Spring Awakening è il musical rock di Steven Sater e Duncan
Sheik, finalmente arrivato in Italia. E' stato allestito da una compagnia
indipendente che, viste le tematiche dell'opera
(parla di masturbazione, aborto, suicidio e ribellione scolastica), ha avuto
notevoli difficoltà di accettazione nel nostro paese, ma finalmente il 29
ottobre si parte dal Teatro Pavarotti di Modena, e si andrà in scena fino a
maggio 2014.
E’ un musical con rock band live ogni
sera (niente basi, tutto dal
vivo), in USA è andato fortissimo
e la versione italiana, ambientata
durante il Fascismo, è
piuttosto provocatoria.
Questo il sito ufficiale:
Mi piacerebbe poter
descrivere lo spettacolo dopo averlo visto, fornendo un giudizio personale, e
in attesa di poter partecipare a uno dei tanti eventi presenterò alcuni punti
di vista interessanti che sono
riuscito ad ottenere, e che inizio a pubblicare oggi, partendo dall’intervista
che Synpress 44 ha realizzato con Pietro Contorno, il Direttore Artistico di Spring Awakening.
Spring
Awakening è un’opera
coraggiosa: è una scelta coraggiosa anche il portarla sui palchi italiani
oppure pensi che il nostro pubblico sia effettivamente pronto?
Una scelta
coraggiosa al limite del temerario e dell’incosciente. È vero. Ce lo dicono
tutti. Specialmente in un anno cosi difficile per la società e la cultura
italiana in genere. Ma come si dice: se non ora, quando? Il cambiamento deve
essere cavalcato “prima”, deve essere anticipato, assecondato, stimolato. E
questo noi vorremmo che accadesse. Vorremmo che il panorama teatrale dedicato
all’entertainment scoprisse che esiste anche altro con cui “intrattenere” il
pubblico. Il giudice resta sempre lui, inappellabile. Deciderà lui se veramente
le scene sono troppo “forti” o i temi indigeribili. Noi vogliamo semplicemente
ampliare il menù...
I temi, le caratteristiche, il rapporto con la
musica: Spring Awakening è un lavoro
che farà parlare di sé: secondo te quali sono i maggiori elementi di
originalità dello spettacolo?
Dobbiamo
distinguere. Se parliamo dell’effetto innovativo che ha avuto lo spettacolo
negli USA, possiamo sottolineare gli aspetti preminentemente artistici: l’ambientazione
minimalista, l’uso del doppio registro prosa/rock-show, l’impatto emozionale
sul pubblico, etc.
Se parliamo
dell’Italia invece le cose cambiano. Non stiamo portando ovviamente in scena
un’opera d’avanguardia o particolarmente trasgressiva per il teatro di ricerca,
ma per il mondo del musical e del teatro mainstream rischiamo di essere
veramente uno shock. Giovani attori “fusi” in un progetto lungo due anni. Un
team creativo dedicato all’opera in maniera intensiva. Temi di assoluto
spessore umano, sociale e politico. Una comunicazione che prova a smarcarsi dai
media tradizionali. Potrei continuare...
Un musical, un’opera rock, una pièce teatrale: che
cos’è Spring?
Voglio
parlare da spettatore perché in fondo, oltre al mio ruolo produttivo, é questo
che sono. La sera della prima ho guardato lo spettacolo cercando di “sentire”
ciò che dal palco mi arrivava, ed é stato devastante. Tecnicamente Spring é uno spettacolo teatrale con dei
brani inseriti nella drammaturgia e l’ausilio di una grafica intelligente e non
invasiva. In realtà é una girandola di emozioni forti, fortissime, che dura due
ore e ti lascia scombussolato.
La giovinezza e il conflitto generazionale sono la
chiave di lettura dell’opera: oggi la conflittualità tra genitori e figli,
studenti e scuola, singolo e istituzione, sembra essersi affievolita. Secondo
te Spring è un lavoro anacronistico
oppure Sater ha avuto la capacità di intravedere nuovi dati sociali difficili
da scorgere?
Come a
seguito della caduta dei regimi ideologici di fine secolo scorso si é
frettolosamente teorizzata la consunzione dei conflitti e delle
contrapposizioni politiche e sociali, così spesso ci convinciamo che
autoritarismo, tabù e assenza di corrette informazioni non abbiano più
cittadinanza nella nostra società. Ce lo vedete oggi un insegnante punire “fisicamente”
un alunno per comportamento irrispettoso, o degli adolescenti arrossire
parlando di sesso? Certo che no. Ma a mio avviso il conflitto si é
semplicemente spostato.
