AElementi,
Una questione di principio. Giocare con le parole
Trascrizione
dell’intervista radiofonica realizzata da Max Rock Polis
Con la passione, l'immaginazione e una certa capacità di giocare
sui contenuti e significati si possono trovare delle strade interessanti da
percorrere, anche diverse da quelle seguite dai predecessori. La crescita,
l'evoluzione, la sperimentazione insita nella musica Prog accompagna per
fortuna diverse nuove formazioni, che mescolano al nuovo le loro radici
musicali. Ne parliamo con una di queste, gli AElementi.
Elementi in partenza! Lo siamo tutti, qui con noi ci sono gli
Aelementi. Buonasera ragazzi.
Dr: “Ciao, io sono Dario Pierini e sono il tastierista del
gruppo.”
M: “Manuele D'Anastasio, batterista.”
Dn: “Daniele Lulli, chitarrista.”
Allora ragazzi, tre Aelementi su cinque. È un grande piacere
avervi qui, anche se non è qui la cantante.
Dn: “Sì, Francesca Piazza. La salutiamo perché non è
riuscita a sganciarsi, e anche Angelo Celani il bassista.”
Dr. “Magari potremo ritornare con lei e provare a farti sentire
qualcosa live.”
AElementi, “Una questione di principio”: una copertina
semplice ma molto significativa. C'è una grafica dietro a quest'idea,
parliamone.
Dn: “Diciamo che quando è nato tutto avevamo ancora le idee un pò
nebulose su alcuni aspetti e abbiamo lasciato un pò carta bianca alla nostra
grafica. Questo che vedete, anche se non in radio [ride, ndr], è una copertina
che può essere interpretata in tanti modi, ha molte sfaccettature. Ci ha
convinto proprio per questo, perché ognuno poi ha dato un proprio significato a
questa copertina: un pedone che sfida un re o la regina, oppure un pedone che
si specchia e sembra re o regina. Ognuno veramente ci ha detto quello che ci
leggeva.”
Dr: “La cui ombra è un re, soprattutto.“
Spieghiamo: in primo piano c'è un pedone nero degli scacchi,
qualcosa lo illumina e sul muro dietro viene proiettata l'ombra di un re.
Dr: “Esatto, e questo perché in un certo senso è una specie di
simbolo, che cerca di esprimere la nostra musica, cioè il fatto che dentro il
pedone, che in sostanza è la base degli scacchi, l'elemento più debole se
vogliamo, il più numeroso, si nasconde appunto il re. Il pedone rappresenta il
principio, in un certo senso. Noi facciamo una musica che è portata a
progredire, a svilupparsi appunto, si chiama Progressive, e quindi, come dire,
il pedone in sé nasconde questo.”
Hai voluto citare il nome del vostro album: “Una questione di
principio”. Ma alla fine qual è questa questione di principio?
Dn: “Proprio così infatti. La frase una questione di principio
l'abbiamo presa proprio perché in un nostro confronto Dario avrebbe preferito
alcune scelte, poi quando si fa un disco a un certo punto bisogna unire le
forze e chiudere queste idee. Nel Progressive questa cosa è ancora più
complicata, come spesso si legge a un certo punto finisce il budget [ride, ndr]
e il disco viene stampato. Per noi non è stato così, ci siamo confrontati su
alcune cose e a un certo momento era necessario arrivare a un punto. “Una
questione di principio” ci ha, diciamo, spinto ad arrivarci, come in tutte
le situazioni abbiamo riscontrato un po' di difficoltà poi alla fine ce
l'abbiamo fatta. Sai come succede nei gialli o nelle serie TV: avevamo questo
problema di dare il nome al disco, ci ronzava in testa e un giorno parlando uno
di noi ha detto “ma no, bisogna fare così perché è una questione di
principio”. “Ma certo, è una questione di principio, sei un genio”
[ride, ndr] e abbiamo deciso.”
Dr: “Sì, non gli abbiamo detto sei un genio, però il complimento
era scontato.”
Una canzone dell'album, “Delirio” mi è veramente piaciuta,
ma anche “Lontananza”.
M: “Ti direi che “Lontananza” è il nostro pezzo più
rappresentativo, c'è dentro veramente di tutto partendo dal genere veramente
Progressive: ci sono riff di chitarra forti, ci sono variazioni di tempo. È un
pezzo al quale noi abbiamo lavorato molto, ci siamo affezionati e soprattutto
si univa a quello che noi abbiamo modificato come intro nominandolo “Principio”,
anche giocando sul nome dell'album. Noi giochiamo spesso sull'aspetto delle
parole che acquisiscono vari significati, come lo stesso nome del nostro gruppo
[ride, ndr]. Io ho sempre detto che AElementi, sì, tutto insieme
rappresenta gli elementi: terra, acqua, fuoco, aria, ma l'ho anche sempre
pensato come le menti che creano oppure anche ironicamente e le menti
quando con la tua lei hai bisogno un attimo di sviare su certe cose [ride,
ndr]. Giochiamo spesso su queste possibilità che ci da la nostra bellissima
lingua.”
