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giovedì 11 luglio 2019

KEITH EMERSON STAR DELLA MUSICA CLASSICA

KEITH EMERSON STAR DELLA CLASSICA A 70 ANNI
di Corrado Canonici
Ottobre 2014

Corrado Canonici è stato amico e agente di Keith Emerson… nell’ottobre del 2014 raccontava a MAT2020 quanto segue…

Keith Emerson, sì, lui, quello degli Emerson Lake & Palmer. Lo stesso che nell’album del 1977 “Works Vol. 1” ha incluso il “Piano Concerto no.1”, un pezzo interamente classico che i critici (non avendo assolutamente niente di meglio da fare) hanno deciso di sminuire come fosse un esercizio di pomposità e megalomania, mentre invece era solo voglia di un musicista vero di cambiare ed esplorare. Keith Emerson, nato il 2 novembre del 1944 (come passa il tempo…), compie quest’anno 70 anni.
In occasione di questo importante compleanno, la South Shore Symphony Orchestra, USA ha dedicato due serate-omaggio a Keith il 10 e 11 ottobre, sotto la direzione d’orchestra di Scott Jackson Wiley.
Alla piacevole sorpresa di vedere Keith su di un palco classico, si è aggiunta la seconda sorpresa di vederlo dirigere! Infatti il maturo Keith è apparso come convincente e competente direttore d’orchestra ospite; in questa veste ha diretto due suoi brani composti per l’occasione.
Il concerto ha visto anche la partecipazione di Jeffrey Biegel, pianista preferito da Emerson per l’esecuzione del suo “Piano Concerto no.1”, eseguito strepitosamente da Jeffrey sotto la direzione di Jackson Wiley.
Ecco il terzo movimento del Concerto, dalla serata dell’11 ottobre:

Il Concerto verrà registrato su Naxos, etichetta storica della musica classica, da Jeffrey Biegel assieme alla “Rhapsody in Blue” di Gershwin (Emerson e Gershwin sullo stesso CD di musica classica? Personalmente lo trovo bellissimo).
Non sono mancati ovviamente i momenti solistici di Keith, che ha suonato una nuova e accattivante versione jazz del suo “Tarkus” ed una rock di “Malambo” di Alberto Ginastera.
Emerson è un musicista che, nonostante abbia toccato molti cuori con il prog-rock, non ha mai disdegnato il blues, il jazz, la classica; tutte influenze evidentissime nei suoi lavori sia con i Nice che con gli EL&P. Questo il pubblico l’ha sentito e apprezzato, salutando letteralmente ogni pezzo con una standing ovation. Entrambi i concerti hanno registrato il tutto esaurito da molti giorni prima.
Vorrei concludere con un piccolo atto di giustizia verso Keith, musicista che trovo essere celebrato molto meno di quanto dovrebbe: a differenza di molti suoi colleghi prog, che hanno continuato a “suonarsi addosso” senza rischi tutta la vita, Emerson non ha mai avuto paura di buttarsi in nuove correnti, nuovi esperimenti, come solo un vero musicista può (e dovrebbe) fare. E quando l’amore della musica e l’onestà di intenti sono le forze che ti guidano, non puoi mai, in nessun caso, esserti sbagliato.

Quella con la South Shore Symphony è stata un’esperienza meravigliosa che verrà ripetuta nel 2015, continuando le celebrazioni per il 70esimo; e molto probabilmente anche in Italia.
Per ora, lunga vita a Keith Emerson, un vero genio della musica. Punto e basta.


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