Nel maggio 1973 la Premiata
Forneria Marconi è in tour in Italia, con Pete Sinfield e Mel
Collins “guest”.
I due ex King Crimson saranno ancora presenti nel seguente tour Europeo.
Di tutto un Pop…
Wazza
La diramazione del web magazine MAT2020, per una nuova informazione musicale quotidiana
Nel maggio 1973 la Premiata
Forneria Marconi è in tour in Italia, con Pete Sinfield e Mel
Collins “guest”.
I due ex King Crimson saranno ancora presenti nel seguente tour Europeo.
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CELESTE
“Echi di un Futuro Passato”
Di
Andrea Pintelli
La grande soddisfazione di Ciro Perrino per il risultato finale del nuovo
album dei suoi Celeste, dal titolo “Echi di un Futuro Passato”, è assai
contagiosa. Già disponibile sulla piattaforma Bandcamp, è stato pubblicato il
22 maggio in versione cd e il 12 giugno uscirà in versione vinile.
Trattasi di un lavoro
oggettivamente sontuoso, pieno di idee ben definite, dal suono fresco e
sognante (caratteristica, quest’ultima, comune ad ogni loro lavoro precedente).
Fa altresì piacere riceverlo dalle mani di Ciro stesso, il quale ci ha ormai
abituati ad un’eccellente qualità delle sue proposte discografiche, che
riguardino Celeste o altri suoi progetti. Questo vulcanico musicista-artista,
sulle scene da tantissimi anni, ha sempre in serbo novità su novità, e questo
può farci capire che la sua benzina pare inesauribile. La sua vena compositiva,
sommata a un’inventiva innata, migliora continuamente. In passato ho scritto parecchio materiale
sulle lavorazioni di Perrino, ma ogni volta che esamino l’ultima creazione di
turno, mi sento come trasportato in un’altra dimensione. Senza esagerazioni di
sorta. Questo “Echi di un Futuro Passato” non fa eccezione. Per cui da un mondo
indefinito, magistralmente rappresentato dalla copertina del disco, ad opera di
Mauro Degrassi, insieme al pregevole lavoro grafico svolto da Massimo Mazzeo,
vi porgo “Pigmenti”, prima traccia di questo profondo itinerario sonoro.
Spiazzato dai tratti jazzistici d’inizio tragitto, si può evincere quanta
volontà di evoluzione ci sia in questo gruppo. L’imprinting è sempre una fantasticheria
d’altrove, ma posta sotto un profilo differente: risultare così sofisticati ed
eleganti allo stesso tempo non è da tutti. “Sottili Armonie”, introdotta da un
pianoforte solitario e attraente, ha proporzione ed equilibrio quand’anche gli
altri strumenti si uniscono ad esso per formare una squadra coesa e affiatata.
Idea sviluppata grazie a un’ottima intesa tra i vari musicisti, fa sì che
l’ascoltatore sia immerso in uno spazio gaudio e sereno. Gli oltre dieci minuti
di questo pezzo non esistono, c’è solo da lasciarsi andare. Impagabile.
“Aspetti Astratti” è musica liquida, ci si fa toccare da essa, come fosse un
insieme di carezze rese concrete dalla composizione e unione degli attimi.
Magistrale è la sensazione di benessere che ne risulta. Oltre la soavità,
sostenuta dalla sicura e mai invadente sezione ritmica e, soprattutto, con un
sax da urlo. “Attese Sottese” e cambia lo scenario: si pensi ad un autunno
anticipato, dove i profumi dominano e le visioni sono rese soffuse da un mix di
nebbia e pioggia leggera.