E per quanto riguarda il giocare, qui continuo a leggere la
scaletta del CD: “Addio”, “Voce”. Sembra quasi una scelta di
mettere a ogni canzone un titolo di una sola parola. Denota una scelta molto
precisa.
Dr: “Sì, possiamo fare l'anticipazione che probabilmente sulla
nostra seconda incredibile fatica [ride, ndr] accadrà la stessa cosa. Nel senso
che nella nostra mente una parola può essere più che sufficiente per far capire
quello che succederà, o non far capire, che è un po' quello che poi nasconde la
nostra musica. Cioè noi partiamo in un modo e poi a un certo punto accade
qualche break che può portare l'ascoltatore fuori strada. Questo è un
po' il nostro modo di approcciare. Manuele su questo ci spinge sempre a
riflettere durante gli arrangiamenti e credo che siamo sulla buona strada per
stuzzicare un po' la curiosità.”
M: “Quello che dico sempre agli amici nell'ascoltare il disco è:
se si hanno 10 minuti a disposizione, di non saltare le tracce per sentire 2
minuti per traccia. Piuttosto è meglio sentire interamente un brano, perché
all'interno accadono un po' di cose. Ogni brano è meditato, è lungo, è
partorito veramente con un processo di gestazione molto lungo da parte nostra,
anche perché noi non abbiamo frette, lo facciamo veramente per nostro gioco,
per la nostra passione. Non abbiamo etichette che ci impongono di produrre
materiale entro un determinato lasso di tempo. Questo è il frutto di tanti anni
di lavoro, di brani presi, riarrangiati, abbandonati, ripresi, cambiati. È
meglio ascoltare un brano per intero e poi se si è interessati ascoltarne un
altro il giorno dopo, ma non saltate i brani, perché non avrebbe senso.”
Seguite questo consiglio. Per acquistare il vostro CD come si può
fare?
Dn: “Allora, è possibile acquistarlo sul sito www.aelementi.com, così
scritto con l'ae perché se mettete elementi su Google esce fuori il
mondo. L'intuizione di questo è stata fatta da Manuele, che adesso ci racconta
come un giorno, riflettendo sul problema di questo nome, gli è venuto in mente
questa possibilità che foneticamente non cambia nulla”.
M: “Bene, è una banale reminiscenza degli studi scientifici, ho
preso quel dittongo lì ma è solo un prestito, non ha particolare attinenza con
la lingua latina. Foneticamente giocava a nostro favore lasciare invariata la
dizione del nome, ma siamo molto più visibili se ricercati su Google.”
Dn: “Il CD lo si può acquistare anche sul sito della nostra
etichetta Andromeda Relix, Lizard
Records, G. T. Music, insomma è
possibile trovarci abbastanza facilmente.”
Salutiamo Loris Furlan della Lizard che mi ha consigliato la
vostra musica e sono veramente contento di avervi qui. “Delirio” è una
bella canzone d'amore.
Dr: “In realtà sì, ma non è l'unica del disco, anche se i testi
sono un po' camuffati, ci stanno questi personaggi a cui diamo una figura, una
persona. La stessa lontananza l'abbiamo un po' personificata [ride. ndr], il
tema è molto amoroso anche se chiaramente col Prog il genere non si sposa molto
bene.”
Ma la commistione col cantautorato italiano include questi temi
con i tempi dispari e tematiche Prog. È interessante questo.
Dn: “Beh non solo tempi dispari. Dario, parlaci un po' delle
armonie che ci sono dentro.”
Dr: “Ecco, diciamo che noi sicuramente abbiamo preso ispirazione
dal Prog degli anni '70 come da tante altre contaminazioni, senza però
attenerci troppo alle basi da cui partivamo. E quindi abbiamo cercato il più
possibile di trovare delle vie nuove nelle musiche, in tutti gli aspetti,
incluse di conseguenza le scelte dell'armonia e della melodia. Diciamo che noi
abbiamo un po' la presunzione di credere di aver fatto qualcosa di abbastanza
nuovo e insolito nelle scelte armoniche, almeno limitatamente a questo genere.”
Sì non ci sono molti che si spingono in questa direzione. Devo
dire il modo italiano di fare Progressive è molto apprezzabile perché negli
anni '10 bisogna fare qualcosa di nuovo. Voi siete da tenere d'occhio.
