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martedì 31 ottobre 2017

Void Generator - "Prodromi", di Andrea Zappaterra



Void Generator- "Prodromi"
di Andrea Zappaterra

Ci sono vari modi per approcciare un album, cominciando dall’ascolto.
Io ad esempio lo ascolto prima a bassissimo volume, aumentando ogni replay di alcuni decibel fino ad ascoltarlo a tutto volume. Potrà sembrare strano ma a volte si ha una percezione completamente diversa dello stesso lavoro. Un pò come il vino che va bevuto a seconda della temperatura indicata. Il volume corrisponde alla temperatura. Faccio questo preambolo perchè questo Lp dei Void Generator "Prodromi", è un tipico caso in cui il volume può influire sul giudizio.
Imprendibile questa musica così rarefatta al primo ascolto a basso volume, sembra un amalgama di suoni indefiniti, ma poi man mano che lo si ascolta ne emergono i contorni e le sfumature che riportano all’orecchio suoni ormai ancestrali di grandi gruppi del passato (Pink Floyd, Tangerine Dream), note imprigionate in riff ripetitivi solo apparentemente banali di chitarre distorte ossessive, e si ha l’impressione che sotto questo strato ci sia qualcosa di riconoscibile e di considerevole. Aumentando il volume emerge questa seconda percezione.
 Del resto il genere musicale con cui si definiscono Psycho Kraut (Space – Heavy – Psychedelic – Stoner – Prog) offre una grande spazialità e possibilità di azione. Come da loro stessi sostenuto occorre attrezzarsi di un accumulatore di orgone per poter ascoltare le loro oscillazioni e rumori bianchi. 
Per ora ci accontentiamo di ascoltare questi quattro brani con diffusori normali, però a volume sostenuto, preparandoci a partire per un viaggio interstellare dove anche i canoni musicali risultano rovesciati, con chitarre distorte e sintetizzatori pronti a creare l’atmosfera spaziale con effetti piuttosto noti, mentre la base ritmica rimane su estenuante ripetitività atta a creare un certo effetto ipnotico. 
Le voci sommesse e piuttosto soffocate imprimono una certa drammaticità al contesto mentre le chitarre distorte come campane scandiscono l’inesorabile passare del tempo.
Quello che si nota è comunque un certo cambio di rotta rispetto ai precedenti album dei Void Generator molto più strutturati e rockeggianti -, di straordinaria bellezza, per intraprendere una strada forse più sperimentale e meno accattivante ma comunque assolutamente degna di attenzione.




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