THE AARON CLIFT EXPERIMENT-‘IF ALL GOES WRONG’
(Aaron
Clift Productions)
Di
Luca Nappo
Traguardo del terzo album in
studio per The
Aaron Clift Experiment, combo texano, originario d’Austin per la
precisione, incentrato sulla figura di Aaron Clift, cantante, tastierista e
principale compositore della band, qui accompagnato da Devin North al basso e
Tim Smith alla batteria oltre ad una serie d’ospiti nelle varie tracce.
“If All
Goes Wrong” prosegue
il discorso intrapreso dai precedenti lavori ma senza particolari evoluzioni
positive.
La proposta della band s’inserisce
nel cosiddetto "crossover prog", etichetta usata spesso per
catalogare quei gruppi che propongono molte e diversificate influenze nei loro
dischi, un eclettismo sonoro a cui non si sottraggono questi statunitensi.
Il prog classico è saccheggiato
nelle varie tracce (Genesis e King Crimson su tutti) ma anche Rush, Kansas,
King's X, Porcupine Tree e Dream Theater fanno spesso capolino, senza
tralasciare alcune partiture classiche e jazzate.
Una babele di stili che se da un
lato dimostra la preparazione e competenza della band, dall'altro lascia un
senso di ascolto troppo derivativo che non rappresenta certo il massimo per chi
ascolta questo genere e cerca sopratutto stimoli nuovi.
Esempi lampanti sono la seconda traccia
'Last Crash', che assomiglia in maniera imbarazzante a 'YYZ' dei Rush e 'Absent
Lovers' che ricorda i Kansas di lavori seminali come 'Leftouverture' o
'Masque', nonchè 'Savage In A Fancy Suit' in cui si palesano anche i Deep
Purple.
I momenti più interessanti sono i
passaggi più melodici, quei territori AOR come in 'Dream Within a Dream' che la
voce di Clift sottolinea in maniera efficace.
Ma è troppo poco.
L'ascolto è sicuramente piacevole
per tutte le nove tracce, mettendo in evidenza l'ottima preparazione tecnica
della band ma l'effetto sorpresa manca e rispetto all'ottimo esordio 'Lonely
Hills' e al successivo e valido 'Outer Light, Inner Darkness', la ricerca della
band non ha portato grandi novità se non l'ostentazione dei proprie influenze e
la ripetizioni di schemi già abbondantemente proposti.
Se le scelte future non
cambieranno, la band, a partire da questo nuovo album, verrà a stento ricordata
e farà fatica ad emergere in mercato discografico ricco ma spesso usa e getta.
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