Dn: “Dario ha la fortuna, e quindi anche noi, di avere strumenti
quasi dell'epoca. Dario ha un moog, un hammond, ha strumenti molto datati. Non
è stato per noi faticosissimo replicare quelle atmosfere, e poi chiaramente la
chiave è moderna: qualcuno ha scritto, secondo me prendendoci in pieno, che nei
nostri brani c'è anche la forma canzone. Nel Progressive chiaramente non è
proprio comune, però credo che questa, chiamiamola fusione di vari generi, sia
per noi almeno vincente, perché è il nostro marchio di fabbrica. Può risultare
anomalo per un purista del Progressive, ma può funzionare per un pubblico più
eterogeneo, perché comunque la melodia è un po' la base di tutto quello che
facciamo.”
I puristi del Prog dovrebbero apprezzare le nuove forme di Prog
verso cui stiamo andando. Sono passati 40 anni, se uno vuole ancora Yes e
Genesis si può ascoltare gli album già fatti. Adesso è il caso di fare qualcosa
di differente. Canzoni, cantautorato, cose nuove. Noi siamo forse il secondo
paese al mondo per importanza nel Prog dopo l'Inghilterra, anzi saremmo il
primo, se non fosse per la lingua.
Dn: “Sì, a un musicista italiano abbastanza noto in proposito gli
hanno chiesto “ma come mai secondo lei in Italia va così tanto il
Progressive, i testi colti, arzigogolati, le musiche complicate?”. La sua
risposta, forse anche ironica, fu “troppo liceo classico in Italia”.
Diciamo che la cosa difficile nel cercare di propugnare questo tipo di musica è
anche nel fatto che l'ambiente Prog tende a essere di nicchia e a rimanervi. I
puristi del Prog hanno il loro ambito ben definito e forse vedono anche un po'
di cattivo occhio le contaminazioni, le discese, gli scivolamenti nel Pop. Noi
invece lo facciamo senza vergognarci, cercando appunto altre strade.”
Prendiamo artisti nuovi, uno a caso: Steven Wilson. Non è che si mette
a fare Prog anni '70, quelli nuovi fanno Prog in modo nuovo.
Dr: “Sì sì, Steven Wilson. Hai citato uno dei miei preferiti, hai
colpito in pieno quella che potrebbe essere una della mie personalissime
influenze. Quindi condivido pienamente.”
Andate sul Facebook degli AElementi a dare loro il like, a
vedere se ci sarà qualche data dal vivo.
Dn: “Sì, ne è prevista una il 6 maggio al Jailbreak, un bel locale
qui a Roma, poi stiamo lavorando perché il disco è uscito da un po' e il nostro
scopo è di riuscire a suonare, di agganciarsi a qualche altra realtà underground
per poter unire le forze in questo momento un po' difficile per la musica
originale e Progressive che facciamo noi, visto che un brano della durata di
quasi 9 minuti spaventa i più [ride. ndr] e quindi non è banale la nostra
missione. Però questo non ci scoraggia, è una questione di principio,
diciamo così. Qui in questo pezzo “Voce” c'è uno degli assoli che più
amiamo, lo ha fatto Dario ma lui non lo sapeva: glielo abbiamo detto oggi per
la prima volta [ride. ndr]. In realtà Manuele quando durante le prove facciamo
questo brano ci guarda e rimane senza parole, perché il solo di moog, il primo
del brano, è qualcosa per noi di spaziale [ride. ndr].”
Il 6 maggio sarà bello sostenere gli Aelementi e prendere il loro
CD autografato.
Dr: “Comunque oltre alla data del 6, per non comprare a scatola
chiusa, ci tengo a dire che siamo su Spotify, i brani si possono ascolta
gratuitamente. Io, essendo musicista, ascolto e se mi piace so quanto sia
importante promuovere la musica, quindi compro il CD.”
Dn: “Siamo sulle piattaforme digitali più comuni.”
So che state lavorando al vostro nuovo album. Un'altra copertina
enigmatica?
Dn: “Sicuramente [ride. ndr]. Adesso possiamo solo peggiorare,
quindi i titoli saranno solo di mezza parola e le copertine indecifrabili
[ride. ndr].”
Per tornare al vostro “Una questione di principio”, il
fatto di vedere tutte le canzoni con il titolo di una parola sola fa intuire
che tutte assieme raccontino qualcosa, una storia.
Dn: “In realtà un po' hai colto nel segno, perché sempre con
Manuele discutevamo di questo e ragionavamo sul fatto di provare ad unire
queste parole per far sì che arrivasse un messaggio, ma non ci siamo riusciti
[ride. ndr]. Le parole non collimano.”
Ma adesso siamo ai saluti. AElementi, “Una questione di
principio”, seguiteli su Facebook e prendere il CD. Voi volete salutare e
ringraziare qualcuno?
Dn: “Sì, io volevo ringraziare Gianni Della Cioppa di Andromeda
relix e Loris Furlan che ci stanno supportando. Siamo qua grazi a loro, e
grazie a te.”
Dr: “Salutiamo la nostra cantante Francesca che avrebbe voluto
veramente essere qui con noi.”
M: “Ciao a tutti, e grazie ancora.”
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