www.mat2020.com

www.mat2020.com
Cliccare sull’immagine per accedere a MAT2020

domenica 9 novembre 2014

Il tour autunnale dei Dead Cat in a Bag.



Il tour autunnale dei Dead Cat in a Bag

Reduci dall'ottimo Late for a Song, i piemontesi Dead Cat in a Bag si apprestano ad esibirsi live in un nuovo tour autunnale.

Di seguito le date:

31 OTTOBRE – Halloween Party Mulino, via Molini della Barca, Collegno (TO)
6 NOVEMBRE – Surfer Joe Diner, Piazza Mascagni 2, Livorno
29 NOVEMBRE – Teatro Comunale di Dozza via XX Settembre 51, Dozza Imolese (BO
30 NOVEMBRE – Arci Chinaski, via F.lli Bandiera, 8 – Sermide (MN)
01 DICEMBRE – Ruota Libera Tutti, via Giustizia, 19 – Mestre (VE)
02 DICEMBRE – Lio Bar, via G.Togni, 43 – Brescia


Late for a Song è il nuovo, secondo disco dei Dead Cat in a Bag. Dopo la lusinghiera accoglienza della critica per il primo album, Lost Bags, e le incursioni live in sestetto e quartetto, la band ha radicalizzato il suo approccio nomadistico al folk: Late for a Song è fatto di fiori appassiti e ruote dentate e suona come la colonna sonora di un immaginario western post-atomico interpretato da gitani, ambientato in un ventoso deserto cosparso di giostre in disuso, fabbriche diroccate, case d’infanzia ingombre di polvere e ricordi. Vuole fare un po’ paura e un po’ sorridere, con echi di circo e di vecchi film dell’orrore, digressioni dodecafoniche e parentesi rumoristiche. Auspicabilmente, vorrebbe anche far pensare e commuovere. E persino battere il piede a tempo.

Agli strumenti tradizionali ed etnici come banjo, balalaika, mandolino, dobro, violino, contrabbasso, fisarmonica, tromba, sega musicale, ukulele, armonium e pump organ si uniscono chitarre elettriche, un moog, strumenti autocostruiti, percussioni metalliche, campionamenti, un piano preparato e una vena di elettronica sfumata su suoni ambientali, per un viaggio che tocca Francia, America, Messico e Balcani, tra blues da palude, folk spettrale, post-rock notturno e persino musica kletzmer e fado, cantato con metrica, rime e teatralità nella lingua del country.

Le canzoni parlano di adattamento, di una cravatta che non s’intona al mondo, di ciò che finisce, di ciò che ritorna come l’amianto, di lettere senza risposta, di silenzi che rivelano sospiri di vento, mattini pallidi come la nausea e vuoti come la speranza, coltelli, cappotti, strade di campagna, rimpianti, gatti, cani, amici d’infanzia, polvere, pianeti e atomi, fiori, mosche, ruggine, letteratura russa, colpi di tosse, corvi alla finestra, padroni di casa in cortile, preti sulle scale, scheletri nell’armadio, bicchieri sul tavolo, questioni personali. L’album è prodotto da Roberto Abis, registrato ovunque, perfezionato al Superbudda di Torino da Giupi Alcaro e vede tra i compagni di viaggio Enrico Farnedi, (Goodfellas), Fabrizio Rat Ferrero, Valerio Corzani (Mau Mau,Ex), Davide Tosches e Vito Miccolis.



BIOGRAFIA

I Dead Cat in a Bag si formano a Torino circa 7 anni fa. I componenti della band sono tutti impegnati, in varie forme, nello spettacolo (colonne sonore teatrali, recitazione, riprese, regia). Il progetto è multiforme di natura, folk per attitudine, instabile per necessità. L’idea di base è quella di riattualizzare e personalizzare il cantautorato oscuro della vecchia scuola (che la critica rintraccia spesso nei nomi di Waits, Cave, Lanegan, Reed, Cohen) ibridandolo con la propensione al paesaggio sonoro, alla trasversalità degli arrangiamenti, alla sincerità della confessione, passando attraverso le influenze più disparate (oRSo, Calexico, John Cale, A Hawk and a Hacksaw, Pogues, Howe Gelb, Jacques Brel, Gyorgy Kurtag). Alcune canzoni sono tanto peculiari, nella loro semplicità, da non trovare facili paragoni e definizioni. E va benissimo così. Soprattutto, la voce è meno roca di quanto non sembri a un primo ascolto.


