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giovedì 16 ottobre 2025

Commento (e reportage fotografico) della 2° giornata del 2DAYS PROG +1 FESTIVAL 2025 Veruno / Revislate



2DAYS PROG +1 FESTIVAL 2025 Veruno / Revislate

Reportage fotografico di Alice Bellati con piccola cronaca di Mario Eugenio Cominotti per MAT2020

Day Two - sabato 6 settembre


Cielo ancora splendidamente sereno e pubblico di appassionati proveniente anche da vari paesi europei già numeroso nel primo pomeriggio per questa seconda giornata alla edizione 2025 del Festival Prog internazionale di Veruno.

 

Il racconto della 1° giornata

 

Anche oggi il programma dei concerti è ricchissimo, con quattro Band che si avvicenderanno sul grande palco nel campo sportivo di Revislate, attrezzato e organizzato in modo ideale per valorizzare anche scenicamente al meglio le performance live delle band, ma soprattutto per rendere merito alla qualità dei suoni, grazie all’eccellente qualità degli impianti e dello staff tecnico.

Apre la storica band italiana progressive degli Alphataurus, nata a Milano nel 1970 debuttando con il primo omonimo album nel 1973, ormai vero e proprio cult. La band amatissima dagli appassionati è tornata lo scorso anno con una nuova formazione e il nuovo concept album “2084: Viaggio Nel Nulla” che ho avuto modo di apprezzare dal vivo a Milano alla Casa di Alex per Prog-MI

Della formazione originale è rimasto il solo tastierista Pietro Pellegrini ma la nuova band, rimasta fedele alla sua storia e alle sue “radici” tra Prog sinfonico e e Rock anni’70 quanto in continua evoluzione, è di fatto un supergruppo formato da eccellenti musicisti dell’area milanese che ho avuto modo di apprezzare in tante diverse situazioni come in questa magnifica occasione di grande impatto e atmosfera: Franco Giaffreda – voce solista e frontman, chitarra, flauto (Get’em Out), Tony Alemanno – basso (Five Friends, Trip), Andrea Massimo – chitarre, voce (Banaau), Diego Mariani – batteria, percussioni, voce e Andrea Guizzetti – pianoforte, tastiere, voce (Talkin Drum).

Il sole sta cominciando a calare ma la sorpresa – meraviglia! – arriva sfolgorante dal sole nascente, con le Ars Nova, band giapponese squisitamente tutta al femminile (chissà perché quelle tutte al maschile non fanno mai notizia…) che prende immediatamente la scena con un impatto di grande teatralità anche grazie al suo look a metà tra quello di antiche tra geishe e scolarette uscite da un manga futuribile.

La musica non è da meno, complessa quanto godibile e di grande originalità e stile, tra echi classici e prog postmoderno, eccellenti le tastieriste Keiko Kumagai (autrice dei brani) e Mika Nakajima e la strepitosa e folle batterista Akiko Takahashi. Assente purtroppo la bassista Shinko “Panky” Shibata ma di grande impatto scenico e lirismo la sorprendente Sayuri Aruga alla voce.

Con un tramonto spettacolare arriva la sera con la terza band, da Berlino la storica (1967) formazione Krautrock degli Agitation Free, che subito mi affascina con sonorità ipnotiche e psichedelia tra improvvisazione e intrecci raffinatissimi di chitarre (Lutz Graf-Ulbrich – spirito guida della band – e Axel Heilhecker) e tastiere (Tim Sund) che avvolgono il pubblico sostenuti da una ritmica inesorabilmente incalzante, grazie a Daniel Cordes al basso e a Burghard Rausch alla batteria. 

Gli Agitation Free ci accompagnano così in un lungo e intenso vero e proprio viaggio tra paesaggi sonori lontani, meritatamente applauditi da un pubblico attento e partecipe.

Grandissima emozione e pubblico letteralmente alle stelle per l’apparizione sul palco, tra mito e leggenda, di una delle band più amate e carismatiche di tutta la storia del Progressive rock, ma non quello più sinfonico o hard rock, quanto quello dal lato più caldo e intensamente debitore al jazz e al grande blues, con la potenza impressionante della monumentale band dei Colosseum! Il batterista Jon Hiseman e il sassofonista tenore Dick Heckstall – Smith, fondatori del gruppo londinese nel 1968, purtroppo ci hanno lasciati da tempo e il tastierista Dave Greenslade ha abbandonato il nuovo progetto nel 2010, ma sul palco ancora oggi ci sono, e davvero in grandissima forma, il chitarrista Clem Clempson e il bassista Mark Clarke … e poi alla voce, dalla vetta dei suoi tuonanti 85 anni, un gigante dalla voce ancora scolpita nel marmo, Chris Farlowe (io lo ricordo ancora con gli amati Atomic Rooster di Vincent Crane e Carl Palmer), con i Colosseum dal 1970 con l’album Daughter Of Time.

Non poteva mancare nel live dei Colosseum, per quanto rivisitata nell’arrangiamento, il loro grande classico dei classici, quella “Valentyne Suite” sempre risplendente tra le vette del prog … mi ha sorpreso in scaletta e dato ancora un grandissimo piacere ed emozione ritrovare anche la splendida “Lost Angels”, dal doppio album “Colosseum live”, brano di grande scrittura e ancora perfetto per far risaltare la grande voce e passione di Chris Farlowe. “Theme For An Imaginary Western”, romantico e bellissimo pezzo dell’indimenticabile Jack Bruce, chiude il Concerto e questa seconda formidabile giornata del Festival di Veruno. Si chiude così il sipario anche sul Day Two, un saluto agli amici e con Alice di nuovo subito in auto verso l’accogliente B&B, in attesa della giornata conclusiva del festival, domani.


 Qualche scatto di Alice Bellati...

Il set degli Alphataurus






Ars Nova





Agitation Free




Colosseum






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