ANDREA
PELLICONE – VAN GOGH PROJECT
Di
Andrea
Zappaterra
Molto sui generis questo album di Andrea Pellicone, che
usando distorsioni tematiche crea un tipo di musica fuori dai consueti schemi,
utilizzando il vibrato come modulatore musicale, con tempi schizzanti tra
rapide sequenze di chitarra e basso, tra suoni acuti e grevi, tra pennate
rapidissime e incalzanti, ma che lasciano spazio anche a tanta armonia
creativa, lirica sonora, contaminata da effetti dodecafonici.
Il titolo è Van Gogh Project.
Potrebbe sembrare una
rielaborazione di qualche brano di musica classica rivisitata in chiave
strutturale con inserimento quasi stonante di riff avulsi dal contesto.
Sicuramente un discorso di libertà
espressiva, ma con una certa lucida ostentazione del controtempo che si muove
su un binario completamente disarticolato dalla melodia, un po’ come alcuni
brani “Krimsoniani”.
L’effetto che ne deriva è
suggestivo, anche se di non immediata comprensione; la voce molto distaccata e
profonda (un parlato più che un cantato che rievoca a mio giudizio Jimmy Hendrix) imprime un certo rallentamento
narrativo ed infine i saluti in tutte le lingue concludono questo concept album
basato sulle sensazioni di un alieno (Crixstrix)
in visita nel nostro pianeta, con un messaggio di Fratellanza Cosmica.
È comunque un lavoro che va
ascoltato molte volte per capirne appieno le intrinseche finezze, e la squisita
dissonanza che sembra voler smembrare il classico per trasformarlo in qualcosa
di diverso, una coperta invisibile e sonora per mascherare la bellezza che da
quelle note più melodiche ne deriva.
Alcune sonorità riemergono piano
piano dopo vari ascolti come gioielli sparsi nella sabbia che riaffiorano
scoperti dal vento dell’originalità.
Da notare inoltre il
polistrumentismo di Andrea, che
ne delinea il virtuosismo musicale.
I brani:
1.
Search for
Planets
2.
Falling
Fireballs
3.
Crixstrix
Loniless
4.
Awakened
by the Stars
5.
Now the
Sky
6.
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