I DEAD CAT IN A BAG SONO:

Luca Swanz Andriolo: voce, banjo, chitarra, chumbus, mandolino, balalaika, pump organ, percussioni

Roberto Abis: chitarre, tastiere, dobro, chitarra-banjo, viñuela, lap steel, armonium, moog, trattamento del suono

Andrea Bertola: violino, percussioni

David Proietto: contrabbasso

Scardanelli: fisarmonica, chitarra, zaino-batteria, sega ad archetto, pianoforte

Compagni di viaggio:

Enrico Farnedi: tromba, trombone, flicorno, ukulele

Fabrizo Rat Ferrero: piano preparato

Valerio Corzani: basso-tinozza

Davide Tosches: piano, batteria

Luca Iorfida: vibrafono


Album Credits

Prodotto da Roberto Abis

Registrato ovunque, perfezionato al Superbudda di Torino da Giupi Alcaro


Graphic layout: Lavinia Marinotti, Wonderingsolo

Photos: Federica Genovesi & Luca Andriolo (front cover), Luca Andriolo (back cover),

Lavinia Marinotti (inside cover), Andrea Bertola & Alessandro Bertaccini (booklet p. 5, 12)



sabato 8 novembre 2014

Nasce "Industrie Sonore"



Nasce "Industrie Sonore" in provincia di Frosinone


Finalmente anche a Frosinone, precisamente ad Isola Del Liri, nasce un centro musicale di altissimo livello. “Industrie Sonore”, di Marco di Folco, con la direzione artistica del noto chitarrista Simone Fiorletta, vanta una scuola di musica con docenti di altissimo livello (anche di fama nazionale ed internazionale quali lo stesso Fiorletta, Mario Riso, John Macaluso e tanti altri), il tutto in una struttura di 400 mq comprendente anche quattro sale prove, uno studio di registrazione di altissimo livello, un auditorium di 100 mq per eventi e masterclass ed area relax in cui scambiare due chiacchiere con altri musicisti e respirare musica a 360 gradi. In più Industrie Sonore è centro referente per il Lazio per le audizioni di eventi musicali nazionali quali Music Village. Come se non bastasse, presso la struttura sarà possibile assistere a dimostrazioni ufficiale di grossi marchi musicali.

venerdì 7 novembre 2014

NICK CAVE - 20.000 DAYS ON EARTH


Nexo Digital e Feltrinelli Real Cinema
sono liete di presentare

NICK CAVE - 20.000 DAYS  ON EARTH
Il film su Nick Cave interpretato dallo stesso artista

Arriva in anteprima al Torino Film Festival il 27 novembre
e nei cinema italiani solo il 2 e 3 dicembre il ritratto intimo e sincero
di una delle più grandi icone rock del pianeta



Arriva finalmente in Italia NICK CAVE - 20.000 DAYS ON EARTH, il film degli artisti e filmmaker Ian Forsyth e Jane Pollard, accolto con entusiasmo dalla critica al Berlinale e al Sundance Festival e già considerato un'ode lirica e inventiva alla creatività nonché un vero e proprio spartiacque del genere che vede protagonista Nick Cave nei panni di se stesso.

I 20.000 giorni sulla terra cui si riferisce il titolo del film sono infatti quelli della vita di Nick Cave, rockstar e scrittore di culto, icona della musica rock internazionale. A differenza di quanto accadrebbe in un documentario tradizionale, però, il film intreccia finzione e realtà fondendoli con un viaggio poetico e intenso in una “giornata immaginata” della vita di Cave, per tracciare un ritratto intimo e profondamente sincero del suo processo artistico. Un ritratto tanto più vero quanto più capace di immergersi nell’immaginario dell’artista australiano.

