21 luglio
"Le belle persone si
distinguono, non si mettono in mostra.
Semplicemente si vestono ed escono, chi
può le riconosce."
(Cesare Pavese)
Ci sarai sempre. Buon viaggio Capitano!
Wazza
Cinque anni senza Francesco Di
Giacomo e senza la sua vocalità unica al mondo
Di Antonio Capitano
Se la propria bacheca è anche una sorta di diario allora
vorrei annotare un ricordo che riguarda un gruppo musicale. Siamo negli anni Ottanta
e la musica italiana risentiva di notevoli influenze non sempre positive.
L'esplosione delle emittenti radiofoniche permetteva una notevole fruibilità
almeno nella quantità delle cose da ascoltare. Erano gli anni dell'autoradio
estraibile che non doveva mancare in ogni automobile. Erano anche gli anni dei
sistemi Hi Fi componibili. Con la nostalgia di quel vinile fatto suonare grazie
a quella puntina che ci lasciava in panne proprio quando ci serviva.
In questo quadro un complesso innovativo si stava facendo
strada. Un concerto del Banco era sempre una piacevole scoperta. Un genere
musicale che si distingueva da quello melenso che riempiva spiagge e stanze. Il
Banco era differente. La tastiera di Vittorio Nocenzi, la chitarra di Rodolfo
Maltese e soprattutto la voce del “folletto” Francesco Di
Giacomo permettevano di trascorrere una serata all'insegna della qualità
musicale. Sembravano così lontani eppure vivevano a due passi da casa mia.
Gente di provincia e al tempo stesso così poco provinciali. Erano gli anni dei
gruppi che sarebbero durati oltre la stagione dei successi. Le Orme, La PFM, I
Nomadi ecc... ma il Banco a mio avviso aveva una marcia in più proprio grazie
alla voce particolare e internazionale di Francesco. Voce che poteva spaziare
in diversi generi con una potenza e dolcezza al tempo stesso. Il destino,
purtroppo, si è accanito su questo gruppo e allora rimane tutto il ricordo e la
nostalgia per quelle serate e anche quella chiacchierata al Bar Milleluci con
quei “ragazzi” capaci di suonare veramente con passione ed entusiasmo che a
distanza di anni “mi viene da
pensare”…
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