Viola Nocenzi ripropone un nuovo video a
distanza di pochi mesi ma, soprattutto, definisce un progetto che chiude il
cerchio legato alla pianificazione e apre la strada al nuovo che avanza, come lei
stessa racconta a seguire.
La Scia è il titolo di questo nuovo
brano, specchio di Viola, della sua anima e del suo particolare momento di
vita, caratterizzato da una buona serenità che permette di contrastare momenti
difficili e periodi bui -che per tutti
arrivano-, stato di grazia favorito in
questo caso dalla Dea Musica.
Non solo
voce -meravigliosa- ma anche danza, arte, immagini, dinamicità e allegria contagiosa,
tanto che definire il suo nuovo “lavoro” … una canzone, appare assai riduttivo.
Non
mancano gli assist e gli assistenti, perché gli affetti vanno coinvolti -ma non
credo sarà stata necessaria una gran opera di persuasione!- e il tocco musicale
e cinematografico contribuiscono ad incrementare il valore del messaggio, da lei stessa sviscerato.
Brano
diviso in due sezioni, una iniziale più intimista ed una seconda che presenta
un deciso cambiamento ritmico, diventando quasi liberatoria, per la
protagonista ma anche per l’ascoltatore, che avverte l’arrivo della marcia in
più che porta al finale gioioso.
Quante
cose regali, quante sogni proponi, di quanto amore ti circondi, Viola, in quei
pochi minuti di musica!?
Ecco il suo pensiero
di inizio estate…
Ci siamo lasciati a inizio anno chiacchierando del tuo video,
Ninnananna, apripista di un nuovo album: come è progredito, dal punto di vista
tecnico, il tuo progetto da gennaio ad oggi?
Dopo Ninnananna si
è aperto per me un mondo completamente nuovo. Abbiamo cominciato a lavorare
seriamente per completare l'intero album e scelto il nuovo singolo che volevamo
far uscire proprio in questo periodo. Quindi Ninnananna è stata un punto di
lancio per la mia emotività, e la straordinaria risposta del pubblico mi ha
stimolato ulteriormente a inserire nuovi brani nel progetto complessivo.
Che tipo di accordo discografico hai raggiunto? Chi curerà la
distribuzione e pubblicizzazione?
Ho deciso di essere “la casa discografica di me stessa”, così
come la produzione, potendo comunque contare sullo straordinario aiuto di
Antonio Sarà e Stefano Arcero nella realizzazione del progetto sonoro e degli
arrangiamenti. Quindi ho firmato un contratto con la casa di distribuzione
Audioglobe, un incontro per me davvero fortunato e stimolante. Da subito ho
sentito che il mio progetto musicale era stato capito e compreso e che c’era,
da parte loro, la volontà di esaltarlo al meglio. Queste sono esattamente le
caratteristiche che cercavo in una collaborazione per un progetto del genere.
Confrontandomi con Nicola Vannini ho trovato questa opportunità davvero unica,
preziosa e innovativa nel panorama musicale odierno.
Passiamo al secondo video, quello appena uscito, relativo al
brano “La Scia”: mi racconti il significato?
“La scia” è un brano al quale tengo molto. Il testo è ispirato ai fondamenti base
della meditazione buddhista, ovviamente senza pretese di proselitismo, ci
mancherebbe, ma cercando solo di comunicare all'ascoltatore una sorta di
introspezione calma e attenta verso il non essere. Questo aspetto rappresenta
una parte del mio carattere, mentre la seconda parte del brano, che esplode in
una pizzica taranta liberatoria, rappresenta un altro aspetto tipico del mio
temperamento. Ho voluto quindi osare senza seguire regole, ma soltanto il mio
istinto. Di conseguenza questo brano si può riassumere con le parole che ho
utilizzato per presentarlo nella mia pagina ufficiale: amore, acqua e libera
danza. È un brano di cui sono compositrice e autrice, ma per un caso non
voluto, in quanto è nato in pochissimi
minuti come se già fosse stato in me da tempo, senza che io mi fossi
consapevole.
La tua varietà di espressiva risulta ancor più chiara
guardandoti… in movimento; nella clip de La Scia la voce diventa uno dei tanti
componenti che metti in gioco, e si unisce alla danza e alla teatralità: è
questa una tua peculiarità o è frutto di un particolare stato d’animo del
momento?
