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sabato 9 dicembre 2017

Intervista ai Semiramis, di Max Rock Polis


Semiramis, Frazz live. Il ritorno del clown del Prog
di Max Rock Polis

Semiramis“ nella musica italiana è un nome notissimo agli appassionati di Rock progressive, avendo fatto nel 1973 un disco capolavoro, sia nella musica che nei testi, e finanche nella copertina, tanto che l'originale in vinile dell'epoca può valere anche 2000 euro. Sciolti a metà anni '70, si sono riformati qualche anno fa per opera del batterista Paolo Faenza, che ha visto giustamente la possibilità di un loro ritorno in grande stile. E così è stato.


Eccoci qui con Paolo Faenza e i suoi Semiramis. Ciao ragazzi!

P: “Annunciamo gli altri, grazie per i “ragazzi” [ride. ndr]. Ci sono Ivo Mileto, bassista dei Semiramis 2013, Daniele Sorrenti, tastierista nuovo e poi Rino Amato che è l'altro tastierista che affianca Daniele. Tra i due c'è Maurizio Zarrillo che ci guarda da qualche parte, sento molto la sua presenta, soprattutto quando parliamo della musica dei Semiramis, vecchia e nuova perché lui era un membro attivo, oltre che a Giampiero Artegiani che manda i saluti a tutti ma è in studio a lavorare e non è riuscito a venire. Oggi è assente anche il grande Vito Ardito, che è la nuova voce che sostituisce Michele Zarrillo molto molto degnamente e pure David Giacomini, nuovo chitarrista. Maurizio ci ha lasciati il 7 luglio, è un grande vuoto ma loro due a livello di musica sopperiscono sicuramente bene, e in mezzo a loro c'è sempre il buon Maurizio.“

Infatti ci tenevo a ricordarlo. Oggi c'è la grossa opportunità della riscoperta di questo gruppo dei primi anni '70. “Dedicato a Frazz” del 1973 è una pietra miliare del Progressive italiano che possiamo riscoprire in un formato dal vivo spettacolare, nel concerto di Genova. Però la situazione parte da prima, quando Paolo qualche anno fa ha deciso di ritirare le fila del progetto Semiramis.
P: “Sì nel 2013 ero a pranzo con Enzo Vita de Il Rovescio della Medaglia, altra band storica, e stavamo parlando del fatto che avevo chiamato Artegiani e gli avevo detto: “Senti che ne pensi se rimettiamo su i Semiramis? Il Progressive sta tornando di moda, le cose si muovono in un certo modo...”, e lui mi ha detto subito di sì. Giampiero Artegiani è un autore, ha scritto un sacco di cose tra cui “Perdere l'amore” di Ranieri, quattro album di Franco Califano, tre di Massimo Ranieri, sei con Silvia Salemi, tre con lo stesso Michele Zarrillo, Murolo, Maria Carta, ha lavorato per tantissimi grandi, anche con Ivan Graziani. Poi ha detto sì anche Maurizio Zarrillo, mentre Michele, troppo preso dal suo lavoro di cantautore non ha voluto né potuto accettare, e l'altro, Marcello Reddavide, il bassista storico che ha scritto tutta la bellissima opera letteraria dell’album, non se l’è sentita di riprendere il basso elettrico e ha rinunciato. “Dedicato a Frazz” è un concept album come tanti se ne facevano all'epoca. Quando Giampiero Artegiani mi ha detto di sì io ho cominciato a cercare altri elementi, suonando con altre band qui nel circuito di Roma ho trovato Ivo Mileto, Daniele Sorrenti, Antonio Trapani. Antonio è un chitarrista che mi suggerì Enzo Vita, si conoscevano, ma abitando vicino Foggia per 3-4 anni ha resistito a viaggiare per le prove, poi per ragioni logistiche ha abbandonato la situazione e lo abbiamo sostituito con il bravissimo David Giacomini. Con questa formazione abbiamo rimesso su la band, poi nel 2014 ci fu il ventiduesimo anno del Progressivamente free festival organizzato dal grande Guido Bellachioma che ci volle alla serata clou del sabato per la reunion dopo 41 anni dal disco.
 Fatto questo concerto il gruppo ha cominciato un'attività, ma non frenetica, ogni tanto qualche data, poi l'etichetta Black Widow un anno e mezzo fa ci ha chiesto se ci interessava registrare il vecchio disco dal vivo, aggiungendo due pezzi nuovi. Ci siamo messi a scrivere, realizzato i due inediti, uno [“Morire per guarire”, ndr] lo abbiamo suonato a Genova insieme a “Dedicato a Frazz” nella registrazione del live e l'altro, “Mille universi”, era ancora in embrione e non siamo riusciti a registrarlo dal vivo. “Frazz live” è uscito il 10 ottobre 2017, è acquistabile online, è un bellissimo o cofanetto da collezione perché c'è sia il DVD audio/video con sonorità audio pazzesche, mixato ed editato in uno studio qui a Roma, e poi c'è il CD audio  in cui c'è “Mille universi” che abbiamo registrato in studio. Di recente siamo sbarcati anche a Tokyo per un concerto meraviglioso, davanti ad un pubblico di fan giapponesi che non sapevamo così appassionati e conoscitori dei Semiramis e di “Dedicato a Frazz”. Dunque, un'altra grande esperienza. Gli altri Semiramis ti racconteranno le loro sensazioni di questa bella avventura.”

