Report a cura di Fabio Pugliese
Articolo già apparso sul portale
Rome by Wild:
DAL 24 AL 28 settembre la capitale è stata invasa
dal prog italiano anni ’70 con la 22esima edizione del PROGRESSIVAMENTE
FREE FESTIVAL, al Planet Live Club, organizzato dal sempre attivo Guido Bellachioma. Un evento per
celebrare questo straordinario genere che, 30 anni fa, nel nostro paese fu
molto proficuo, e che viene apprezzato ancora oggi in tutto il mondo.
L’edizione di quest’anno inoltre è stata dedicata
a Pier Niccolò “Bambi” Fossati, chitarrista dei Garybaldi,
scomparso il 7 giugno 2014.
Molti dei protagonisti di allora si sono riuniti per
l’occasione e hanno fatto rivivere ai presenti l’atmosfera magica di quegli
anni. I musicisti hanno reinterpretato i brani di band più e meno famose,
eppure tutte validissime. Erano, infatti, anni in cui anche band con all’attivo
solo qualche 45 giri e una carriera brevissima, avevano qualcosa di molto
interessante da dire.
Altro merito da rendere all’organizzazione è che le
serate sono state rigorosamente gratuite. Rome by Wild è riuscita ad essere
presente alle ultime tre serate del festival ed è proprio in questo venerdì 26
che torna a vivere l’atmosfera prog anni ’70 con i Semiramis sul
palco.
Ad aprire la serata sono i romani Laviantica,
una band attiva addirittura dagli anni ’90, ma sotto il nome Alterego.
Una formazione di 4 elementi: Paolo Perilli, basso e voce solista, Paolo
Musolino, chitarra acustica tastiere e seconda voce, Marco Palma, chitarra
elettrica, e Andrea Schiappelli, batteria. Dal loro unico album, “Clessidra”
del 2013, hanno proposto 5 brani di cui 2 mini-suite dal titolo “L’alba”
e “Laviantica”, completamente strumentali. Devo essere sincero, non sono
rimasto particolarmente colpito dai loro 40 minuti di esibizione.Devo però
riconoscere che sono stati molto bravi nel tentare di proporre qualcosa di
odierno, pur mantenendo i riferimenti a band del passato come Banco Del
Mutuo Soccorso o Le Orme. Di sicuro è una band che merita
più di un ascolto.
Cambio di palco e alle 23:15 si entra nella storia del
prog anni ’70 con i tanto attesi Semiramis. Anche loro romani
con alle spalle un solo album registrato nel 1973 dal titolo “Dedicato a
Frazz”, considerato a buon ragione come uno dei migliori album del rock
progressivo italiano. Nella formazione che ha sfornato questo piccolo gioiello,
alla chitarra solista e voce troviamo Michele Zarrillo, si avete
letto bene proprio lui, il cantante di musica leggera che ebbe un buon successo
al Festival di Sanremo del 1981 con il brano “Una Rosa Blu”, inizio di
una nuova carriera. Alle tastiere invece il fratello Maurizio (Zarrillo).
Peccato che in questa occasione, al Planet Live, il celebre cantante non abbia
potuto partecipare per altri impegni professionali; i suoi sostituti
comunque, Vito Ardito alla voce e il giovane Antonio
Trapani alla chitarra elettrica, hanno dato prova di grande talento.
Maurizio invece era presente, insieme agli altri componenti originali della
band: Paolo Faenza alla batteria e Giampiero Artegiani alla
chitarra acustica. A completare la line up i nuovi Ivo Mileto al
basso e Daniele Sorrenti alle altre tastiere e flauto.
Per la band si è trattato della prima esibizione dopo 40 anni, ma sinceramente l’impressione che mi hanno dato non era questa, e neanche all’audience in sala, dato che al termine di ogni canzone era un boato di applausi dal numeroso pubblico accorso al Planet. Un susseguirsi di intrecci tastieristici e chitarra elettrica, intervallati da parti di chitarra acustica, sono gli ingredienti di questa loro performance che comprende anche passaggi a volte barocchi e hard rock. “Luna Park”, “Uno zoo di vetro”, “Per una strada affollata” e tutti i rimanenti brani del disco sono stati eseguiti in maniera impeccabile, in 50 minuti scarsi di concerto.
Per la band si è trattato della prima esibizione dopo 40 anni, ma sinceramente l’impressione che mi hanno dato non era questa, e neanche all’audience in sala, dato che al termine di ogni canzone era un boato di applausi dal numeroso pubblico accorso al Planet. Un susseguirsi di intrecci tastieristici e chitarra elettrica, intervallati da parti di chitarra acustica, sono gli ingredienti di questa loro performance che comprende anche passaggi a volte barocchi e hard rock. “Luna Park”, “Uno zoo di vetro”, “Per una strada affollata” e tutti i rimanenti brani del disco sono stati eseguiti in maniera impeccabile, in 50 minuti scarsi di concerto.
Certo avremmo voluto che non arrivasse mai la fine, ma
la set list, così come il loro repertorio, prevedeva solo l’esecuzione di tutto
l’album. Qualche minuto ancora sul palco per l’inchino e il ringraziamento al
pubblico, e chissà…un futuro con forse un nuovo album?
Intanto grazie ai Semiramis e
al Progressivamente Festival per questa serata!
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