Le Disque Record
Store – Verona
Lo Store di Verona che guarda al futuro
Passione,
dedizione & ricerca
Di
Noemi Ferrari
Ricordo ancora la prima volta che
sono entrata in un negozio di dischi: quegli oggetti misteriosi ero abituata a
vederli quotidianamente, perché mio padre li conservava con cura maniacale e me
ne parlava per ore ed ore.
Quel giorno d’agosto eravamo in
una località marittima, ci eravamo fermati perché lui voleva sbirciare dentro
ad un negozio ed io, che avevo probabilmente appena appreso la tabellina del quattro,
vagavo per le corsie fingendomi esperta, solo per imitarlo. Con il passare del
tempo i dischi in casa aumentarono, i musicisti che la frequentavano pure ed
io, che finalmente iniziavo a diventare grande, cominciavo a comprenderli
meglio.
Verona, ahimè, non pullula di negozi di dischi, ma abbiamo la fortuna di avere un’altissima qualità di questi ultimi, grazie alla realtà di Le Disque, un negozio storico situato in Via Scuderlando 276, che da più di trent’anni si fa portavoce della Club Culture in ogni sfumatura.
Stores, ma anche etichetta musicale dal 2013, Le Disque ha portato e porta tutt’ora un valore aggiunto alla nostra città. Riconosciuto non solo a Verona ma in tutta Italia per la sua qualità nella selezione musicale e per la capacità di essere sempre al passo con i tempi.
Quando entro nel loro negozio ad aspettarmi c’è Paolo Tescaroli, il proprietario, con la sua mascherina nera e con una traccia appena partita che riecheggia in tutto il negozio.
-
Ciao Paolo! Piacere.
P. «Piacere mio!»
-
Comincio subito questa serie di domande con il chiederti di raccontarmi da dove
è nato Le Disque e per quale esigenza ha preso vita.
P.
«Come
tutte le attività di questo tipo, è iniziato principalmente dalla passione, che
con grande impegno e la giusta dose di fortuna ho potuto trasformare in una
professione.
Abbiamo inaugurato Le Disque l’11 giugno
1988, e con il tempo abbiamo avuto la possibilità di ampliare sia la dimensione
dello store che la selezione del nostro catalogo.»
-
L’indirizzo che ha preso fin da subito lo Store è stato influenzato dal tuo
background?
P.
«La
direzione del negozio ha preso quella del mio percorso e della mia esperienza
musicale. Avendo frequentato fin da teenager i club alternativi anni ’80 non
potevo non impostare un negozio come è Le Disque. Anche la scelta musicale ha
seguito e segue tutt’ora il background da cui arrivo, avendo sempre però un
occhio molto attento al futuro.
Sono dell’idea che sia necessario
avere la predisposizione alla curiosità di quello che sarà il domani della
musica.»
-
Vorrei soffermarmi proprio su questo binomio tra passato/futuro. Per quanto
riguarda la vendita di dischi, si acquistano di più vecchie o nuove uscite?
P.
«All’interno
di Le Disque vendiamo sia la novità che i classici o le ristampe. Dare dei
numeri concreti è difficile, ma posso dirti che il “nuovo” ha un’alta
percentuale di vendita.»
-
Parliamo della nostra città: Verona. Molte volte, soprattutto dall’esterno, non
sempre viene associata alla club culture. Cosa ne pensi?
P.
«Penso
che Verona dagli anni ’80 fino ad oggi, grazie ad alcune realtà, abbia avuto ed
abbia tutt’ora una scena molto bella anche se purtroppo attualmente rimangono
davvero pochissimi club e non se ne riaprono di nuovi.
La differenza con le altre città
come ad esempio Milano (che conosco bene avendoci suonato per sette anni e
frequentandola tutt’ora) è che lì tutto viene consumato in fretta. Lì hai
tantissime possibilità di dove andare a ballare ma tutto si brucia velocemente
come è da sempre nelle Metropoli. Lo storico che hanno queste città è sì
temporale, ma non c’è mai quella realtà musicale a cui ricollegare la propria
città. Se pensi alla club culture di Verona invece, sai subito quali nomi
affiancarle.»