NICK CAVE - 20.000 DAYS ON EARTH verrà proposto in anteprima al Torino Film Festival il 27 novembre e nelle sale italiane (elenco a breve su www.nexodigital.it) solo martedì 2 e mercoledì 3 dicembre. L’appuntamento è dunque di quelli irrinunciabili perché NICK CAVE - 20.000 DAYS ON EARTH unisce narrazione a visioni, scrittura a vita vissuta, musica a profonde sedute di autocoscienza per svelare tutto il genio di Nick Cave (che nel film interpreta se stesso), la sua conturbante personalità, il suo straordinario stile narrativo e il suo rapporto esclusivo e intenso con la parola e con la narrazione. Questo sorprendente viaggio nella vita complessa e a volte solitaria di un uomo, di uno scrittore e di una rockstar, viene condotto attraverso il suo stesso racconto e i dialoghi con le persone a lui più vicine. Dramma e realtà si combinano in ventiquattr'ore fittizie nella vita del musicista per celebrare tutto il potere trasformativo del suo spirito creativo.

Ian Forsyth e Jane Pollard, i due registi inglesi, sono partiti per il loro lavoro da un'annotazione scribacchiata da Cave nel suo diario: l’artista scopriva infatti di aver raggiunto i 20.000 giorni di vita. Da qui lo spunto per il film, realizzato riprendendo in totale libertà la vita privata e pubblica del loro “attore”. Forsyth e Pollard hanno piazzato le loro telecamere nelle stanze della casa di Cave, a Brighton, nella sua auto, nello studio londinese dove il musicista si reca quotidianamente. "Il fuoco sacro dell'ispirazione non scende dal cielo. L'ispirazione è un bisogno che va alimentato" spiega Cave "E perciò io vado in ufficio tutte le mattine, per cercarla... Ci vado tra le 8 e le 9, ogni giorno, e lì non trovo alcuna distrazione: solo una tastiera e una scrivania". Elementi che evidentemente corrispondono al nutrimento quotidiano del suo processo creativo, che trova poi il conforto galvanizzante del pubblico con i concerti e con l'uscita dei dischi - un fiume inarrestabile a proprio nome, con i Bad Seeds, con i Grinderman, o magari soltanto con il fido "partner in crime" Warren Ellis, che con Cave ha firmato anche la colonna sonora di questo film.
In occasione dell’uscita nei cinema italiani del film -che nel cast vede la presenza dei Bad Seeds e di una splendida Kylie Minogue- arriverà nei negozi anche un vinile in edizione limitata comprendente l'inedito Give us a Kiss, suonato in alcune date del Push The Sky Away tour, ed una versione di Jubilee Street registrata alla Sidney Opera House.

NICK CAVE - 20.000 DAYS ON EARTH è distribuito in Italia da Nexo Digital e Feltrinelli Real Cinema in collaborazione con Radio DEEJAY, MYmovies.it e Rockol.



giovedì 6 novembre 2014

Dead Bouquet - As Far As I Know


I Dead Bouquet annunciano la pubblicazione del loro disco d'esordio As Far As I Know. Il lavoro, prodotto da Paul Kimble (Grant Lee Buffalo), è uscito ufficialmente il 27 ottobre per la label Seahorse Recordings. Dopotutto, l’autunno è la stagione chiave per questa raccolta di canzoni. Oltre ad averlo registrato, missato ed esserne stato il produttore artistico, Paul Kimble è stato il formidabile session-man dell’album, colorando molti brani con la sue abilità di polistrumentista. Di grande rilievo è stata poi la collaborazione con Joe Gastwirt, noto mastering engineer che ha lavorato con mostri sacri come Bob Dylan, Jerry Garcia, Tom Petty oltre ad essere famoso per i suoi re-master di dischi storici di artisti come Jimi Hendrix, The Beach Boys e molti altri. Queste la parole della rock band laziale a proposito di tali, prestigiosi contributi: “Sapere che il tuo disco è passato nella stessa consolle dove è passato Time’s Out of Mind di Dylan, oppure Fuzzy e Mighty Joe Moon dei Grant Lee Buffalo fa venire i brividi, specie se il proprietario della consolle è diventato un tuo ammiratore. Siamo grati di avere avuto la possibilità di lavorare con questi due grandi talenti di livello mondiale.” Il primo singolo-video estratto dall'album è Nobody's Sky, che i Dead Bouquet descrivono come: “Una canzone dall''atmosfera onirica, che nessun altro tranne Paul Kimble avrebbe potuto esaltare in quel modo sul ritornello. E' stata scelta come singolo proprio perché durante l’ascolto del pre-mix, esclamò all’improvviso, “the single!”. Siamo incredibilmente felici del lavoro svolto da Paul ed è quindi venuto naturale fidarci del suo istinto.”




