Racconti sottoBanco
Il Banco del Mutuo Soccorso, o semplicemente
"Banco", tra le tante iniziative culturali intraprese, é stato tra i
primi a portare sul palco una compagnia teatrale, con tanto di attori, mimi e
saltimbanchi.
Accadeva negli anni '80 e la compagnia
teatrale si chiamava "Assemblea Teatro".
Erano dei concerti incredibili, un
connubio tra musica e teatro di altissimo livello.
Per chi non ha mai avuto la fortuna di
vederli, ci sono 2 DVD che immortalano queste performance: "Banco Live
1980" e "Live Avigliana 1989".
In allegato articolo preso dal sito di
“Assemblea Teatro” e alcune foto di Quirino Zangrilli, sempre prese in
rete.
Wazza
Il Banco del
Mutuo Soccorso e Assemblea Teatro
Chi all’inizio degli anni ’80 ha visto
le performance di Assemblea Teatro col
Banco del Mutuo Soccorso ricorderà un’immagine straordinaria che
prendeva forma nei palasport d’Italia alla fine del concerto. Partivano le note
di pianoforte di Traccia II e Paolino, issato su altissimi trampoli,
completamente vestito di bianco, giungeva in platea con una bacchetta da
direttore d’orchestra dirigendo il crescendo della musica. Stessa cosa, di
spalle al pubblico, faceva Francesco sul palco nel turbinio generale
dell’emozione che quel brano riusciva a scatenare in tutti i presenti.
Questa immagine rimane indelebile
nella memoria perché quel raddoppio visualizzava l’identità di intenzioni e la
totale fiducia che da subito scattarono tra di noi. Un modo di concepire il
lavoro che ben esplicitava Francesco Di Giacomo:
“Nella musica del Banco la
componente ritmica è basilare. Nell’interpretazione dei testi spesso ho
spostato gli accenti per dare alle parole un’espressività e un’enfasi maggiore.
Purtroppo, si diffonde un ascolto della musica sempre più distratto e quindi
certe sfumature le colgono in pochi. Ma non mi importa: io continuerò a cantare
cercando melodie, armonie, timbro e soprattutto coesione tra voce e musica.
L’ho sempre detto e continuerò a
sostenerlo: non sono un cantante accademico, credo nella spontaneità e nei
sentimenti. Forse se avessi studiato di più avrei faticato meno sul palco ma ho
preferito imparare a catturare l’ispirazione e a lavorare sui segni che, come
cantante e come autore, colgo nell’aria e porto nelle canzoni”.
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