21 luglio 2017
“I miei fiori preferiti sono i fiori
selvatici, spontanei, liberi, indomabili.
Quelli che fioriscono senza essere annaffiati,
quelli che profumano di rivoluzione,
quelli che donano a se stessi il diritto a crescere in tutti i luoghi dove la gente pensa che non avrebbero mai potuto farlo."
Quelli che fioriscono senza essere annaffiati,
quelli che profumano di rivoluzione,
quelli che donano a se stessi il diritto a crescere in tutti i luoghi dove la gente pensa che non avrebbero mai potuto farlo."
(Hermana Águila)
Ci sarai
sempre. Buon viaggio capitano!
Wazza
Testo inedito di
Francesco di Giacomo, letto a Stradarolo da Franz di Cioccio, accompagnato da
Gianni Nocenzi al piano e Alessandro Papotto al clarinetto
Io
sono Emullà, scimmia capobranco, un primate
Che
vuol dire che c’ero
prima di te e di tutti gli altri uomini.
Ho avuto anche io la possibilità di diventare uomo ma ho deciso, con gli altri del mio branco, di rimanere scimmia. Di essere scimmia.
Ho avuto anche io la possibilità di diventare uomo ma ho deciso, con gli altri del mio branco, di rimanere scimmia. Di essere scimmia.
Io
sono Emullà questo so e questo ti tramando.
Prima
di te, si prima di te, ho scoperto il fuoco, le maree, la fisica quantistica e
la fionda.
La relatività e l’istinto, che tu chiamerai anima.
La relatività e l’istinto, che tu chiamerai anima.
La meraviglia che tu chiamerai
amore.
L’odore del sesso, che tu non
chiamerai perché ti confonde.
Ma
soprattutto, prima di te, ho scoperto il sogno, quella gioia dolente che non ha
rumore ma ti pervade, ti fa motore, spinta propellente che si fa futuro.
Ecco,
io, Emullà questo so e questo ti tramando.
Al
contrario di voi, noi scimmie sogniamo meno di giorno, perché la luce del sole
non inganna e il progetto del sogno ci è più chiaro.
E allora, ci mettiamo in fila
sullo stesso ramo per avere unidea
di partenza uguale o sulla cima del Monte Torco, che così, ancora, non si
chiama. E da qui guardiamo la grande distesa d’acqua da cui veniamo tutti e il
moto delle onde che lubrifica la nostra genialità.
Noi
abbiamo trovato, una notte, seguendo l’odore della pancia di questa terra, una cosa che abbiamo chiamato la strada delle stelle. Si, perché
é qui che vengono a nascondersi le stelle, spaventate dalla vastità del cielo.
E allora noi le riprendiamo, pezzo per pezzo, e le riconsegniamo
Ecco
che cos’è
quello che voi chiamate allume.
al
cielo con la nostra fionda. Voi prenderete con grande fatica ma userete fino a
un certo punto e tutto al più per colorare i vostri vestiti o per fermare un po di sangue quando vi sbarbate.
Noi
siamo senza bestie piene di peli, ma abbiamo la genialità dei desideri. Per
questo noi restituiamo al cielo le stelle, anche se non tutte ritrovano il loro
posto, anzi, talvolta capita che qualcuno si scontri con un’altra con una velocità suprema.
Tutte
cambiano di posto, ma voi non ve ne accorgete.
Io,
Emullà, scimmia capobranco questo so e questo vi tramando.
Ed
è così che qualche notte in estate, ma anche in inverno, vedi pezzi di stelle,
o stelle intere, che scappano dal cielo per andare a nascondersi sotto queste
montagne e diventare rocce bianche, iridescenti, la strada delle stelle.
Io,
Emullà, scimmia primate questo so e questo ti tramando.
Non ti assicuro però, che quest’ultima parte che ti dico sia
desiderio o bugia damore.
Saprai a suo tempo che ogni cosa a suo tempo ha un suo dritto e un suo contrario come il mio nome.
Saprai a suo tempo che ogni cosa a suo tempo ha un suo dritto e un suo contrario come il mio nome.
Emullà.
(Francesco Di Giacomo)
(Francesco Di Giacomo)
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