I Celeste rendono in musica queste (e tantissime) altre sensazioni, come fossero dei pittori oltre i tempi. Dosano in maniera misurata, moderata, compiuta; non sono mai sopra le righe e non si pongono sopra il fruitore, ma, anzi, lo accompagnano verso la beltà. Insomma, c’è chi può e chi non può: loro possono. “Misteri Evoluti” ha chitarra e tastiere che si guardano, si riconoscono, e infine si uniscono per parlare insieme. Via via entrano basso, batteria, poi sax a tracciarne la melodia e flauto ad abbellirne i colori. Chiaramente siamo ben oltre il prog, gli stili e le influenze sono tangibili e utilissime alla causa finale: probabilmente il miglior disco dei Celeste dai tempi di “Principe di un Giorno”. “Madrigale” è strutturata per lasciare senza fiato, tant’è affascinante e sublime. L’armonia corre verso l’infinito, ancor più esaltata dalla notevole voce femminile. Nel mentre, un’onda di commozione fa evaporare le sue lacrime per restare nuda davanti al proprio dolce sentire. Questa canzone disintossica, dona beneficio, rafforza l’anima: cosa si può volere di più dalla Musica? “Circonvoluzioni”, ultima traccia di questo etereo album, chiude il cerchio riagganciandosi (in parte) stilisticamente a “Pigmenti”, migliorandone le sfumature. Non serve, a volte, parlare per raccontarsi, come, a volte, non serve spiegare per rendersi noti: se si prende l’arte senza dargli nomi e confini, si arriva talmente lontano che è inutile sforzarsi per capire, siccome la verità e l’avvenenza sono già lì ad attenderci. “Echi di un Futuro Passato” è tutto questo e molto di più. Non ha genere: è solo ricchezza.
Celeste:
Ciro Perrino: Mellotron, Solina, Eminent, Hammond, Mini Moog, ARP 2600, Voce
solista
Francesco Bertone: Basso e Fretless
Enzo Cioffi: Batteria
Marco Moro: Flauto, Flauto in Sol e Flauto Basso, Sassofono Contralto,
Tenore e Baritono, Flauti a Becco
Mauro Vero: Chitarre Acustiche ed Elettriche
Ospiti:
Marco Canepa: Pianoforte
Sergio Caputo: Violino
Paolo Maffi: Sassofono Soprano, Contralto e Tenore
Ines Aliprandi: Voce solista
Tutte le musiche e le liriche sono state composte da Ciro
Perrino.
Idea di copertina di Mauro Degrassi.
Grafiche curate e ideate da Massimo Mazzeo.
Le registrazioni sono avvenute fra gennaio e febbraio del 2024
nello Studio Mazzi di Borghetto S. Spirito e sono state curate da Alessandro
Mazzitelli e sono proseguite dal marzo ad aprile 2024 negli Studi Rosenhouse di
Vallecrosia e sono state curate da Alessio ed Andy Senis.
I missaggi sono opera del Sound Designer Marco Canepa.
Il Mastering è stato effettuato da Marco Canepa.
PIGMENTI
Petali aromatici
Dissonanti aspetti anonimi
Di pari astralità e le
Spezie amaranto e ingenuità
Medicine antiche
Fragili bambù
Melograni in fior e le
Fantasiose peonie
Scivolose salmodie (rarità)
CIRCONVOLUZIONI
Anime senza pace
Asensualità
Sopite miniature
Fragili metà
Resine cangianti
False algidità
Archi sotto il Cielo
Alte lievità
CD
1 PIGMENTI 8:46
2 SOTTILI ARMONIE 10:54
3 ASPETTI ASTRATTI 7:38
4 ATTESE SOTTESE 10:35
5 MISTERI EVOLUTI 7:33
6 MADRIGALE 10:36
7 CIRCONVOLUZIONI 7:57
VINILE
SIDE A
1 PIGMENTI 8:46
2 ASPETTI ASTRATTI 7:38
3 CIRCONVOLUZIONI 7:57
SIDE B
1 ATTESE SOTTESE 10:35
2 SOTTILI ARMONIE 10:54
28 maggio 2004, Francesco di Giacomo è ospite dell’evento “Musicultura” di Recanati: memorabile il duetto con Lucio Dalla, cantando “Barcarolo Romano”.
Oltre che “solo”, Francesco partecipò
alla manifestazione con il Banco del Mutuo Soccorso nel 1997 e 2009. Il
sodalizio Banco “Musicultura”, continuerà anche nel 2015…
Di tutto un Pop.
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Lucio e Francesco, insieme sul palco
della XV edizione del Festival. Era una notte di maggio del 2004 ed insieme
cantarono Barcarolo Romano.
Due geni assoluti della canzone, due
nostri amici irrinunciabili. Sfogliando le immagini dell'archivio, ci piace
immaginarli questa sera, ancora insieme. Da qualche parte.
