TWINK – “Think Pink III”
Di Andrea Pintelli
TWINK, ovvero l'eroe vivente della
musica psichedelica, come in tanti lo hanno definito, rilascia il suo nuovo
disco intitolato “Think Pink III” agli albori del 2018, in barba a chi crede
che in avanzata età calino motivazioni e ispirazione. Il nostro ha suonato nei The Fairies (1965), Tomorrow
(1967), Pretty Things (1968), Pink Fairies e Hawkwind.
Nel1972 ha
fondato i The Stars con Syd Barrett, Ma non hanno lasciato nessun disco.
Il suo disco solista “Think Pink” del 1970 è uno dei migliori album dell'epoca, senza ombra di dubbio. A metà anni '70 ha collaborato con la
controcultura punk inglese. Negli anni '80 ha fatto dischi di neopsichedelia. Non si è
mai fermato, ma negli ultimi anni ha fatto un disco bellissimo con i Technicolour
Dream ed ha collaborato con i Sendelica. Negli ultimi due anni ha registrato “Think Pink II” e ora “Think Pink III”, elettroacustico con
tratti barrettiani e tantissima melodia.
Nel
Il suo disco solista “Think Pink” del 1970 è uno dei migliori album dell'epoca, senza ombra di dubbio. A metà anni '
Si apre il cielo, squarci di luce
ci accolgono in questi pochi elementi che ci vengono diluiti, “Morning” sta a questo: lievi arpeggi di
chitarra, sussurri di una voce che non dice nulla ma fa intendere tutto, che è
la sensazione che si ha nella magia del risveglio. Un breve segnale per un
regalo mai scontato d’ogni giorno. “Fountain”
cambia registro immediatamente e ci fa tuffare nelle sue acque dai mille colori: signori, la psichedelia è servita.
Vietato affogare, però! Suggerito il lasciarsi trasportare dai flussi del canto
e controcanto ad inseguire parole e concetti fatti a cerchio, sostenuti da
suoni d’altrove. “You can’t fool an angel”
è un concetto etereo e mai banale, qui ovviamente riportato alla forma canzone.
Lievi e ripetuti accordi che paiono vantaggi, ma solo per chi si vuole unire al
viaggio nell’azzurro. “Firelight”,
d’atmosfera marcatamente onirica, è il ripetersi di un refrain che sembra
uscito direttamente dall’UFO Club. Non chiedete, a questo punto, ma andate.
Perché l’importante è muoversi. Anche stando fermi. “The Shaitan” è il prosperoso nido dove i suoni liquidi approdano
per circondarci d’appetito per l’esperienza. Da chiudere gli occhi e aprire la
mente, anzi spalancarla, per ricevere in dono il coraggio di essere. “I miss you” è una ballad diversamente
sincera, che si muove sempre sul ripetersi di parole quasi manieristiche,
stando a chi come Twink vuole rimembrare l’attimo fuggente nella nostalgia
senza malinconia. Esercizio involontario che capita ad ogni persona che sappia
provare a se stessa che il cuore non è solo un organo vitale, così come le
emozioni sono infinite e inaspettate. “Lydia
Ladybird” ha il ritmo che serve dopo l’abbandono al pensiero di poco fa.
Dolce, attuale e anche pop. Una canzone che pare più un mantra al servizio
della dedica. Un movimento continuo e mellifluo che vuole stamparsi nell’immaginario
di chi l’ascolta. “Planet 39” ci riporta nel giardino psichedelico, due minuti di
straniante ondeggiare, di spazi senza fine colorati di sguardi profondi e
occhiate sfuggenti, di non luoghi in cui non ci si può annoiare. Basta
volerlo/i. “Sundown” dice tutto, non serve alcuna lettera per
chiarire ciò che è lampante e naturale; un momento di misurato delirio, dove
l’orizzonte si tinge di sfumature sempre più scure fino ad abbracciarne il buio
che porta riflessione e ombre. Nel pensiero che tanto, comunque, un’altra alba
nascerà di nuovo.
Twink, con questo lavoro, formato
LP (per la durata), in pochi istanti riesce a portarci dove altri musicisti,
con album inutilmente prolissi, non riescono nemmeno a farci percepire i
sentori. Meno è meglio?
I brani:
01. Morning 02.
Fountain 03. You Can't Fool An Angel 04. Firelight 05. The Shaitan 06. I Miss
You 07. Lydia Ladybird 08. Planet 39 09.
Sundown
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