-
E come è stato aprire un negozio di dischi in questa Città?
P.
«Fin
dal primo giorno di vita di Le Disque ho lavorato per fare in modo che non
fosse il negozio di Verona, ma che potesse essere un punto di riferimento per i
dj, i collezionisti e gli appassionati del vinile da tutte le parti d’Italia… e
così è sempre stato.
Oggi grazie ad internet il tutto è
ancora più veloce.»
-
Qual è la vostra filosofia di lavoro e quali sono i vostri punti forti?
P. «Il nostro punto forte è presente nella profondità che abbiamo
nella selezione dei generi e nella quantità. Il nostro lavoro infatti, sta
nell’avere ogni settimana una grande quantità di nuove uscite ed ogni vinile
che entra viene accuratamente scelto da me o dai miei collaboratori.
Oltre a questo, noi non rivendiamo
semplicemente dischi, ma facciamo un’attività di preselezione personalizzata
per i nostri clienti affezionati in base alle loro caratteristiche.
Quello che fa Le Disque è il vero
e proprio lavoro di un consulente ed è questa la differenza tra le diverse
tipologie di negozi, l’offrire o meno un servizio a 360°.»
-
Un po’ come nell’abbigliamento, l’andare in una boutique ed essere seguiti
singolarmente, oppure andare in grandi catene senza essere assistiti.
P. «Esattamente.»
-
Ma voi non siete solamente un negozio di dischi, giusto?
P. «Le Disque è anche distribuzione ma soprattutto produzione, infatti
abbiamo le nostre etichette. Abbiamo poi vari canali di vendita tra cui un sito
web che è un vero e proprio e-commerce di conseguenza il cliente può avere una
visione in tempo reale delle disponibilità e quant’altro.»
-
Una domanda che mi preme farti: negli ultimi anni qual è il genere più
acquistato?
P.
«Se
dovessi risponderti in modo sintetico ti direi che l’house fa sempre da
padrone, anche se negli ultimi anni parlando di numeri la techno è salita in
modo esponenziale.
Questi sono i due generi principali
ma anche l’elettronica in generale è aumentata a livello di vendite in quanto è
aumentata anche la sua offerta.»
-
Prima del lockdown la percentuale dei clienti acquistava online? E com’è
cambiato oggi questo aspetto?
P.
«Diciamo
che prima di questo periodo c’era più turnover in negozio. Oggi invece
l’acquisto online è andato alle stelle. Ho la capacità di essere molto
flessibile, perché questo mercato ti impone di esserlo. Quindi accolgo le
novità… ma non voglio perdere di vista l’idea di lavoro per la quale ho deciso
di impegnarmi.»
-
Qual è il tuo pensiero, se ti va di condividerlo, di fronte a questo totale
disinteresse da parte delle istituzioni che ha subito l’arte, nel caso
specifico la musica?
P.
«Penso
che sostanzialmente sia un problema di cultura, ma non quella cultura specifica
che si acquisisce studiando, ma quella che mediamente ognuno di noi dovrebbe
avere in quanto facenti parte di un mondo come il nostro. La musica non è solo
divertimento, come è stato affermato in questi mesi, è anche tanto altro… ma
c’è una parte del sistema di potere che non riconosce pienamente quest’ultima
come fonte di cultura. Nel nostro Paese le istituzioni non hanno mai tutelato
questo settore sotto nessun punto di vista e in questo periodo hanno confermato
a pieno questo dato di fatto. Purtroppo, questo è il sistema che c’è in Italia
e non saranno le mie parole a cambiarlo. Anzi, farò in tempo ad andare in
pensione, qualche giovane farà in tempo ad aprire un nuovo negozio di dischi e
a parlare delle stesse cose in un’intervista, che ancora saranno presenti
questi problemi.»
info@ledisquestore.com
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