Quanto mi costa la
felicità, Matteo Sau
La Stanza Nascosta Records
Secondo lavoro in studio per il cantautore
cagliaritano Matteo Sau,
“Quanto mi costa la felicità”- prodotto e distribuito da La
Stanza Nascosta Records- è la dimostrazione che il cantautorato italiano
gode di ottima salute.
Una camminata, a volte una corsa, in una
dimensione autentica, senza sovrastrutture.
Un racconto, che si percepisce subito sincero,
di stati d’animo a volte difficili da decodificare perché ambivalenti
come la vita sa essere. Ambivalenti come quella felicità che
rincorriamo, chiedendoci spesso su quale altare la sacrifichiamo: quello
dell’abitudine, come in Eggià, dove la voglia di scappare si
scontra con la paura di cambiare e (forse) con un attaccamento reale; quello
dell’assenza di prospettive, come in Solito tango …
Microstorie per una narrazione che assume una
valenza universale, vestendosi, di volta in volta, di rock, di milonga,
di tango, di valzer, passando per il blues.
I testi, illuminati da folgorazioni
aforismatico-antropologiche (una su tutte: negli addii non c’è poesia),
disegnano una quotidianità che rivela bagliori di poesia anche nella sua
prosaicità. (E le mie ragioni inutili si son perse troppo in fretta/Non ho
avuto mai il coraggio di dirle ti prego aspetta).
Il timbro caldo, a tratti dolente, di Sau
valorizza un ordito sonoro ricco e piacevole all’ascolto. Gli episodi più
felici dell’album sono a nostro avviso la title-track, la dolorosa “Così
un giorno lei è partita” e l’epilogo, “Canzone della bella sorpresa” (unica
traccia che vede anche una voce femminile, Roomie), che riprende, nel finale,
il tema iniziale, chiudendo il cerchio o, forse, riaprendolo.
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