Astrolabio, I paralumi della ragione. Degressivamente
musicisti
Intervista radiofonica del 15 marzo 2018- di Max Rock Polis
Non sono molti gli artisti che si
presentano come veri e propri operai del settore, soprattutto quando dietro la
loro musica si nasconde ironia e originalità. Non vengono dal Prog e non dicono
di andare verso il Prog, bensì verso il loro Rock degressivo. Anche se
la sostanza parla chiaro, e noi parliamo un po' con loro per farci spiegare.
Eccoci qui con Michele Antonelli
degli…? Lo faccio dire a te perché gli accenti non li becco.
“Astrolàbio, eccolo qua [ride, ndr].”
Mi piacevano gli astrolabi da piccolo,
mi pare ci fossero anche nel manuale delle Giovani marmotte.
“Sì, ma infatti noi siamo coautori del
manuale delle Giovani marmotte, il Gran Mogol suonava con noi, poi visto che
era sempre in giro per campeggi abbiamo dovuto sostituirlo [ride, ndr]. Poi si
è messo a fare i testi per Battisti e si sa com’è andata.”
Giustamente. In questo album, “I
paralumi della ragione”, ho visto le vostre foto: avete un'immagine un pò
particolare, diciamolo.
“Abbiamo un'immagine un pò particolare
sì, in realtà noi veniamo da una lunga carriera operaia e quindi ci proponiamo
come operai del Prog [ride, ndr]. Anche nelle nostre esibizioni noi ci mettiamo
la tuta da metalmeccanico, con scritto Astrolabio, per rivendicare le
nostre umili origini, ecco [ride, ndr]. Perciò siamo ritratti nella copertina
con il nostro abbigliamento da concerto.”
Però devo dire che la vostra musica
non ha umili origini e non è suonata in modo umile, ma con capacità, con competenza e anche con una
certa passione.
“Va bé, io mi sento di dissentire
sulle capacità [ride, ndr], comunque ti ringrazio per il complimento.”
Nominiamo e salutiamo i componenti del
tuo gruppo, che magari non saranno tanto d'accordo con te.
“No, no, sanno benissimo che non sanno
suonare e non manco di farglielo notare, io per primo eh [ride, ndr]. Allora ti
presento gli altri: Alessandro Pontone che suona la batteria, Massimo
Babbi le tastiere, Paolo Iemmi il basso e anche canta in alcuni
pezzi. Lui è il vero cantante, però siccome è un pò timido io canto la maggior
parte dei pezzi [ride, ndr].”.
Ma sei anche flautista tu?
“Sono anche flautista, però non lo
diciamo troppo in giro perché sono principalmente chitarrista [ride, ndr]. Il
flauto è uno strumento che mi ha sempre affascinato e allora da autodidatta
suono anche il flauto traverso, sì. Dopo l'ennesimo riascolto dei Jethro Tull
mi sono detto… “no, domani devo andare a comprarmi il flauto”. Ci ho
smanettato su un po'finché l'ho fatto entrare in qualche disco anche. Quando
uno ha la tuta da meccanico si arrangia in qualche modo [ride, ndr].”
Andate sul loro Facebook Astrolabio a
dargli il like, Michele è quello al centro della foto con il flauto.
Parlaci un pò di questo album che vi ha impegnato abbastanza, ma voi in origine
non eravate un gruppo Prog!