I Dead Bouquet sono un trio rock che esprime atmosfere mistiche e notturne attraverso lande di eclettica psichedelia suggellata dalla distorsione di una dodici corde acustica e caratterizzate da sonorità folk, celtiche e di confine, in bilico tra luce ed oscurità. L'approccio cantautorale del gruppo si enfatizza in modo significativo con le profonde note della voce, per trovare la sua massima espressione nel contributo armonioso e pungente del basso e dal suono conciliante della batteria.Suonano insieme dall’estate 2012 esibendosi nei maggiori locali di Roma e dintorni e partecipando inoltre al festival LazioWave sull'isola Tiberina. Decidono fin da subito di registrare il loro disco d’esordio, As Far As I Know, al quale prende parte, in veste di produttore e di strumentista aggiunto Paul Kimble, bassista dei Grant Lee Buffalo nonché produttore dell'album The Days Of Our Nights della rock band Luna, per la Elektra Records/Jericho (sempre Warner Bros) e della colonna sonora del film Velvet Goldmine, dove, contribuendo anche come cantante e polistrumentista, ha lavorato insieme ad artisti del calibro di Michael Stipe, Thom Yorke e Andy Mackay dei Roxy Music (con cui Paul ha duettato in Bitter’s End). L’entusiasmo di Paul nei confronti della band lo ha portato, come detto, oltre alla partecipazione per le sessioni dell’album da polistrumentista, a mettere anche a disposizione tutto il suo talento per suonare con Carlo e Daniele al The Spot Live Club (Marino, Roma), regalando una memorabile serata di rock e magia al pubblico presente. Il mastering è ad opera del rinomato Joe Gastwirt, che ha contribuito acentinaia di dischi d’oro e di platino per artisti come Bob Dylan (in Time Out Of Mind), Neil Young, Pearl Jam, Jerry Garcia, The Grateful Dead, Paul McCartney, venendo nominato per un Grammy (per il Pet Sounds Box Set, dei The Beach Boys). Le sessioni di registrazione di As Far As I Know hanno avuto luogo in Italia, nel SoundClub Recording Studio; mentre il mixaggio è stato effettuato da Paul Kimble a Seattle, negli U.S.A.

Official Website: www.deadbouquet.net

IDead Bouquet sono:
Carlo Mazzoli: chitarra acustica 12 corde, voce ed autore;
Daniele Toti: basso e cori;
Alberto Croce: batteria.




mercoledì 5 novembre 2014

Progressivamente Free Festival, 27- 09 -2014: 3° giornata

Guido Bellachioma-Fotografia di Stefano Pietrucci

Report a cura di Fabio Pugliese
Articolo già apparso sul portale Rome by Wild:

