EVERSHIP: The
uncrowned king act 1
Autoprodotto- 2021 - USA
Di Valentino Butti
I due lavori precedenti di Shane Atkinson, deus ex machina
degli statunitensi Evership, mi avevano
favorevolmente impressionato con il loro prog che annoverava tra gli ispiratori
(storici) principali i connazionali Styx, gli Yes, ma anche i Queen.
Confermata la line up del precedente “Evership II”, la band
con il recente “The uncrowned king Act 1”,
sembra aver confezionato il lavoro sinora più ambizioso e maturo: un concept
album (a cui seguirà l’Act II) basato su un’opera dello scrittore Harold Bell
Wright, del 1910, dal titolo omonimo.
La partenza, fulminea, è affidata a “The pilgrimage”
(malgrado i primi due minuti siano quasi… new age…) con synth ridondanti che
profumano di Styx, ma anche di Yes (West…), soluzioni sinfoniche, arpeggi di
chitarra che accompagnano la splendida voce di Beau West, le note soffuse del
piano… insomma, uno zibaldone sonoro molto, ma molto gradevole.
L’atmosfera cambia decisamente con la cupa “The voice
of the wave”, introdotta dal cinguettino di uccellini e basata sulla
voce “distorta” di West.
Segue un’altra mini-suite, “Crownshine/Allthetime”,
anch’essa infarcita di vibranti tastiere (di Shane Atkinson) e da qualche
importante contributo della chitarra di John Rose (su “Crownshine”) e di James
Atkinson (su “Allthetime”). Cori magistrali, sempre in modalità Styx/Kansas,
arricchiscono il tutto di melodia ed energia.
I dieci minuti di “The tower” sono anche quelli
più convenzionali e mainstream e, forse, i meno appetibili per il pubblico dei “die-hard”
fans prog.
“The voice of the evening wind”, interpretata
da Poem Atkinson, ci riporta alle atmosfere rarefatte e piuttosto oscure di “The
voice of the wave”.
Seguono “Yettocome/Itmightbe” di oltre sedici minuti:
la prima quasi un “out-take” di un brano degli Styx se il compositore fosse
stato Dennis De Young trattandosi di una ballata sinfonica con anche chitarre
acustiche e piano. Più rock, la seconda, come se la direzione fosse passata al
duo Young/Shaw.
Chiusura, sottotono, con la sciapa e piuttosto banale “Wait”
che, solo qualche gradevole coro, riesce a farle raggiungere la sufficienza.
L’album, nella sua interezza, è comunque decisamente gradevole e riuscito e potrebbe accontentare quella fascia di progsters meno “cerebrali” e più “fisici” …
Tracklist:
1. The
Pilgrimage (10:38):
- i. Desert
of Facts
- ii. The
Temple of Truth
- iii. The
Quiet Room
2. The Voice
of the Waves (3:08)
3. (a)
Crownshine / (b) Allthetime (10:50)
4. The Tower
(9:47)
5. The Voice
of the Evening Wind (4:23)
6. (a)
Yettocome / (b) Itmightbe (16:42)
7. Wait (5:12)
Tempo globale 60:40
Line-up
- Beau West /
voce solista
- Shane Atkinson / tastiera, batteria,
voce, percussioni, theremin
- James
Atkinson / chitarra solista (3b,4,6b)
- John Rose / chitarra ritmica,
classica, acustica e solista (1,3a,4,6a,7)
- Ben Young /
basso
- Matt Harrell / chitarra 12 corde (1)
Con:
- Poem
Atkinson - "The Voice of the Evening Wind"
- Mike Priebe
/ cori
- The Charles
Heimermann / choir
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