L’assoluta
assenza di autorità e credibilità del modo della scuola oggigiorno ad esempio,
é l’esatto opposto della scuola autoritaria del Ventennio da noi descritta. Ma
come si suol dire, gli opposti alla fine coincidono, perché in realtà quello
che occorre oggi, come ieri, é autorevolezza dell’istituzione scolastica e di
chi la rappresenta. Cieca e acritica osservanza delle regole formali di ieri,
indifferenza verso una forma autentica del sapere di oggi. Quanto é cambiato?
Riguardo al
sesso. Spesso mi é stato detto: “I ragazzi ormai sanno tutto, anche troppo”.
Poi scopriamo che il più alto tasso di gravidanze indesiderate in Italia di
under 16 viene riscontrato in Lombardia, o che un ragazzino si toglie la vita a
causa delle sue scelte affettive. Può bastare?
TodoModo Music-All ha una grande esperienza nel
campo delle opere rock: Spring è
sulla falsariga di quanto avete già prodotto o è una novità anche per voi?
Direi che
senza i 15 anni di produzioni alle spalle che la compagnia può vantare, questo
lavoro non avrebbe potuto aver vita. É un metodo complesso, faticoso, che vive
dell’adesione direi anche etica di tanti professionisti. Parte dalla
condivisione di un progetto che si fortifica ben prima che inizi la produzione
esecutiva. Dedizione, cura del particolare, minuziosità. Quello che noi
chiamiamo “lavorare per bene”. E in questo TodoModo può vantare su
professionalità e umanità ormai cementate negli anni.
Quali sono le analogie e quali le differenze tra la
versione americana dell’opera e la vostra?
Io sono
partito da una sorta di venerazione dell’opera originale. Il mio dubbio maggiore
é sempre stato: “Riusciremo mai ad essere così intensi, così credibili?”. Spring é fatto apparentemente di poche
cose. Niente effetti speciali, niente costumi sgargianti, niente coreografie.
Quindi non avevamo paracaduti. Io mi sono sforzato di far passare l’idea di un’ambientazione
negli anni ‘30 dello scorso secolo in Italia. Dopodiché ogni volta che ciascun
responsabile di settore portava i propri elaborati, tutti compartecipavano e
interloquivano anche sugli altri aspetti. Ma soprattutto la regia. Devo dire
che Emanuele Gamba ha veramente dato un’anima tutta nostrana all’opera. Persino
la nostra orchestra é guidata da Stefano Brondi in maniera del tutto personale.
Pur essendo cantata in inglese il nostro Spring
Awakening é veramente un pezzo di teatro italiano.
Oltre ad essere un professionista affermato in campo
teatrale, tu sei anche un musicista di grande esperienza: quali sono le
peculiarità della componente musicale di Spring?
Non voglio
togliere il mestiere al mio direttore musicale, Stefano Brondi, che é il vero
guru in materia, ma di certo la commistione tra rock e arrangiamenti classici,
le superlative armonizzazioni vocali e l’orecchiabilità radiofonica assolutamente
virale di certi ritornelli. Inoltre i testi sono, a differenza ahimè di molti
altri musical, di assoluto valore poetico, densi di richiami a simbologie
classiche, dalla tradizione greca a Shakespeare, il tutto farcito di slang
MTV-style, doppi sensi adolescenziali e qualche parola “forte”. Grandissima
sinergia artistica e umana quella tra Steven Sater e Duncan Sheik. E nell’opera
si sente tutta.
Che genere di pubblico immagini per Spring?
Banalmente
e semplicisticamente, Spring é
considerata un’opera giovanile. Quindi tutti si aspettano un pubblico
prevalentemente fatto di adolescenti. Ma a mio avviso l’opera conquisterà
esattamente il pubblico adulto. Almeno quello più curioso di vedere e di capire
se stesso attraverso i giovani. Come ha ottimamente detto uno dei ragazzi del
cast, Spring sembra essere un opera
scritta dai ragazzi per gli adulti. Non voglio essere a mia volta ecumenico e
scontato, ma credo che tutte le età abbiano da scoprire nell’opera qualcosa che
le rappresenti, che le esorcizzi.
Il 29 ottobre al Teatro Pavarotti di Modena partirà
il tour italiano di Spring, che
toccherà le maggiori città e i principali teatri: che tipo di feedback avete
trovato da parte delle strutture locali?
Spring ha una forza sua, magnetica, contagiosa. Si é
imposto all’attenzione degli operatori culturali pur non potendo contare su un
titolo da cassetta o starlette dell’ultima ora. Chi l’ha visto é rimasto
flashato... (Mi passate il termine?). E il meglio credo debba ancora venire…
Il tour terminerà a maggio 2014 all’Auditorium
Europa di Bologna: cosa succederà dopo?
Intanto
faremo banalmente i conti. Ma certo é che se il pubblico ci avrà gradito Spring sarà on the road anche la
prossima stagione. TodoModo intanto affila le armi su un altro paio di
soggetti. Ma questo é ancora top secret....
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