Sicuramente hai sottolineato una mia peculiarità. Infatti
l'idea del videoclip era originariamente diversa. Poi però, quando sono
cominciate le riprese, ho sentito
l'esigenza di esprimere maggiormente me stessa. C'era tanta gente che guardava
e io mi divertivo a ballare, ridere e a far coincidere quelle parole e quelle
note con il mio corpo e le mie espressioni. Alla fine credo sia inevitabile. Io
non mi considero semplicemente una cantante, ma cerco di essere fisicamente
tramite della musica che scrivo. Almeno per me è così e non c'è scollamento tra
la mia natura, il mio carattere, la mia voce e quello che compongo. La danza è
una delle mie grandi passioni, che vivo in una dimensione giocosa senza pretese
di professionismo, perché è già difficile fare un mestiere, figuriamoci due.
Quindi ho voluto inserirla nel video per questo e anche per proporre un
messaggio di libertà, anche corporea, rispetto ai tanti, troppi schemi di
competizione e di apparenza ci vorrebbero vendere come fondamentali. Io credo che l'unica regola
fondamentale sia la non regola, la ricerca della consapevolezza del proprio
essere e della propria natura.
Non ho esperienza… qual è la parte più difficile quando si
decide di creare un video musicale?
Io non ho incontrato grandi difficoltà. Avevo ben chiara
l'idea di ciò che volevo comunicare. Posso solo dire che la scelta della
regista è risultata fondamentale. Giordana Guerriero, con poche parole e il
semplice ascolto del brano, è stata capace di comprendere tutto di me. Quello
che avrei potuto rendere e che avremmo potuto comunicare. Una volta cominciate
le riprese è stato tutto molto spontaneo. Sembrava che ci conoscessimo da
sempre. Così come nella successiva fase di montaggio. Quindi credo che la
caratteristica fondamentale per la realizzazione di un buon video sia l’empatia
tra l'artista e il regista. Così infatti era stato anche per il video di Ninnananna per voce sola, realizzato con
Michelangelo Gargiulo.
Ritieni che uno spezzone fatto di musica e immagini possa
inviare messaggi più importanti rispetto al brano in se?
Non in senso assoluto perché un brano è autonomo nella sua
descrizione. Sicuramente l'opportunità di poter legare immagini e fisicità alle
parole e alle note non è una cosa da sottovalutare. Spesso si può raccontare
anche altro tramite le immagini, aggiungendo informazioni al brano stesso. La
mia scelta in questo videoclip è stata quella di interpretare le mie note e le
mie parole, così come io le percepivo. Quindi riassumendo, credo che il video
possa essere un valore aggiunto, ma il
brano comunque esiste anche a prescindere e offre all'ascoltatore l'opportunità
di avere molti spunti e di viaggiare con la fantasia attraverso quelle note e
quelle parole.
Uno sguardo verso il futuro: cosa ti aspetti dal tuo progetto
musicale?
In genere cerco di non crearmi aspettative in nessuna delle
cose che faccio, perché le aspettative spesso condizionano il risultato e
spesso non sono aderenti alla realtà. Perché secondo me quasi nulla è
prevedibile o controllabile. Unica cosa che so è che uscirà il mio disco e
questa, più che un'aspettativa, è una speranza realizzata. La speranza che avevo
di poter comunicare alle persone il mio cuore, la mia preparazione e il mio
temperamento. L’album si intitolerà “Il
punto di vista” . È composto da brani speciali e fortemente voluti da me e
dall’autore della maggior parte dei testi. Alessio Pracanica, compagno davvero
prezioso di tutta questa avventura.
Ancora una cosa, una mia curiosità: cosa dicono gli esperti
di famiglia di questo tuo nuovo impegno?
Per fortuna sono sempre stata sostenuta dalla mia famiglia
che mi conosce bene e ascolta la musica che scrivo da quando avevo quattro
anni. Presenza fondamentale all’interno di questo progetto è quella di mio
fratello Mario Valerio Nocenzi,
fondatore e direttore della Banco Factory, che mi fa da manager e da
mentore. In secondo luogo da mio padre che ha sempre stimato il mio modo di
fare musica, pur notando le differenze espressive e compositive esistenti tra
noi, dandomi la grande gioia di suonare il pianoforte in due brani del disco.
L'altro fratello Michelangelo Nocenzi, sensibilissimo compositore di musica,
nonché ottimo pianista, è sempre presente accanto a me, con il suo sostegno e i
suoi consigli. E infine, but not least, mia madre, che come tutte le grandi
donne, riesce a legare insieme tutti questi fili magici.
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