NOS
– Nessuna Ostentazione sonora
di
Andrea Zappaterra
Esiste
un tipo di musica assolutamente fuori da ogni schema che si avvale
delle più sofisticate e strane tecnologie, che potrebbe definirsi
semplicemente elettronica, ma va oltre tale definizione in quanto la
ricerca e la sperimentazione scendono nei meandri delle nostre
percezioni sviscerando qualcosa di ancestrale sepolto nel nostro
intimo.
Cultori
di questo nuovo modo di fare musica sono i NOS
(Nessuna Ostentazione Sonora, alias Riccardo
Canessa, Claudio
Ferrari, Marco
Cacciamani) che sorprendono il pubblico ad ogni esibizione
con effetti anche visivi oltre che sonori gestiti dal sapiente
contributo di Gianriccardo
Scheri.
Si
esibiscono generalmente dal vivo, in quanto l’empatia che si crea
difficilmente può essere riprodotta in studio proprio perché il
viaggio musicale non può essere mai lo stesso e mai uguale per ogni
ascoltatore.
Queste
le loro considerazioni che meglio di tante parole rendono l’idea
della loro esperienza musicale:
“Dopo
alcune lunghe notturne considerazioni, nel novembre del 2008 abbiamo
insieme convenuto sulla presenza assoluta del suono in tutti i
livelli delle nostre percezioni quotidiane; rumori di fondo che
invadono i nostri rispettivi spazi abitativi e quindi le nostre
menti.
N'è
scaturita la coscienza di una inevitabile archeologia sonora che ci
accomuna e che scava nelle stratificazioni della nostra memoria, nei
detriti delle nostre diverse avventure musicali.
Il
rapporto che abbiamo in comune tra suono e spazio, ci ha condotto ad
un approccio disinibito nel pensare e creare dimensioni sonore, che
nasce da una quasi totale estraneità a quelle regole che spesso
limitano la messa in opera di idee, sensazioni, empatie.
Non
un rapporto superficiale con la musica, ma la scelta di una
sperimentazione, non come elucubrazione concettuale asettica e fine a
se stessa, ma forza creativa a 360°.
Il
nostro contatto plastico e spaziale con il suono è... da
"rabdomanti" di frequenze e intensità, da lavoratori di
ritmi, empirici artigiani che utilizzano la frammentazione musicale
come il pittore fa materia colorata e cercano di rendere
irriconoscibili gli "strumenti" utilizzati, mescolandoli e
manipolandoli per raggiungere una obliqua dimensione di estraniamento
estetico e tecnico.
Così
il nostro prodotto finale deve intendersi come una manifestazione
esistenziale polimorfa, attiva proprio nel suo continuo trasformarsi
e mettersi in discussione; riconoscersi nel proprio stato
d'incompletezza contraddittoria e sperimentazione mai ortodossa.”
Ed alcune citazioni di riferimento:
"Esistono
tre dimensioni in musica: l'orizzontale, la verticale e la crescita o
fa decrescita dinamica. Ne aggiungo una quarta, la proiezione sonora
- quella sensazione che il suono ci stia lasciando senza speranza di
essere riflesso all'indietro...- per l'orecchio, così come per
l'occhio, quel senso di proiezione, di viaggio nello spazio."
(Edgar
Varese)
"Si
diventa empirici in un modo mai raggiunto dal compositore classico.
Si lavora direttamente con il suono, e non c'è nessuna perdita
d'informazioni tra te e il suono - sei tu a manipolarlo.
Questo colloca il compositore nella stessa posizione di un pittore -
lavora direttamente con un materiale, direttamente su una
sostanza..."
(Max
Neuhaus)
"Così
come il mondo si è spostato verso un oceano di informazioni, la
musica tende all'immersione. I fruitori gravitano in quell'oceano; i
musicisti sono diventati viaggiatori virtuali, creatori di un teatro
sonico, trasmettitori della totalità dei segnali ricevuti via etere.
"
(David
Toop)
"Se
oggi, mentre noi possediamo forse mille macchine diverse, possiamo
distinguere mille rumori diversi, domani, col moltiplicarsi di nuove
macchine, potremo distinguere dieci, venti o trentamila rumori
diversi, non da imitare semplicemente, ma da combinare secondo la
nostra fantasia."
(Luigi
Russolo)
NOS
(Nessuna Ostentazione Sonora)
gruppo
d'improvvisazione elettrotecnica
composto
da
Riccardo
Canessa: toofs
Claudio
Ferrari: treatments
Marco
Cacciamani: devices
mixing
video di Gianriccardo Scheri
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