Concerto Neal Morse Acoustic “Life & Times” -
Milano, 8 giugno 2018
Di Zia Ross
Questo concerto “me lo
covavo” fin dal primo annuncio trovato in rete, a febbraio. Mi aveva lasciato
un pò perplessa il luogo, un piccolo live club nell’hinterland a nord di
Milano: ho sempre visto Morse esibirsi con le sue band in locali grandi e
straripanti di pubblico e mi sembrava logico aspettarmi la stessa cosa anche
per un concerto da solo. E invece no.
Per il tour di
presentazione del suo nuovo album solista, “Life
& Times”, sia in America che in Europa, sono stati scelti piccoli
teatri o locali come il Blue Rose Saloon, con una capienza da pub ed un
pubblico magari non troppo numeroso ma attaccato al palco, che partecipa ,
risponde, applaude, canta, balla e fa casino come quello di ieri sera, in
un’interazione continua con l’artista per il tempo dello spettacolo e anche
oltre.
Neal Morse è l’antitesi della
rockstar distante e scostante, entra nel locale mentre sei lì a pagare i
biglietti e saluta sorridendo e stringendo mani come se non fosse lui quello
che tra un pò salirà sul palco. La sensazione è che questa dimensione
“confidenziale” e rilassata del concerto - persone che vede in faccia mentre
canta invece di massa indistinta di pubblico - non sia stata una strategia
commerciale ma proprio ciò che lui cercava e che, per forza di cose, non può avere
nei tour con la band, coi Flying Colors o coi Transatlantic, che riempiono i
palazzetti.
Entra da una porta
laterale e passa in mezzo a noi che presidiamo le prime file, sale sul piccolo
palco dove lo aspettano una tastiera, una chitarra acustica e uno stuolo di
pedali ed inizia un concerto fatto di brani del nuovo disco, chiacchiere, un
omaggio a Peter Gabriel con una bellissima versione di “Solsbury Hill”, brani da “?”, dagli album con la Neal Morse Band.
Scherza, gioca col pubblico, riesce persino ad infilare qualche strofa di “Goodbye, Yellow Brick Road” e di “I am the Walrus” nel mezzo di una sua
canzone e racconta le sue disavventure di viaggiatore alle prese con uno
sciopero degli aerei in Germania. Passa dalla chitarra alla tastiera, torna alla
chitarra, la gira e ne fa un tamburo, crea tappeti di suoni con il looper e
lega il tutto con la sua voce, le sue melodie e i suoi testi che tratteggiano
momenti di vita, ricordi ed emozioni.
E si commuove davvero
(ma non solo lui) cantando “He Died at
Home”, da Life & Times, canzone
dedicata ad un giovane militare americano suicidatosi dopo il ritorno
dall’Afghanistan, incapace di convivere con il ricordo degli orrori a cui era
sopravvissuto.
Teoricamente siamo
quasi alla fine del concerto, ancora una canzone ma, per la legge non scritta
del bis, il pubblico non lo molla e alla fine se ne aggiungono altre due
(allego la foto della scaletta autografata, “bottino” di un fan).
Fa caldo, ha cantato e
suonato senza risparmiarsi per quasi due ore dopo un viaggio da Amburgo
complicato dallo sciopero degli aerei, col rischio di dover cancellare il
concerto, comincia a non sapere più che giorno è e domattina presto lo attende
un treno per Zurigo - one day, one gig - ciononostante Neal
Morse non si sottrae al rituale di
baci-abbracci-chiacchiere-autografi-foto con tutti i presenti (50-60 persone)
mostrando, ancora una volta, quel mix di savoir faire e qualità umane di cui
parlavo prima.
Un bel concerto, di
quelli che restano dentro per un bel pò e che lascia la voglia di vedere più
spesso questo artista dalle nostre parti, con o senza le numerose band che gli
gravitano attorno.
Il tour continua
ancora con una manciata di concerti in Europa, se vi siete persi l’unica data
italiana e volete rimediare sul suo sito ci sono tutte le
indicazioni http://www.nealmorse.com/livesolo.asp.
Se invece non potete,
alla pagina di Facebook ‘Neal Morse Italia’ ( https://www.facebook.com/groups/1676541792603717/) ci
sono le belle foto scattate da Valter Boati.
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