KEITH EMERSON STAR DELLA CLASSICA A 70 ANNI
di Corrado Canonici
Ottobre 2014
Corrado Canonici è stato amico e agente di Keith Emerson… nell’ottobre
del 2014 raccontava a MAT2020 quanto segue…
Keith Emerson, sì, lui, quello degli Emerson Lake & Palmer. Lo
stesso che nell’album del 1977 “Works Vol. 1” ha incluso il “Piano
Concerto no.1”, un pezzo interamente classico che i critici (non avendo
assolutamente niente di meglio da fare) hanno deciso di sminuire come fosse un
esercizio di pomposità e megalomania, mentre invece era solo voglia di un
musicista vero di cambiare ed esplorare. Keith Emerson, nato il 2 novembre del
1944 (come passa il tempo…), compie quest’anno 70 anni.
In occasione di questo importante
compleanno, la South Shore Symphony Orchestra, USA ha dedicato due serate-omaggio
a Keith il 10 e 11 ottobre, sotto la direzione d’orchestra di Scott
Jackson Wiley.
Alla piacevole sorpresa di vedere Keith
su di un palco classico, si è aggiunta la seconda sorpresa di vederlo dirigere!
Infatti il maturo Keith è apparso come convincente e competente direttore d’orchestra
ospite; in questa veste ha diretto due suoi brani composti per l’occasione.
Il concerto ha visto anche la
partecipazione di Jeffrey Biegel, pianista preferito da Emerson per
l’esecuzione del suo “Piano Concerto no.1”, eseguito strepitosamente
da Jeffrey sotto la direzione di Jackson Wiley.
Ecco il terzo movimento del Concerto,
dalla serata dell’11 ottobre:
Il Concerto verrà registrato su Naxos,
etichetta storica della musica classica, da Jeffrey Biegel assieme alla “Rhapsody
in Blue” di Gershwin (Emerson e Gershwin sullo stesso CD di musica classica?
Personalmente lo trovo bellissimo).
Non sono mancati ovviamente i momenti
solistici di Keith, che ha suonato una nuova e accattivante versione jazz del
suo “Tarkus” ed una rock di “Malambo” di Alberto Ginastera.
Emerson è un musicista che, nonostante
abbia toccato molti cuori con il prog-rock, non ha mai disdegnato il blues, il
jazz, la classica; tutte influenze evidentissime nei suoi lavori sia con i Nice
che con gli EL&P. Questo il pubblico l’ha sentito e apprezzato, salutando
letteralmente ogni pezzo con una standing ovation. Entrambi i concerti hanno
registrato il tutto esaurito da molti giorni prima.
Vorrei concludere con un piccolo atto di
giustizia verso Keith, musicista che trovo essere celebrato molto meno di
quanto dovrebbe: a differenza di molti suoi colleghi prog, che hanno continuato
a “suonarsi addosso” senza rischi tutta la vita, Emerson non ha mai avuto paura
di buttarsi in nuove correnti, nuovi esperimenti, come solo un vero musicista può
(e dovrebbe) fare. E quando l’amore della musica e l’onestà di intenti sono le
forze che ti guidano, non puoi mai, in nessun caso, esserti sbagliato.
Quella con la South Shore Symphony è
stata un’esperienza meravigliosa che verrà ripetuta nel 2015, continuando le
celebrazioni per il 70esimo; e molto probabilmente anche in Italia.
Per ora, lunga vita a Keith Emerson, un
vero genio della musica. Punto e basta.
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