“No, noi abbiamo sempre ascoltato di
tutto e quindi in realtà abbiamo cominciato facendo Rock italiano, che non
saprei definire se non genericamente Rock, poi a forza di dire “facciamo
qualcosa di nuovo” cercando di metterci dentro tutte le cose che ci
piacciano, dal Jazz al Cantautorato, all'Hard rock, al Progressive classico
inglese siamo arrivati a questa formula qui. Adesso come Astrolabio è
dal 2009 che suoniamo insieme e questo album, “I paralumi della ragione”,
nasce così. Noi non riusciamo mai a stare fermi su una cosa, tant’è che quando
registrammo quello precedente, “L'isolamento dei numeri pari”, già in
studio di registrazione scrivevamo l'album che abbiamo fatto adesso. Che dire
su questo: è un concept in cui questo protagonista fa una specie di
sogno e vive le varie fasi REM che corrispondono ai vari pezzi del disco, nei
quali ha queste visioni surreali della sua quotidianità. Per cui parte dal
quadretto surreale di “Nuovo evo”, che è il pezzo più politico del
disco, in cui insomma si riflette un pò sul nuovo medioevo, ci sono tutti
questi quadretti di “Otto oche ottuse”, ci sono pezzi anche molto
attuali, tristemente attuali come quello sul problema della Palestina: si passa
da cose un pò sciocche e folli a concetti e riflessioni taglienti sui problemi
del pubblico impiego, l'iperburocratizzazione dell'Italia. Già il titolo è nato
prima dei pezzi del disco addirittura, perché io non sono capace di lavorare a
un album se non so che disco sto facendo. Io pensavo proprio di fare un lavoro
in cui si faceva una critica ai paralumi della ragione, come dire: il paradosso,
la parodia dei lumi della ragione. Ecco, questa sarebbe la declinazione giusta,
sono i nuovi lumi della ragione, e infatti in copertina ci sono tutti i lumi
del nostro tempo, da Paolo Villaggio a Robert Fripp, a De André, tutti i miti
del nostro tempo. Molto in riassunto il discorso è così.”
Ho visto anche le spillette, molto
carine. Mi raccontavi che ogni album fate nuove spillette.
“Sì, ci piace fare questi gadget, poi
le regaliamo ai concerti, le regaliamo a chi compra il disco, insomma ci piace
lasciare qualcosina di degressivo al nostro popolo.”
Attenzione, hai detto la parola
magica: degressivo. Perché?
“Non l'ho detto a caso. Un pò per
umiltà, nel senso che noi ci approcciamo a questo genere con divertimento e
perché abbiamo voglia di farlo, non per spirito di emulazione di miti
giganteschi che troneggiano nelle nostre discografie casalinghe. Un pò perché
sinceramente siamo anche umilmente orgogliosi di fare qualcosa che proprio
nasce da noi, non ci sentiamo troppo accostare a un'etichetta. Secondo me è
troppo limitante, ti costringe a un certo circuito, ti spinge a un certo giro
di locali e quindi a un certo punto, perché siamo un pò così, abbiamo coniato
questo neologismo di Rock degressivo per definire la musica che
facciamo, che non è proprio Prog, che non è proprio Rock italiano, che non è
proprio Cantautorato: è Astrolabio, è Rock degressivo.”
Come vuoi: io l'etichetta non te la
do. Parliamo di “Sui muri”,
“In “Sui muri” canta il buon
Paolo Iemmi. Ecco, così abbiamo una testimonianza anche di un vero cantate
all'interno di Astrolabio [ride, ndr].”
C'è ancora da dire: perché vi chiamate
Astrolabio? Come avere il vostro CD?
“Innanzitutto
il nome è balzato all'orecchio da un disco dei Garybaldi, detto per chi conosce
il buon Bambi Fossati e i Garybaldi, e poi anche perché fondamentalmente anche
concettualmente era un nome che ci piaceva tanto. È un antico strumento per la
misurazione delle stelle e quindi ci piace questa idea di guardare le stelle
dal basso e capire la direzione. Per prendere il CD è molto semplice: basta
andare sul nostro sito www.astrosito.it e c'è tutta la nostra
discografia acquistabile. Oppure ci contattate sulla pagina FACEBOOK e anche da lì ci si accorda.”
Un grosso abbraccio e un break a
leg per il vostro futuro.
“Un grosso abbraccio anche a te. Ciao
grazie!”
Nessun commento:
Posta un commento