(Villa Ada –Roma 1978) foto archivio Gianni Nocenzi
Racconti sottoBanco
In un mondo dove tutti pubblicano “selfie” e sgomitano per apparire (senza raccontare nulla) è bello sentire storie di “altri tempi”, fatte di passione vera e di amore per il Banco del Mutuo Soccorso.
L’ex calciatore Sergio Mari racconta
il suo rapporto tra calcio e musica del Banco.
Wazza
Dai ricordi di Sergio Mari, ex calciatore, scrittore ed artista.
"Soldi non ce n'erano, voglia di
vivere e curiosità tanta invece, specie se avevi tredici anni. Il mondo era
racchiuso in un pallone - super tele 70 lire e si giocava in venti - e nella
musica. Io e Teo una coppia perfetta, io con il pallone ci sapevo fare, lo
sentivo e infatti... e lui a scegliere dischi: Yes, Genesis, Jethro, V.d.G.G.,
Tangerin, ma anche Orme, Pfm e Bms. Ora lui il biglietto come cacchio l'aveva
avuto non lo so, perché il Banco sarebbe stato a suonare a Coperchia di Salerno
e io in quel campo sportivo ci avevo giocato, me lo sentivo mio. Quando però si
trattava di concerti io nel campo non ci entravo dall'ingresso giocatori ma
scavalcando il muro che lo cingeva tutto. Così fu. Suonarono che eravamo tutti
seduti a terra, nella polvere della terra battuta. "Adesso vi chiediamo
un momento di grande attenzione", disse Francesco al microfono. E
intonarono Traccia II. Il silenzio coprì il campo tutto, il mondo e la
fantasia del nostro futuro. Stavamo facendo, noi lì a terra e loro sul palco,
un gran gol. La partita, infatti, la vincemmo tutti: loro soddisfatti della
nostra attenzione, noi per quella musica da stipare in testa per sempre.
Teo ed io tornammo a casa un po’ più adulti."
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"1987 Derthona- Centese: Ventura, il
mio allenatore, per dirmi in camera mia che sarei restato in panchina ci mise
45' e realizzai la cosa solo quando lo vidi avviarsi nel corridoio.
Allora mi sparai nell'orecchio Traccia
II con il mio walkman.
Della partita non fui dall'inizio, ma
entrai nei venti minuti finali e feci gol come Tardelli in Spagna.
Urlavo e gridavo viva il Banco, viva
il Banco!
Mi presero per pazzo, ma non feci
caso a ciò: ascoltare quei gruppi che Teo mi proponeva a 13 anni già mi aveva
precluso tante amicizie, anche di ragazzine.
Ma mai, io e Teo ci siamo sentiti
soli.
Per amici veri? Francesco e il
Banco."
Sergio Mari ha giocato nella Cavese
per 11 anni ma non consecutivi, poi Akragas con Scoglio allenatore, Centese due
anni con Specchia e Ventura, poi Fasano con Franzon, Juve Stabia con Brivio e Improta…
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