Foto
dal Creation Of Peace Festival, Kazan, Russia, 2006
Articolo apparso su MAT2020 dell’aprile 2016
Nel momento del pieno sconcerto, appena avuta la notizia
della scomparsa di Keith Emerson, la prima cosa che ci è venuta in mente è stata
quella di ricordarlo in modo adeguato, con la sola nostra possibilità che è
quella dell’utilizzo di carta e inchiostro digitale.
Ci siamo rivolti a Corrado Canonici, suo agente, già
collaboratore di MAT2020: chi meglio di lui, che gli ha vissuto accanto, poteva
lasciare un ricordo significativo?
KEITH EMERSON: UN RICORDO
di Corrado Canonici
Keith Emerson dei Nice e
degli Emerson, Lake & Palmer, il Jimi Hendrix delle tastiere: non è uno
scherzo di cattivo gusto, quel Keith Emerson non è più tra noi.
Keith è morto nella notte fra il 10 e l’11
marzo nella sua casa di Santamonica, California. Mari, la sua compagna di lunga
data, donna bella, intelligente e devota a Keith ed alla sua musica, lo ha
trovato così, tornando a casa. Non riesco a non pensare a Mari costantemente,
alla forza di cui avrà bisogno per fronteggiare un trauma così grande.
Ma non vogliamo ricordare Keith per la parte
finale e tragica della sua vita, pensiamo invece a quello che ci ha regalato, agli
album geniali che hanno cambiato la storia del rock.
Come lo ricordo io?
Ricordo l’incontro con il manager storico di
EL&P, Stewart Young, quando l’ho contattato per vedere se gli andava di
avere Emerson di nuovo in tour: mi incontra a Notting Hill e mi fa un’intervista
inquisitoria, serissima, voleva essere sicuro che fossi la persona giusta.
Ricordo il primo incontro con Keith pochi giorni dopo aver incontrato Stewart;
l’appuntamento con Keith è a Londra, Goodge Street. Non trovo il ristorante,
quindi lo chiamo: “Dov’è il ristorante?
Non ti trovo”. E lui mi guida al telefono con il suo tipico humour: “Attento quando attraversi la strada, guarda
quell’auto che sta arrivando, ecco ora è libero” – quindi lui mi vedeva ma
io no! Gli chiedo dove diavolo è, ma lui ridendo sotto i baffi non me lo dice. Improvvisamente
me lo trovo di fronte sul marciapiede, letteralmente saltato fuori da dietro un
cartello, atterrando a gambe larghe come per dire: “Signore e Signori, Keith Emerson”. Scoppio a ridere, lui mi stringe
la mano; tutto inizia in quel ristorante di sushi, nostra passione comune.
Il
camion degli strumenti parcheggiato fuori dall’hotel, in Austria (foto Canonici)
Ricordo con orgoglio il primo tour
organizzato per lui, iniziato con difficoltà (cattivi promoters si incontrano,
a volte) ma poi diventato di grande successo, accoglienze fantastiche
dappertutto. Ricordo la sua felicità di essere tornato on stage e la voglia di
continuare, che poi lo ha portato ad incontrare il suo collaboratore Marc
Bonilla, grandissimo chitarrista e vocalist che ha saputo stimolare Keith così tanto
da, finalmente, tornare a registrare un nuovo album dopo anni di inattività
discografica. Ricordo un altro tour, il concerto in Austria davanti al suggestivo
castello di Wiesen, poi il giorno dopo il volo su Roma, alla stessa ora della
finale del campionato mondiale, quello vinto dall’Italia. Ho viaggiato in aereo
vicino ad uno dei figli di Keith, Darren, che aveva deciso di seguire alcune
date per stare vicino al padre. Ci siamo fatti quattro risate, Darren si muove
come Keith da giovane ed ha lo stesso humour. Il giorno dopo si suonava a Roma.
Keith mi chiede di scrivergli l’inno italiano, che vuole suonare al Moog per
iniziare il concerto. Mi chiede se mi serve una tastiera, al che lo guardo
scherzosamente con sufficienza e gli dico: “Ovviamente
no” (nella mia ‘vita precedente’ ho suonato professionalmente, ho le note
in testa, non devo suonarle per scriverle). Vedo un cambio nel suo
atteggiamento, un sorriso compiaciuto; quando Keith capisce di aver a che fare
con musicisti diventa diverso, si avvicina. Per Keith, se uno ama la musica e
la può suonare, vuol dire che lo può capire. Penso che il cambiamento da agente
ad amico sia avvenuto lì, in quell’hotel, con me che gli scrivo le note
dell’Inno di Mameli.
Impossibile non ricordare quando ci è
capitato di suonare alcune note assieme, lui al piano ed io al contrabbasso; e
Keith che mi dice “Perchè non suoni con
me alla RAI il prossimo mese?”. Suonare con Emerson: da ragazzino me lo
sognavo. A quell’apparizione RAI ne sono seguite un paio d’altre, grande
divertimento.
Il tour russo è stato uno dei migliori, con
il concerto finale alla “Creation Of Peace Festival”, dove oltre a Keith come
headliner c’era Patty Smith. 250,000 persone di pubblico, bellissimo; poi
seguito da due date a Mosca ed una a San Pietroburgo – dalle date di Mosca sono
usciti un CD ed un DVD. Mi sento orgoglioso ed onorato di aver contribuito a
quelle creazioni di Keith, attraverso il live.
Vorrei concludere con quello che penso sia
un atto di giustizia: dare ad Emerson ciò che è di Emerson. Infatti, sebbene
sia fuor di dubbio che Emerson, Lake & Palmer siano una reazione chimica a
tre, e tutti e tre sono necessari per farla accadere, è anche vero che la
musica è prevalentemente di Keith, lo è sempre stata. Keith era il visionario,
con l’intuizione geniale di abbattere frontiere musicali creando quello che in
fondo è stato il primo ‘villaggio globale’ della musica – dove rock, classica,
blues, jazz e ballads coesistono e si arricchiscono a vicenda creando un
panorama musicale inedito ed interessantissimo. Nel nostro piccolissimo,
continueremo con la tribute band “3C” a portare la bandiera della sua musica a
cui tanto teneva. Il nome ce l’ha dato Keith stesso quando ha registrato
gentilmente un video-messaggio di saluto per noi, gesto di grande generosità,
tipico del personaggio.
Keith Emerson: grazie di cuore. Sei stato un
genio. Ci mancherai tantissimo.
Foto
del party dopo il concerto ELP reunion di Londra, High-Voltage Festival (20,000
persone), 2010, l’ultimo concerto in assoluto di ELP insieme (foto Canonici)
SUGGERIMENTI
Dall’ultimo concerto di ELP, High Voltage Festival,
Londra, 2010
dal concerto di Mosca di cui ci sono disponibili CD
e DVD
RAI1, 50 Canzonissime, dove ho avuto per la prima
volta il piacere di suonare con lui.
la nostra tribute band che Emerson ha “battezzato”
e a cui ha dedicato un video-messaggio.
Keith
con Chris Squire, Alan White and Simon Kirke nel 2007, dopo aver aperto per la
reunion dei Led Zeppelin, O2 Arena, London
Corrado Canonici, di base a Londra, nasce come
contrabbassista professionista per poi diventare agente, rappresentando fra gli
altri proprio Emerson dal 2004.
Dall’anno scorso ha formato, assieme ai vecchi
amici Colò e Carlini, la ELP tribute band CC&C, che Emerson ha ribattezzato
3C (www.emersonlakepalmer3c.com)
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