Blacksmith Tales - Pathway to Hamlet’s Mill
8 brani, 45.46 min.
Aereostella | Immaginifica | Self (distr. fisica), Pirames (distr. digitale)
Di Luca Paoli
A tre anni dall’ottimo esordio progressive sinfonico “The Dark Presence”, i Blacksmith Tales pubblicano “Pathway to Hamlet’s Mill” tramite Aereostella | Immaginifica, album pensato e composto dal pianista e leader del gruppo David Del Fabro.
Le radici della band risalgono agli anni ’90, quando Del Fabbro scrive quasi tutte le basi del concept per quello che sarà l’esordio “The Dark Presence”, ispirato dalle sue numerose letture del periodo, ma che vedrà la luce solo nel 2021 dopo anni di esperienza in cover band dei Rush, Genesis, Pink Floyd, Kansas, Gentle Giant.
La band oggi vede, oltre a David Del Fabbro al pianoforte ed
al controcanto, Stefano Sbrignadello alla voce solista e controcanto, Beatrice
Demori alla voce solista e controcanto, Marco Falanga alle chitarre, Simone
Morettin alla batteria, Luca Zanon al pianoforte, al moog.
L'album trae ispirazione dal libro Hamlet's Mill di Giorgio de Santillana e Hertha von Dechend, un'opera che indaga il mito come mezzo per tramandare la conoscenza degli antichi e comprendere la struttura del tempo. In un certo modo, la narrazione si evolve e il percorso avviato con The Dark Presence trova una naturale prosecuzione in Pathway to Hamlet's Mill.
La musica di Pathway to Hamlet’s Mill mantiene un'impronta ricercata, con composizioni e arrangiamenti curati magistralmente da David Del Fabro, un artista che dimostra una profonda padronanza della propria arte e le liriche si incastonano perfettamente nel tessuto musicale, ottimamente interpretate dalle voci di Sbrignadello e della Demori.
Tra le novità del disco spicca il brano “C’è casa a trenta miglia”, una ballata in italiano in cui l’autore rievoca con nostalgia l’infanzia ormai lontana, intrecciandola a immagini di un futuro ancora da immaginare … brano che non mi stanco mai d’ascoltare e che dimostra tutta la qualità compositiva ed esecutiva della band.
Il lavoro richiama fortemente il prog degli anni '70, ma lo reinterpreta con una visione moderna che lo proietta nel presente, dimostrando come questo genere possa ancora evolversi e raccontare nuove storie, senza restare intrappolato nelle ombre di ciò che è stato creato oltre cinquant’anni fa.
A conferma di quanto detto, è sufficiente immergersi nell'ascolto della traccia di apertura, "Hamlet’s Mill Overture", per essere catapultati in un vortice di tastiere e chitarre. Il brano, fedele alla migliore tradizione prog, si trasforma continuamente nel suo sviluppo, mettendo in luce anche una sezione ritmica capace di alternare colpi decisi a tocchi più delicati … un plauso alla voce di Stefano Sbrignadello che ottimamente si inserisce nelle trame musicali marchiando a fuoco il brano.
Non posso non citare “The Flame Within”, altro esempio di prog moderno con potenti riff di chitarra che si alternano a momenti estremamente coinvolgenti con la stupenda voce della Demori a condurre le danze … signori questo è prog degli anni 2000!
Ancora chitarre, tastiere e sezione ritmica a mostrare i muscoli in “Descend Of God” dove si apprezzano anche le armonie vocali ed i continui stacchi di organo e chitarra.
Ma il brano che mi ha toccato più nel profondo è “Dance Of The Stars” dove il folk anglosassone incrocia il prog … melodia meravigliosa, arrangiamenti che ci trasportano nelle terre del nord … la voce femminile poi è una carezza al cuore.
Signori questo è il prog che avanza e non indietreggia come purtroppo a volte mi è capitato di ascoltare.
L’ingrediente, oltre la bravura dei singoli elementi è che hanno osato, si sono messi in gioco ed hanno prodotto un disco che trasuda passione, amore e grande qualità tecnica.
Non esitate ad entrare nel mondo di Pathway to Hamlet’s
Mill, perché sono certo che, una volta varcata la soglia, non vorrete più
uscirne.
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