al paesaggio sonoro, alla trasversalità degli
arrangiamenti, alla sincerità della confessione, passando attraverso le
influenze più disparate (oRSo, Calexico, John Cale, A Hawk and a
Hacksaw, Pogues, Howe Gelb, Jacques Brel, Gyorgy Kurtag). Alcune
canzoni sono tanto peculiari, nella loro semplicità, da non trovare facili
paragoni e definizioni. E va benissimo così. Soprattutto, la voce è meno roca
di quanto non sembri a un primo ascolto.
DEAD CAT IN A BAG è:
Luca Swanz Andriolo: voce, banjo, chitarra,
chumbus, mandolino, balalaika, pump organ, percussioni
Roberto Abis: chitarre, tastiere, dobro,
chitarra-banjo, viñuela, lap steel, armonium, moog, trattamento del suono
Andrea Bertola: violino, percussioni
David Proietto: contrabbasso
Scardanelli: fisarmonica, chitarra,
zaino-batteria, sega ad archetto, pianoforte
Compagni di viaggio:
Enrico Farnedi: tromba, trombone, flicorno,
ukulele
Fabrizo Rat Ferrero: piano preparato
Valerio Corzani: basso-tinozza
Davide Tosches: piano, batteria
Luca Iorfida: vibrafono
Album Credits
Prodotto da Roberto Abis
Registrato ovunque, perfezionato
al Superbudda di Torino da Giupi Alcaro
Graphic layout: Lavinia Marinotti, Wonderingsolo
Photos: Federica Genovesi &
Luca Andriolo (front cover), Luca Andriolo (back cover),
Lavinia Marinotti (inside
cover), Andrea Bertola & Alessandro Bertaccini (booklet p. 5, 12)
Dead Cat
in a Bag Logo by Daniele Galliano
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