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mercoledì 29 luglio 2020

Racconti sottoBanco: il Banco e il Teatro



Racconti sottoBanco

Il Banco del Mutuo Soccorso, o semplicemente "Banco", tra le tante iniziative culturali intraprese, é stato tra i primi a portare sul palco una compagnia teatrale, con tanto di attori, mimi e saltimbanchi.
Accadeva negli anni '80 e la compagnia teatrale si chiamava "Assemblea Teatro".
Erano dei concerti incredibili, un connubio tra musica e teatro di altissimo livello.

Per chi non ha mai avuto la fortuna di vederli, ci sono 2 DVD che immortalano queste performance: "Banco Live 1980" e "Live Avigliana 1989".

In allegato articolo preso dal sito di “Assemblea Teatro” e alcune foto di Quirino Zangrilli, sempre prese in rete.

Wazza




Il Banco del Mutuo Soccorso e Assemblea Teatro

Chi all’inizio degli anni ’80 ha visto le performance di Assemblea Teatro col  Banco del Mutuo Soccorso ricorderà un’immagine straordinaria che prendeva forma nei palasport d’Italia alla fine del concerto. Partivano le note di pianoforte di Traccia II e Paolino, issato su altissimi trampoli, completamente vestito di bianco, giungeva in platea con una bacchetta da direttore d’orchestra dirigendo il crescendo della musica. Stessa cosa, di spalle al pubblico, faceva Francesco sul palco nel turbinio generale dell’emozione che quel brano riusciva a scatenare in tutti i presenti.
Questa immagine rimane indelebile nella memoria perché quel raddoppio visualizzava l’identità di intenzioni e la totale fiducia che da subito scattarono tra di noi. Un modo di concepire il lavoro che ben esplicitava Francesco Di Giacomo:

Nella musica del Banco la componente ritmica è basilare. Nell’interpretazione dei testi spesso ho spostato gli accenti per dare alle parole un’espressività e un’enfasi maggiore. Purtroppo, si diffonde un ascolto della musica sempre più distratto e quindi certe sfumature le colgono in pochi. Ma non mi importa: io continuerò a cantare cercando melodie, armonie, timbro e soprattutto coesione tra voce e musica.
L’ho sempre detto e continuerò a sostenerlo: non sono un cantante accademico, credo nella spontaneità e nei sentimenti. Forse se avessi studiato di più avrei faticato meno sul palco ma ho preferito imparare a catturare l’ispirazione e a lavorare sui segni che, come cantante e come autore, colgo nell’aria e porto nelle canzoni”.






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