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lunedì 10 marzo 2014

Red Canzian a Modena, articolo e fotografie di Francesco Pullè


Sabato 8 febbraio, al Forum Monzani di Modena, Red Canzian ha debuttato col tour dedicato alla sua autobiografia "Ho visto sessanta volte fiorire il calicanto".
Un paio d'ore tra ricordi e canzoni che danno vita ad un excursus sulla musica italiana, l'evoluzione sociale e dei costumi del paese e la vita dell'autore, partendo dal lontano '51 in cui nacque in una splendida villa trevigiana (adibita a casa popolare) da una famiglia indigente, che ci accompagna attraverso più di mezzo secolo di vicissitudini musicali ed artistiche, dai primi contratti stagionali nelle balere estive di Jesolo al debutto prog nei Capsicum Red - coi quali, per scopi promozionali, si dovette fingere nativo inglese -  al fallito provino per Morte a Venezia di Visconti in compagnia di Rosalino Cellamare, fino all'inatteso e provvidenziale incontro coi Pooh, che festeggeranno a breve dieci lustri di fortunatissima carriera.
Particolarmente curiosa e divertente l'aneddotica sulle prove, l'incisione e le prime rappresentazioni dell'album capolavoro Parsifal, e toccante il capitolo dedicato alle personali vicende sentimentali rievocate con garbo e commozione.
Il tutto orchestrato da una giovane band impreziosita dai raffinati archi del Quartetto Alchimia, da un paio di eccellenti chitarristi acustici, dalla presenza del figlio Philip alle percussioni e al pianoforte, e dai pregevoli inserti vocali della figlia Chiara, protagonista fra l'altro di un'ottima cover di Memories, dal film romantico Come eravamo.
E Bruno, così è iscritto Red all'anagrafe, disinvolto e divertito a dettare i tempi tra racconto e suggestioni sonore, con la sua brillante vocalità (nonostante un attacco influenzale in corso) ed il suo eccellente fraseggio su un pregevole basso Gibson hollow body, naturalmente rosso fiammante.
Concludendo, una piacevole serata da una colonna della musica italiana che ne ha messo in evidenza non solo il talento, l'intelligenza e lo stile, ma anche l'umanità; non a caso gli incassi sono stati devoluti all'UNICEF per i bambini profughi dalla Siria.
Chapeau!






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