La quarta serata del Progressivamente Free Festival, che vede come protagonista la band Locanda Delle Fate, può contare su un pubblico leggermente inferiore rispetto a quello della sera precedente, ma sempre coinvolto al massimo!
Alle 21:30 si inizia con la band del chitarrista Dario Vero, un trio strumentale formato da batteria, basso e chitarra. Inoltre la serata vede ospite della band, per metà del primo brano, anche la cantante Claudia Catani.
La loro proposta non sembra progressive al 100%: l’inizio è un hard blues che si sviluppa poi in un qualcosa di  psichedelico, forse difficile da catalogare come genere musicale, ma c’è anche spazio per brani più orecchiabili e melodici che ricordano vagamente lo stile di Joe Satriani. Ricordiamo che Dario Vero ha pubblicato nel maggio scorso il suo primo concept album dal titolo “Lucid Dream”.
L’artista resta seduto per tutto il concerto, sfoggiando linee melodiche e assoli di chitarra di grande pregio, così come la base ritmica che l’accompagna, e che anche il pubblico sembra apprezzare molto.
Dopo di lui finalmente arriva il momento dei Locanda Delle Fate, altro gruppo storico del progressive anni ’70. Il loro primo, e all’epoca unico, album “Forse Le Lucciole Non Si Amano Più” fu pubblicato nel 1977. E’ stato però totalmente ignorato, essendo arrivato troppo tardi per questa scena musicale nata nei primissimi anni ’70 e ormai già in declino. La band pubblicherà successivamente altri due CD, nel 1996 e nel 2012.
Fortunatamente sono stati rivalutati nel tempo e questa sera il loro progressive rock sinfonico, riccamente arrangiato, ha avuto la meglio. Nonostante le ovvie influenze del lato romantico dei gruppi progressivi inglesi, ma anche italiani, (come il Banco Del Mutuo Soccorso), la loro proposta è ispirata ed originale.
La band è di Asti, tranne il cantante Leonardo Sasso, che è romano. Molto simpatici sono stati i suoi aneddoti in dialetto romanesco, usati per presentare quasi tutti i brani, come ad esempio “Profumo Di Colla Bianca” o “Vendesi Saggezza“. La sua voce ricorda quella di Francesco Di Giacomo, (putroppo scomparso di recente), con cui ha collaborato molte volte in passato, essendo stati entrambi membri del gruppo Le Esperienze. Inutile dire che lo stesso Di Giacomo è stato ricordato più di una volta nel corso della serata.
Un momento da menzionare assolutamente arriva verso la fine dell’esibizione, quando viene invitato sul palco anche un fan giapponese, venuto in Italia apposta per i Locanda Delle Fate, a testimonianza anche di come il prog nostrano di quei tempi era ed è ancora venerato fuori del nostro paese.
Il bis invece, non può che essere dedicato a Francesco Di Giacomo con il brano “R.I.P.”, dal primo omonimo album del Banco Del Mutuo Soccorso.
Si chiude così questa serata, con la riproposizione live dell’ultimo grande album degli anni ’70 e ancora qualche aspettativa per la serata a venire.
VIDEO CATTURATO DALLA RETE




martedì 4 novembre 2014

Logos + Rosenkreutz - Club Il Giardino - 31/10/2014, di Marco Pessina

ROSENKREUTZ 

Logos + Rosenkreutz - Club Il Giardino - 31/10/2014


Doppio appuntamento col progressive al locale di Lugagnano, quello di venerdì 31 ottobre. Pubblico numeroso per l'esibizione delle due band veronesi. Entrambe reduci dalla pubblicazione dei rispettivi lavori L'ENIGMA DELLA VITA e BACK TO THE STARS, entrambi i lavori prodotti dal coraggiosa etichetta Andromeda di GIANNI DELLA CIOPPA. Le recensioni dei rispettivi lavori sono state molto confortanti per entrambe le band e questo ha fatto da stimolo per organizzare la data di Lugagnano. I LOGOS di Zerman e Gaspari si sono esibiti per primi, e accanto al loro tradizionale quartetto, doppie tastiere, batteria e basso, hanno imbarcato in questa avventura il polistrumentista SIMONE BISTAFFA, per l'occasione alla chitarra, già tastierista nei FOREVER DEEP e con molte collaborazioni all'attivo (KEN HENSLEY e TOLO MARTON) per citarne qualcuna. I LOGOS suonano un prog sinfonico privo di orpelli e molto scorrevole ispirandosi ai grandi gruppi del passato, sia italiani che stranieri. In un certo senso sono molto "ORMIANI" in alcune parti delle loro composizioni, soprattutto in quelle senza l'ausilio della chitarra. Del resto non hanno fatto mistero di ammirare da sempre la band veneziana che fu di PAGLIUCA e TAGLIAPIETRA. Oltre al già citato L'ENIGMA DELLA VITA, hanno eseguito una splendida versione de LA PORTA CHIUSA.

