2DAYS
PROG +1 FESTIVAL 2025 Veruno / Revislate
Reportage
fotografico di Alice Bellati con piccola
cronaca di Mario Eugenio Cominotti per MAT2020
Day
Two - sabato 6 settembre
Cielo
ancora splendidamente sereno e pubblico di appassionati proveniente anche da
vari paesi europei già numeroso nel primo pomeriggio per questa seconda giornata
alla edizione 2025 del Festival Prog internazionale di Veruno.
Anche
oggi il programma dei concerti è ricchissimo, con quattro Band che si
avvicenderanno sul grande palco nel campo sportivo di Revislate,
attrezzato e organizzato in modo ideale per valorizzare anche scenicamente al
meglio le performance live delle band, ma soprattutto per rendere merito alla
qualità dei suoni, grazie all’eccellente qualità degli impianti e dello staff
tecnico.
Apre la storica band italiana progressive degli Alphataurus, nata a Milano nel 1970 debuttando con il primo omonimo album nel 1973, ormai vero e proprio cult. La band amatissima dagli appassionati è tornata lo scorso anno con una nuova formazione e il nuovo concept album “2084: Viaggio Nel Nulla” che ho avuto modo di apprezzare dal vivo a Milano alla Casa di Alex per Prog-MI.
Della formazione originale è rimasto il solo tastierista Pietro Pellegrini ma la nuova band,
rimasta fedele alla sua storia e alle sue “radici” tra Prog sinfonico e
e Rock anni’70 quanto in continua evoluzione, è di fatto un supergruppo
formato da eccellenti musicisti dell’area milanese che ho avuto modo di
apprezzare in tante diverse situazioni come in questa magnifica occasione di
grande impatto e atmosfera: Franco Giaffreda – voce
solista e frontman, chitarra, flauto (Get’em Out), Tony Alemanno – basso (Five
Friends, Trip), Andrea
Massimo – chitarre, voce (Banaau), Diego Mariani – batteria,
percussioni, voce e Andrea
Guizzetti – pianoforte, tastiere, voce (Talkin Drum).
Il sole sta cominciando a calare ma la sorpresa – meraviglia! – arriva sfolgorante dal sole nascente, con le Ars Nova, band giapponese squisitamente tutta al femminile (chissà perché quelle tutte al maschile non fanno mai notizia…) che prende immediatamente la scena con un impatto di grande teatralità anche grazie al suo look a metà tra quello di antiche tra geishe e scolarette uscite da un manga futuribile.
La musica non è
da meno, complessa quanto godibile e di grande originalità e stile, tra echi
classici e prog postmoderno, eccellenti le tastieriste Keiko
Kumagai (autrice dei brani) e Mika
Nakajima e la strepitosa e folle
batterista Akiko Takahashi. Assente purtroppo la bassista Shinko
“Panky” Shibata ma di
grande impatto scenico e lirismo la sorprendente Sayuri
Aruga alla voce.
Con un tramonto spettacolare arriva la sera con la terza band, da Berlino la storica (1967) formazione Krautrock degli Agitation Free, che subito mi affascina con sonorità ipnotiche e psichedelia tra improvvisazione e intrecci raffinatissimi di chitarre (Lutz Graf-Ulbrich – spirito guida della band – e Axel Heilhecker) e tastiere (Tim Sund) che avvolgono il pubblico sostenuti da una ritmica inesorabilmente incalzante, grazie a Daniel Cordes al basso e a Burghard Rausch alla batteria.
Gli
Agitation Free ci accompagnano così in un lungo e intenso vero e proprio
viaggio tra paesaggi sonori lontani, meritatamente applauditi da un pubblico
attento e partecipe.
Grandissima emozione e pubblico letteralmente alle stelle
per l’apparizione sul palco, tra mito e leggenda, di una delle band più amate e
carismatiche di tutta la storia del Progressive rock, ma non quello più
sinfonico o hard rock, quanto quello dal lato più caldo e intensamente debitore
al jazz e al grande blues, con la potenza impressionante della
monumentale band dei Colosseum! Il batterista Jon
Hiseman e il sassofonista tenore Dick
Heckstall – Smith,
fondatori del gruppo londinese nel 1968, purtroppo ci hanno lasciati da tempo e
il tastierista Dave Greenslade ha abbandonato il nuovo progetto nel 2010, ma sul palco
ancora oggi ci sono, e davvero in grandissima forma, il chitarrista Clem Clempson e il bassista Mark
Clarke … e poi alla voce, dalla
vetta dei suoi tuonanti 85 anni, un gigante dalla voce ancora scolpita nel
marmo, Chris Farlowe (io lo ricordo ancora con gli amati Atomic
Rooster di Vincent Crane e Carl Palmer), con i Colosseum dal 1970 con l’album Daughter
Of Time.
Non poteva mancare nel live dei Colosseum, per quanto rivisitata nell’arrangiamento, il loro grande classico dei classici, quella “Valentyne Suite” sempre risplendente tra le vette del prog … mi ha sorpreso in scaletta e dato ancora un grandissimo piacere ed emozione ritrovare anche la splendida “Lost Angels”, dal doppio album “Colosseum live”, brano di grande scrittura e ancora perfetto per far risaltare la grande voce e passione di Chris Farlowe. “Theme For An Imaginary Western”, romantico e bellissimo pezzo dell’indimenticabile Jack Bruce, chiude il Concerto e questa seconda formidabile giornata del Festival di Veruno. Si chiude così il sipario anche sul Day Two, un saluto agli amici e con Alice di nuovo subito in auto verso l’accogliente B&B, in attesa della giornata conclusiva del festival, domani.
Il set degli Alphataurus
Ars Nova
Agitation Free
Colosseum
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