TUTTI I LIQUIDI DI DAVIDE (All Davide's Liquids) - An LGBT “dada pop” ballad
Questa canzone parla dell'amore
tra un uomo e un bel palloncino di nome Davide
Dedicato all'amore in ogni sua
forma, contro ogni razzismo e pregiudizio.
Credits
Music and
Lyrics by Claudio Milano
Arrangements
by NichelOdeon/InSonar
Label:
Snowdonia dischi
Year:
2014
Directed
by Pietro Cinieri (ArtemikaStudio - ProduzioniVideo)
Music by
NichelOdeon/InSonar
Lyrics by
Claudio Milano
Concept by Francesco Paolo
Paladino & Claudio Milano
With
Claudio Milano (storyboard, illustrations, paintings, performance)
Musicians
Claudio
Milano: voices/keyboards
Erica Scherl:
violin
Vanni Floreani: cister/bagpipe
Ermes Ghirardini:
drums/percussion/electronics
Vincenzo Zitello: bardic harp
Vincenzo Vitti: cello
Paolo
Siconofi: sound designer/editing/mixing/mastering
Mimmo
Frioli: sound designer/recording/editing/pre-mixing
Original concept by Francesco
Paolo Paladino
Tutti i liquidi di
Davide
“Alla fine del
mondo
ti ho lasciato un
sorriso, al bisogno”
Davide che ha le
ciglia più lunghe del mondo
non abbastanza da
rubare luce agli occhi
Davide che un lampo
lo ingoia
con un drink,
quattro pastiglie e uno slip bagnato
Davide che si veste
di buio
promettendo di
dividerlo assieme al tuo
per fabbricarsi un
piccolo sole
per fabbricarsi un
piccolo sole
per fabbricarsi un
piccolo sole
o almeno ci
proveremo
o almeno ci
proveremo
Davide e le sue
autostrade nelle vene
che s'arricciano,
tralci contro un muro
Davide è il
lunapark di sinapsi
che al mattino, non
sai più dov'è
Davide che brucia
il tempo
in un sogno feroce
come centostelle
rubate a un bambino
il giorno di Natale
o la notte di San
Lorenzo
quando stelle e
rimorsi
han risalito la
corrente
sperando di non
trovare un orso,
quando Babbo Natale
ha deciso di andare
via
y no quiere volver,
cocou c'est la
mort/(merde)
E si, che chi ti
vuole bene davvero è un dottore,
trasforma ogni tua
scemenza in qualcosa di importante,
anche nel
rimprovero, scioglie i nodi,
senza difendere i
suoi
e ti permette di
entrare nella sua pancia,
dove ha nascosto non
detto, paure,
ridendo una volta
alla luce,
per il tuo
"ammazza che roba",
anche se è solo
merda
anche se è solo
merda
pelle è difesa e
contatto
pelle è difesa e
contatto
anche se è solo
merda
anche se è solo
merda
anche se è solo
merda
anche se è solo...
Separa lunghe
ciglia, con un bacio, un morso,
se necessario
bevendo le tue lacrime per dirti
"pure queste
sono più dolci delle mie, bastardo”
ma le tue,
no, io non le ho
mai conosciute
e a che pro se ho
invece avuto in dono un gioco ormai perduto?
Davide che sa
quando un albero cade
non fa mai rumore
quanto le sue assenze,
di quando un
quartino di speranza s'affaccia
e allora si diamoci
fuoco a Roma, ora!
Ma per favore che
duri soltanto una notte e così sia - Maria der Knotenlöserin -
perché non resti
più niente
che
cardio-ipertrofia
e due buchi sul
collo e dieci anni di meno
una brocca di umori
vivi in fermento
e un mare in piena
che mescola corpi
affogando la luce
nel buio per uscirne vivi,
strizzando con
forza le idee
strizzando nei pugni
le idee
strizzando con
forza le idee
nei pugni le idee
Davide di questa
lagna e quel che dura ti sbagli,
no, non me ne frega
niente
il tempo muta in
proiezione ed un “grazie”
che un giorno avrà
altri occhi
stelle e spalle più
forti
perché l'unica luce
che non so e di cui non chiedo possesso
un giorno l'ho
vista in...
“maggiore o
minore?”
“Te”
Nessun commento:
Posta un commento