“Coi capelli sciolti al vento
Io dirigo il tempo
Il mio tempo là negli spazi…
Dove morte non ha domini
Dove l'amore varca i confini”
21 agosto
Ci sarai sempre. Buon viaggio Capitano!
Wazza
Ricordo (e foto) di Guido Harari
OH FRANCESCO E IL BANCO DEL MUTUO
SOCCORSO! Vi ho conosciuti al Papagayo di Milano Marittima nell'estate del
1972. L'album del "salvadanaio" aveva mietuto vittime a profusione
tra le schiere dei prog fans di quella primavera rock italiota.
Ero agli inizi del mio viaggio nella
musica e nella fotografia e ci si ritrovò con naturalezza nella vecchia sala di
via dei Cinquecento, a Milano (un cinema parrocchiale che veniva trasformato
nella mitica sala di registrazione dell'altrettanto mitica Dischi Ricordi), con
Sandro Colombini alla produzione e Walter Patergnani alla consolle per le
sessions di "Darwin". L'irresistibile ironia e il
"physique" di Francesco, l'irruenza incontenibile di Vittorio, la
calma assoluta di Marcello, Gianni e Pierluigi, l'aria eternamente sorniona di
Renato: tutto mi colpì di loro, attirandomi in un crescendo di prove, concerti
e viaggi, fino alle registrazioni di "Io sono nato libero", nei nuovi
studi della Ricordi, stavolta moderni e professionali, con l'attenta regìa di
Gaetano Ria e Colombini. Cesare Monti tollerò la mia presenza e la mia
curiosità durante lo shooting della copertina dell'album in un cortile sui
Navigli: quel pomeriggio fu un prezioso apprendistato, che mi fece capire
l'importanza di creare immagini dirette, trasparenti, naturali, di immediata
lettura. Scattai un paio di rullini, sotto lo sguardo insofferente di Cesare, e
così mi apparve sul poggiolo Francesco, leggiadro come un cartoon di Disney,
innamorato della vita e della musica.
Ci ritrovammo qualche anno dopo con
la Carovana del Mediterraneo insieme ad Angelo Branduardi. Il progressive era
sfiorito, Vittorio aveva lanciato la band nell'ambiziosa dimensione orchestrale
di "Di terra", ma il Banco non aveva perso la sua identità e il suo
smalto. Solo i tempi erano cambiati e gli anni Ottanta avrebbero portato con sé
una prima resa. Poi, molti anni dopo, il rinnovato interesse da parte del
pubblico per quella stagione musicale e progetti raffinati come quello dedicato
al Fado da Francesco insieme a Eugenio Finardi riposizionarono nella grande
storia della musica italiana. Ti ricordo con grande affetto, Francesco, e mando
un abbraccio fortissimo a tutta la famiglia del BMS.
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