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sabato 25 luglio 2020

Ci ha lasciato Peter Green


È stato uno dei chitarristi più influenti e amati del rock anni ‘60 e ‘70. Peter Green, co-fondatore dei Fleetwood Mac e poi leggendario solista, è morto a 73 anni: la notizia è stata data dalla sua famiglia, che ha fatto sapere che il musicista si è spento "pacificamente nel sonno".

Green, il cui vero nome era Peter Allen Greenbaum, era nato a Londra nel 1946. Salì alla ribalta nel 1966, quando fu chiamato a sostituire (prima temporaneamente, poi a titolo definitivo) Eric Clapton nei Bluesbreakers di John Mayall, la blues band inglese più celebre degli anni 60. Insieme a Mick Fleetwood e John McVie, anche loro nella band di Mayall, e al chitarrista Jeremy Spencer decise di formare un nuovo gruppo destinato a fare la storia. I Fleetwood Mac entrarono in scena imponendo uno stile fortemente legato al blues, firmando brani celeberrimi come Black magic woman, poi ripresa da Carlos Santana, e Albatross, ma nel giro di un paio d'anni Green decise di abbandonare la band per divergenze personali e artistiche: il 20 maggio del 1970 tenne il suo ultimo concerto con la band.

Il chitarrista, alle prese con problemi di instabilità mentale (gli fu diagnosticata una forma di schizofrenia) decise di intraprendere una carriera solista e di abbandonare la strada del blues per dedicarsi a una forma musicale inedita e totalmente d'avanguardia: il suo esordio solista, The end of the game, resta uno dei dischi più coraggiosi e sperimentali dell'intera storia del rock. Una sorta di free rock lisergico, oscuro e inquietante ma estremamente moderno.

In quella riuscita miscela sonora, Green aveva probabilmente proiettato i suoi fantasmi. Dopo quell'album, i suoi problemi mentali lo trascinarono in un vortice che lo portò a sparire dalle scene per tutto il decennio: anni in cui si liberò di tutti i suoi averi, perfino della sua chitarra (acquistata da Gary Moore, altro gigante del rock blues).

Dopo ricoveri e degenze, che spinsero la stampa britannica a definirlo "il Syd Barrett del blues inglese", Green tornò sulle scene nel 1979 con l'album In the skies: un disco rilassato, godibile, ma lontano parente del frenetico e visionario suono di dieci anni prima.

Dal suo rientro, arrivato dopo una sorta di eremitaggio misterioso, Green pubblicò una serie di dischi di morbido blues privi di grande ispirazione. Dopo una nuova pausa, durata più di dieci anni, Green si ripresentò sulle scene nel 1997 con una nuova band, The Splinter Group, che riuniva vecchie glorie della scena inglese come Nigel Watson e Cozy Powell.
Dopo l'album omonimo, con gli Splinter pubblicò altri sette dischi, restando nel solco di un blues gradevole ma privo di grinta, in cui però il Robert Johnson Songbook restituì dignità a una stella che si è spenta troppo presto.


Nel 1988 entrò a far parte della Rock And Roll Hall Of Fame insieme ai Fleetwood Mac. Di lui B.B.King aveva detto: "E' l'unico chitarrista che mi fa sudare freddo".


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