Allora ragazzi, lo sappiamo che voi artisti Prog italiani spopolate in Giappone, com'è stata l'emozione di trovarsi a Tokyo per questo concerto?
D: “È stato qualcosa di inaspettato, soprattutto per me. Un'opportunità stupenda in quanto per vari motivi ho dovuto lasciare la band nel 2015-2016 e oltre che un grande piacere era doveroso riprendere per sostituire l'amico e il “padre dei tasti neri e bianchi”, come io definivo Maurizio Zarrillo. Quindi come si dice, lo spettacolo deva andare avanti, ci siamo messi la camicia e abbiamo lavorato per fare questa trasferta che è stata una cannonata, qualche cosa di stupendo: organizzazione fantastica, un calore da parte dei giapponesi assurdo e, lo possiamo dire, inaspettato perché sinceramente trovarsi in un negozio di dischi ed essere riconosciuti è stato qualche cosa di oltre che particolare, molto piacevole e ripaga di tante fatiche e soprattutto di tanta passione che noi ci mettiamo. È anche un impegno emotivo e fisico bello, dal viaggio al trovare questo popolo completamente diverso da noi che affronta un live in maniera molto diversa da noi: tutti composti, seduti, eleganti nell'ascoltare quest'opera. Abbiamo suonato molto bene, è stata un'esperienza stupenda, c'è poco altro da dire, da ripetere sicuramente perché c'è piaciuta.”

Sono molto diversi da noi, perché noi abbiamo un mare di gruppi Prog di qualità eccellente ma non li facciamo suonare qui e li mandiamo in Canada, negli Stati uniti, in Messico, in Giappone.
D: “E loro non si lamentano del prezzo del biglietto, che andava dai 120 ai 250 Euro, una cosa assurda anche per noi che suonavamo. Bellissima esperienza.”
P:  “Ti posso garantire che i Semiramis dal vivo sono un pugno nello stomaco, una bella botta, non perdonano.”

Vi ho visti dal vivo e posso garantire per voi. Abbiamo “Frazz live”, ma per chi fosse nato dopo il '73, diciamo che questa copertina fantastica è rimasta nella storia del Prog e rappresenta Frazz. Ma chi era?
P: “Frazz [acronimo dei musicisti che incisero il disco, ndr] è un personaggio inventato da Marcello Reddavide. È la storia di uno psicopatico, uno che viveva pensando che nel luna park dove andava fossero tutti lì con le lucine e i giochini per far divertire lui e non perché devi pagare il biglietto e spendere i soldi. Questa è una descrizione molto spicciola, ma il succo è quello. Infatti poi noi impicchiamo il manichino, lo impiccavamo anche nel '73 nei concerti, lo facciamo morire durante il pezzo “Frazz”, ossia, lui stesso uccideva lo psicopatico che era dentro di lui. Questo personaggio guariva e scopriva la realtà cruda e spesso brutta della vita, col consumismo, la globalizzazione e tutto il resto. Logicamente noi lo abbiamo riportato anche a Genova dal vivo, e anche li si è suicidato sulla forca. Il palco a Roma non ce l'ha permesso, volevamo metterlo dietro al buon Rino Amato, ma lui ci ha detto “no, se me lo mettete dietro non riesco a muovermi” [ride, ndr] e ora ci può raccontare le sue sensazioni, di registrare “Dedicato a Frazz” dal vivo.”

Per chi si è perso questo manichino, vada a prendersi il DVD, lo ordini online, digiti “Frazz live” su Google. È un pezzo di storia della musica italiano che ritorna con orgoglio e in forma splendida.
R: “Per rispondere alla domanda devo fare un pò di storia. Era marzo del 2017, io e Paolo con Giampiero, Maurizio e gli altri ci conosciamo da un pò, avevamo 15-17 anni. In quel periodo ci eravamo visti per caso a un'altra cena dove c'era Vita e tanti altri amici anche ex musicisti, avevamo riallacciato i contatti. Quando Daniele per ragioni personali ha dovuto lasciare il gruppo, Paolo mi ha chiesto di sostituirlo. Eravamo a marzo, ad aprile bisognava andare a Genova per suonare, quindi avevo tempo un mese. Però è stato piacevole perché io negli anni '70 ero un piccolo fan dei Semiramis, siamo dello stesso quartiere, io suonavo in un altro gruppo, facevamo lo stesso Progressive, eravamo più giovani di loro: 14-15 anni invece che 17-18. Io non ero mai riuscito a sentire i Semiramis dal vivo per varie circostanze, è una cosa stranissima. Quindi ad aprile 2017 ho potuto ascoltare i Semiramis dal vivo dal un bel posto: ero sul palco [ride, ndr] e suonavo con loro, quindi è stata una bella emozione.”
D: “Ha fatto un bel lavoro in un mese per riprendersi tutte le mie parti, mi ha mandato dei bei colpi ne sono sicuro [ride, ndr].”
P: “Vi garantisco che imparare in poco tempo le parti di tastiera di “Dedicato a Frazz” è veramente un lavoraccio. Ma Rino ce l'ha fatta. Il nostro è definito anche Rock sinfonico.”

