Era il 10 luglio
1968 quando un giovanissimo Keith Emerson
diede fuoco alla bandiera americana durante un concerto dei Nice, alla Royal Albert Hall di Londra.
Di tutto un Pop...
Wazza
The
Nice 1968
Keith
Emerson e la bandiera americana
Il 10 luglio 1968, nel
corso di un loro partecipatissimo concerto alla Royal Albert Hall di Londra, i
Nice bruciano e calpestano la bandiera statunitense. Il gesto avviene durante
l'esecuzione di una versione molto “psichedelica” di “America”, il brano
di Leonard Bernstein tratto dal musical "West Side Story".
La band, che in quel
periodo è composta dal bassista Keith “Lee” Jackson, proveniente dai T. Bones
come il tastierista Keith Emerson, dal chitarrista Dave O'List, già con gli Attack
e dal batterista Brian "Blinky" Davison ex Mark Leeman Five, è solita
eseguire il pezzo di Bernstein insieme a una serie di evoluzioni improvvisative
(che comprendono anche frammenti della Sinfonia "Dal Nuovo Mondo" di
Antonín Dvořák) intitolate “Second Amendment”, con riferimento al secondo
emendamento della Costituzione degli Stati Uniti che sancisce il diritto di
ogni cittadino a possedere armi.
In quel 10 luglio alla
dissacrazione musicale viene aggiunta la provocazione visiva. Quella bandiera
USA che brucia sul palco vuole essere, secondo quanto annunciato dallo stesso
Keith Emerson “di un segno di protesta per l’ignobile guerra in Vietnam”. Il gesto
che attira sui Nice molte simpatie da parte dei movimenti pacifisti finisce per
costare caro sul piano professionale. La band, infatti, viene messa al bando
dal locale, uno dei luoghi più prestigiosi per la musica dal vivo britannica.
1968 - The NICE
(Brian Davison, Keith Emerson, Lee Jackson)
Descritta da Emerson
come la "prima canzone di protesta strumentale", il singolo si
concludeva con la voce del figlio di tre anni della cantante soul P. P. Arnold
(alla quale i Nice avevano fatto da gruppo di supporto) che recitava "L'America
è incinta di promesse e aspettative ma è assassinata dalla mano
dell'inevitabile"
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