Ospiti dell’edizione
Antonello Venditti, Luciano Ligabue,
Fernanda Pivano, Amalia Gré, Ennio Cavalli, Piera Degli Esposti, Enzo Gentile,
Roberto Pazzi, Isa Grace, Edoardo Bennato, Daniele Bonora, Bungaro, D-Rad
(Almamegretta), Lucio Dalla, Mariano Deidda, Francesco Di Giacomo, Carlo
Fabbri, Enzo Jannacci, Paolo Jannacci, Orchestra di piazza Vittorio, Pacifico,
Patty Pravo.
Nasceva il 27 maggio del
1940 Riki Maiocchi, cantante italiano
conosciuto per essere stato il fondatore del complesso dei Camaleonti.
Divenne famoso nel 1964 con “Non dite a mia madre”, cover del brano degli Animals “The House of the Rising Sun”.
Maiocchi partecipò per due volte al
Cantagiro e una volta al Festival di Sanremo (in coppia con Marianne Faithfull), mentre nel Regno Unito ebbe collaborazioni artistiche con Ritchie
Blackmore e Jimi Hendrix, e portò al successo un brano scritto da Mogol e Lucio
Battisti, la celebre “Uno in più”.
Si avvicinò alla musica leggera
ancora giovanissimo quando svolgeva il mestiere di muratore. Iniziò a
frequentare il celebre locale milanese Santa Tecla, punto di ritrovo di molti
grandi cantanti Adriano Celentano, Luigi Tenco, Giorgio Gaber ed Enzo Jannacci
tra gli altri.
Iniziando coi Riki & the Four
Jacks con l'amico Roberto Bescapé, prende parte, nel 1964, alla fondazione dei
Camaleonti di cui sarà il frontman nel periodo beat più impegnato, con brani
come “Chiedi chiedi” e “Io lavoro”. Li abbandona alla vigilia del grande
successo, nel 1966.
Maiocchi sceglie di trasferirsi nel
Regno Unito dove incontra Ritchie Blackmore (futuro componente dei Deep
Purple), all'epoca chitarrista sconosciuto, insieme al quale fonda i The Trip,
in seguito attivo soprattutto in Italia.
Maiocchi e i The Trip si esibiscono in molti locali della scena underground londinese, persino insieme a Jimi Hendrix.
Per circa tre settimane suonano anche in Italia, all'incirca nel
novembre del 1966. Fu comunque grazie a Hendrix che Maiocchi entrò in contatto
con Marianne Faithfull, allora compagna di Mick Jagger, con cui partecipò al
Festival di Sanremo 1967 con “C'è chi spera”, nell'edizione segnata dal tragico
suicidio di Luigi Tenco.
Maiocchi partecipò anche a due
edizioni del Cantagiro, quelle del 1965 e del 1967, e in quest'ultima edizione
conobbe la coppia Mogol-Battisti, per i quali aveva interpretato “Prendi fra le mani la testa”.
Un altro brano scritto da loro, “Uno
in più”, resterà per sempre il massimo successo del cantante milanese, e verrà
reinciso dallo stesso Lucio Battisti nel 1969, pubblicato nel suo primo omonimo
album.
Nel 1967/1968 il nuovo gruppo
d'accompagnamento (durante i concerti e le esibizioni dal vivo) sono i Generali,
una formazione beat di Milano.
Nel 1974 prende parte come attore al
film “Il siculo”, che resta però senza distribuzione nelle sale e viene passato
direttamente in televisione su alcune reti locali.
Il periodo d'oro di Maiocchi si
esaurisce in pratica qui: a partire dagli anni Settanta si ritira a vita
privata.
Negli anni Ottanta, con gran parte
dei suoi colleghi, ha preso parte a molte trasmissioni revival che si sono
occupate di riportare in scena gli anni Sessanta: nel 1983 Bandiera gialla,
nel 1988 Vent'anni dopo, nel 1989 Una rotonda sul mare (in questa
trasmissione riuscì ad arrivare in semifinale).
La canzone “Uno in più” è stata poi
scelta come sigla del programma televisivo Roxy Bar.
Gravemente malato da tempo, è morto il 2 febbraio del 2004, all'età di 64 anni, in un ospedale milanese.