LOGOS 

I ROSENKREUTZ nascono da un progetto del polistrumentista FABIO SERRA, da tempo assente dai concerti dal vivo come strumentista, ma presente col proprio lavoro di "tecnico", sempre e comunque negli ambienti musicali. Una gestazione durata dieci anni questa di BACK TO THE STARS, nata come progetto di studio. Al lavoro, interamente pensato e realizzato da SERRA, hanno collaborato parecchi amici fra cui CRISTIANO ROVERSI. Si é allestita in poco tempo la band e con poche prove si é arrivati alla data zero, nella speranza che ne seguano altre. Con FABIO SERRA ( chitarra), hanno suonato: GIANNI SABBIONI (basso), GiIANNI BRUNELLI ( batteria), CARLO SOLIMAN ( tastiere) e l'istrionico MASSIMO PIUBELLI alla voce. Tutti musicisti di comprovato valore. BACK TO THE STARS é un lavoro classico new prog di ultima generazione, accostabile a band come (ARENA o FROST), tanto per citarne qualcuna. Il risultato? Ottimo, nonostante un comprensibile rodaggio da palcoscenico ampiamente capibile, visto  il poco tempo per provare del quintetto. In ogni caso bravi a tutti i musicisti, serata riuscitissima sotto tutti gli aspetti e divertimento per il folto pubblico presente. 
Marco Pessina.

lunedì 3 novembre 2014

FRANCESCO BUZZURRO - “IL QUINTO ELEMENTO”


FRANCESCO BUZZURRO

IL QUINTO ELEMENTO
ALBUM DI INEDITI

E’ uscito il 7 ottobre “IL QUINTO ELEMENTO”, il nuovo disco di inediti del chitarrista FRANCESCO BUZZURRO: 12 composizioni originali per chitarra sola scritte dall’artista e dedicate ai quattro elementi della natura (fuoco, terra, aria e acqua). Ispirato dalla sua amata terra di Sicilia, l’autore ha suddiviso l’album in quattro cicli – tre brani per ciascun elemento – in cui la musica, divenuta quintessenza unificatrice grazie al suo linguaggio universale, è capace di descrivere le emozioni suscitate dall’osservazione del mondo.

«Nel comporre “Il Quinto Elemento” mi sono ispirato alla natura meravigliosa della mia terra – spiega Francesco Buzzurro – Vivo ad Agrigento, la città del filosofo Empedocle, che si cimentò con lo studio dei quattro elementi, che egli chiamò “radici”, e tanti sono i rimandi al suo pensiero. Con la mia musica ho voluto descrivere l’incanto, ma allo stesso tempo la potenza devastante, delle forze della natura

“Il Quinto Elemento”, prodotto da Alfredo Lo Faro e distribuito da Artist First, è stato registrato da Massimo Faggioni presso il Libera Music Studio di Montevecchia (Como) ed è disponibile nei negozi tradizionali e in digital download.



Questa la tracklist dell’album: “Vortici”, “Dietro Un Vetro”, “Raindance”, “Fuego”, “Hypnotic”, “La Piramide Del Sole”, “La Danza Delle Ombre”, “Il Respiro Della Luna”, “Paros”, “Colmar”, “Heart Of The Emigrants”, “Homeland”.

Nei prossimi mesi Francesco Buzzurro sarà in concerto in Italia e all’estero, queste le date a oggi confermate: il 22 novembre al Teatro Metropolitan di Catania, il 23 novembre al Teatro Golden di Palermo, il 6 dicembre a Monterotondo (Roma), il 21 dicembre a Bochum (Germania).

Francesco Buzzurro affianca alla passione per la musica classica una profonda ricerca nell’ambito del jazz, sviluppando presto una particolare maniera d’improvvisare. Entra nell’Orchestra Jazz Siciliana e condivide il palco con mostri sacri della musica jazz come Toots Thielemans, Diane Schurr, Arturo Sandoval, Peter Erskine, Bob Mintzer, Phil Woods, Bireli Lagréne, Francesco Cafiso. Collabora con l’Orchestra Sinfonica Siciliana e con alcuni tra i più noti artisti italiani tra cui Renzo Arbore, Lucio Dalla, Francesco Baccini, Antonella Ruggiero, Ornella Vanoni, Fabio Concato. È autore della colonna sonora di “Io Ricordo”, docu-fiction dei fratelli Muccino, e delle musiche per lo spettacolo teatrale di Gianfranco Jannuzzo “Girgenti Amore Mio”. Chitarrista di confine e fuori dagli schemi, tiene seminari unificati per i dipartimenti di chitarra classica e jazz all’University of Southern California di Los Angeles. È docente di Chitarra Jazz al Conservatorio di Palermo e tiene masterclass presso conservatori, scuole di musica e università italiane e straniere.