Ricordiamo che in questo DVD c'è una parte introduttiva per ogni pezzo.
P: “Sì, noi durante la registrazione del live, proprio per aiutare quelli che sono più giovani e da poco si sono approcciati a questo nostro lavoro, abbiamo inserito delle poesie che Artegiani ha scritto per far comprendere e descrivere il testo di ogni pezzo. Praticamente lui prima dei sette brani del vecchio disco recita queste parti con sottofondo di pianoforte e poi parte il brano di cui ha fatto l'introduzione. È una cosa che a me è piaciuta molto e l'abbiamo messa nel DVD e anche nel CD audio. Tornando al discorso di far ascoltare questo disco “Dedicato a Frazz”, qualcuno ci ha detto… “adesso lo sento con la batteria bene, il basso bene, tutto a posto” perché sul disco vecchio c'erano dei grossi problemi di masterizzazione, su otto piste [in analogico, ndr] abbiamo messo un sacco di cose. Tu calcola che solo la batteria in studio si porta via otto piste, quindi si è registrato prima quella con una parte di pianoforte e chitarra e si è premissato su due piste il tutto. Quando tu poi metti le altre piste, le prime vanno a sparire, hai voglia a “tirare fuori la batteria”: era diventato difficile. Invece con questo nuovo lavoro [in digitale, ndr] finalmente si apprezza “Dedicato a Frazz” nella sua vera potenza, perché all'epoca noi dal vivo eravamo veramente potenti.

E lo siete ancora! Potrà ascoltarvi non solo chi sarà presente ai vostri show, perché è previsto un ritorno dei Semiramis alla composizione e a nuove uscite discografiche.
P: “Sì, diciamo che la Black Widow ci ha chiesto ufficialmente di fare un disco in studio nel 2018, però non è facile vederci tutti perché ognuno ha degli impegni. La stesura dei due brani inediti è stata fatta da me, Giampiero e Rino, con Artegiani che ha scritto il testo di “Mille universi”. Gli altri hanno messo del loro in fase di arrangiamento quando abbiamo tirato su i pezzi. Però è difficile riuscire a trovarsi. Io sto scrivendo cose, tutti quanti ci metteremo a fare qualcosa per riuscire a realizzare questo lavoro nel 2018.”

Secondo te in questo fatto di ritrovarsi, dopo questa pausa degli anni '80, c'è per fortuna un certo ritorno e interesse per il Progressive italiano?
P: “Assolutamente sì, è per questo che quattro anni fa ho voluto rimettere in piedi tutta questa “macchina”. Ti dico una cosa: secondo me la fine anni '70 e gli anni '80 sono stati una bella disgrazia con l'avvento del Punk, che è un genere che rispetto ma non ascolto, perché come ho letto in un libro che parlava di una tournée dei Led zeppelin nel '75 in America [“LZ-'75. I Led zeppelin alla conquista dell'America” di Stephen Davis, ndr], il giornalista che lo ha scritto ha fatto una disamina molto bella. Una volta c'era Jimmy Page sul palco e sotto delle persone che stavano lì e mai avrebbero pensato di potersi mettere al posto suo, invece adesso da quando sono saliti sul palco i Sex Pistols, gente che con gli strumenti ha un pessimo rapporto, i ragazzi che stanno sotto dicono… “pure io adesso posso suonare”. Non c'era più questo rapporto tra la Rock Star e il pubblico, il pubblico poteva tranquillamente stare sul palco al posto della Rock Star di quel momento. Questa è stata la cosa brutta della fine anni '70 inizio anni '80 che è proseguita per tanto tempo.”

È un punto di vista molto interessante. Domanda personale: Paolo, come ti sei trovato a mescolare batteria e vibrafono sul palco?
P: “È molto semplice: quando facevamo le prove nel '71-'72 di “Dedicato a Frazz” con Maurizio Zarrillo, siccome suo padre aveva un'organizzazione musicale, in sala prove c'era un vibrafono. Io l'ho visto e mi sono appassionato, me lo sono portato a casa. Ho sempre studiato un pò musica, solfeggio, quindi sapevo la posizione delle note sulla tastiera del pianoforte: nel vibrafono è la stessa cosa. Ho iniziato a fare delle cose, ho inserito le parti di vibrafono quando c'erano dei momenti di fermo della batteria, e sono diventate un pò la caratteristica di quel disco, la distinzione. Tutta la musica era bella potente, insomma. L'abbiamo riutilizzato anche per i due inediti.”

Ricordiamo “Frazz live” che è un DVD, un CD da avere.
P: “Sì, dentro c'è un libretto con tutte le informazioni, i credits, tutto il resto, ci sono delle foto anche vecchie di concerti nostri dell'epoca, dei nuovi e del concerto di Genova. Un bel prodotto di quelli da tenere, come una volta. Poi uscirà anche il vinile tra un po', lo stanno stampando.”

Immagini di repertorio...






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