Nuovo ciclo di vite per
il Maestro catanese.
La recente scomparsa del vate Sgalambro e la felice sintesi di Apriti Sesamo chiudono una fase e segnano il momentaneo
accantonamento della forma canzone sia nella sua declinazione art pop scolpita
nella storia della musica italiana dalla storica collaborazione con Giusto Pio ad oggi, sia nel classicismo
liederistico delle antologie Fleurs.
Ecco allora il recupero dell’elettronica pionieristica
e primitiva degli esordi di Fetus e Pollution, rivisitata con la maturità di
oggi in questo nuovo progetto sotto moniker Joe Patti's Experimental Group.
Coautore di lusso è Pino “Pinaxa” Pischetola, classe 1964, suo storico ingegnere del
suono con alle spalle un curriculum che lo vede debuttare negli studi dei
fratelli La Bionda per arrivare alle attuali produzioni mainstream (Celentano,
Ligabue, Giorgia, Renga), passando da dischi leggendari, come le session
italiane del moloch technopop a firma Depeche Mode Violator.
L’apparizione modenese del 6 Settembre ha visto sul palco della Festa Democratica di Ponte Alto i due
artisti coadiuvati dal fido Carlo
Guaitoli in un set di elettronica cameristica raffinatissima per un
inconsueto combo di desktop, pianoforte e sintetizzatori.
Ad una prima parte che presentava la nuova inedita
produzione tra echi di Klaus Schulze e Manuel Göttsching, suggestioni
progressive e krautrock, ritmiche dub e fonemi orientali, rumorismi
glitchy e slanci lirici bellini ani, con epifanie fantasmatiche da Gesang der
Jünglinge, ha fatto seguito una ispiratissima carrellata di classici del
passato, quali L'ombra della luce, Il
mantello e la spiga, Il re del mondo, Secondo imbrunire, L’oceano di silenzio,
Niente è come sembra e Stati di gioia.
A suggellare questo straordinario recital una
ineccepibile sequenza di encore composta da No
time no space, Lode all'inviolato,
l’inevitabile anthem tardoromantico La
cura e Voglio vederti danzare.
Chiusura sulla caustica invettiva di Inneres Auge, la delicatezza di E ti vengo a cercare e la cavalcata
ipnagogica di Propiedad prohibida che
ostenta i suoi 40 anni con grazia soprannaturale.
Come d’abitudine straordinaria l’alchimia sonora tra
suggestioni da modernariato analogico e campionamenti di software futuribili ed
impeccabile la performance vocale del Maestro che sembra controllare con la
stessa sapienza la sua ugola e gli oscillatori del suo imperituro VCS 3
accomunati in una mistica trance da respirazione olotropica quasi fossero lo
stesso strumento.
Non un semplice concerto quindi, ma un viaggio astrale
sonoro tra il più glorioso passato e le magnifiche sorti e progressive del
nostro più ispirato musicista contemporaneo.
Senza dubbio il miglior Franco Battiato degli ultimi vent’anni.
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