CELESTE
“Echi di un Futuro Passato”
Di
Andrea Pintelli
La grande soddisfazione di Ciro Perrino per il risultato finale del nuovo
album dei suoi Celeste, dal titolo “Echi di un Futuro Passato”, è assai
contagiosa. Già disponibile sulla piattaforma Bandcamp, è stato pubblicato il
22 maggio in versione cd e il 12 giugno uscirà in versione vinile.
Trattasi di un lavoro
oggettivamente sontuoso, pieno di idee ben definite, dal suono fresco e
sognante (caratteristica, quest’ultima, comune ad ogni loro lavoro precedente).
Fa altresì piacere riceverlo dalle mani di Ciro stesso, il quale ci ha ormai
abituati ad un’eccellente qualità delle sue proposte discografiche, che
riguardino Celeste o altri suoi progetti. Questo vulcanico musicista-artista,
sulle scene da tantissimi anni, ha sempre in serbo novità su novità, e questo
può farci capire che la sua benzina pare inesauribile. La sua vena compositiva,
sommata a un’inventiva innata, migliora continuamente. In passato ho scritto parecchio materiale
sulle lavorazioni di Perrino, ma ogni volta che esamino l’ultima creazione di
turno, mi sento come trasportato in un’altra dimensione. Senza esagerazioni di
sorta. Questo “Echi di un Futuro Passato” non fa eccezione. Per cui da un mondo
indefinito, magistralmente rappresentato dalla copertina del disco, ad opera di
Mauro Degrassi, insieme al pregevole lavoro grafico svolto da Massimo Mazzeo,
vi porgo “Pigmenti”, prima traccia di questo profondo itinerario sonoro.
Spiazzato dai tratti jazzistici d’inizio tragitto, si può evincere quanta
volontà di evoluzione ci sia in questo gruppo. L’imprinting è sempre una fantasticheria
d’altrove, ma posta sotto un profilo differente: risultare così sofisticati ed
eleganti allo stesso tempo non è da tutti. “Sottili Armonie”, introdotta da un
pianoforte solitario e attraente, ha proporzione ed equilibrio quand’anche gli
altri strumenti si uniscono ad esso per formare una squadra coesa e affiatata.
Idea sviluppata grazie a un’ottima intesa tra i vari musicisti, fa sì che
l’ascoltatore sia immerso in uno spazio gaudio e sereno. Gli oltre dieci minuti
di questo pezzo non esistono, c’è solo da lasciarsi andare. Impagabile.
“Aspetti Astratti” è musica liquida, ci si fa toccare da essa, come fosse un
insieme di carezze rese concrete dalla composizione e unione degli attimi.
Magistrale è la sensazione di benessere che ne risulta. Oltre la soavità,
sostenuta dalla sicura e mai invadente sezione ritmica e, soprattutto, con un
sax da urlo. “Attese Sottese” e cambia lo scenario: si pensi ad un autunno
anticipato, dove i profumi dominano e le visioni sono rese soffuse da un mix di
nebbia e pioggia leggera.
I Celeste rendono in musica queste (e tantissime) altre sensazioni, come fossero dei pittori oltre i tempi. Dosano in maniera misurata, moderata, compiuta; non sono mai sopra le righe e non si pongono sopra il fruitore, ma, anzi, lo accompagnano verso la beltà. Insomma, c’è chi può e chi non può: loro possono. “Misteri Evoluti” ha chitarra e tastiere che si guardano, si riconoscono, e infine si uniscono per parlare insieme. Via via entrano basso, batteria, poi sax a tracciarne la melodia e flauto ad abbellirne i colori. Chiaramente siamo ben oltre il prog, gli stili e le influenze sono tangibili e utilissime alla causa finale: probabilmente il miglior disco dei Celeste dai tempi di “Principe di un Giorno”. “Madrigale” è strutturata per lasciare senza fiato, tant’è affascinante e sublime. L’armonia corre verso l’infinito, ancor più esaltata dalla notevole voce femminile. Nel mentre, un’onda di commozione fa evaporare le sue lacrime per restare nuda davanti al proprio dolce sentire. Questa canzone disintossica, dona beneficio, rafforza l’anima: cosa si può volere di più dalla Musica? “Circonvoluzioni”, ultima traccia di questo etereo album, chiude il cerchio riagganciandosi (in parte) stilisticamente a “Pigmenti”, migliorandone le sfumature. Non serve, a volte, parlare per raccontarsi, come, a volte, non serve spiegare per rendersi noti: se si prende l’arte senza dargli nomi e confini, si arriva talmente lontano che è inutile sforzarsi per capire, siccome la verità e l’avvenenza sono già lì ad attenderci. “Echi di un Futuro Passato” è tutto questo e molto di più. Non ha genere: è solo ricchezza.
Celeste:
Ciro Perrino: Mellotron, Solina, Eminent, Hammond, Mini Moog, ARP 2600, Voce
solista
Francesco Bertone: Basso e Fretless
Enzo Cioffi: Batteria
Marco Moro: Flauto, Flauto in Sol e Flauto Basso, Sassofono Contralto,
Tenore e Baritono, Flauti a Becco
Mauro Vero: Chitarre Acustiche ed Elettriche
Ospiti:
Marco Canepa: Pianoforte
Sergio Caputo: Violino
Paolo Maffi: Sassofono Soprano, Contralto e Tenore
Ines Aliprandi: Voce solista
Tutte le musiche e le liriche sono state composte da Ciro
Perrino.
Idea di copertina di Mauro Degrassi.
Grafiche curate e ideate da Massimo Mazzeo.
Le registrazioni sono avvenute fra gennaio e febbraio del 2024
nello Studio Mazzi di Borghetto S. Spirito e sono state curate da Alessandro
Mazzitelli e sono proseguite dal marzo ad aprile 2024 negli Studi Rosenhouse di
Vallecrosia e sono state curate da Alessio ed Andy Senis.
I missaggi sono opera del Sound Designer Marco Canepa.
Il Mastering è stato effettuato da Marco Canepa.
PIGMENTI
Petali aromatici
Dissonanti aspetti anonimi
Di pari astralità e le
Spezie amaranto e ingenuità
Medicine antiche
Fragili bambù
Melograni in fior e le
Fantasiose peonie
Scivolose salmodie (rarità)
CIRCONVOLUZIONI
Anime senza pace
Asensualità
Sopite miniature
Fragili metà
Resine cangianti
False algidità
Archi sotto il Cielo
Alte lievità
CD
1 PIGMENTI 8:46
2 SOTTILI ARMONIE 10:54
3 ASPETTI ASTRATTI 7:38
4 ATTESE SOTTESE 10:35
5 MISTERI EVOLUTI 7:33
6 MADRIGALE 10:36
7 CIRCONVOLUZIONI 7:57
VINILE
SIDE A
1 PIGMENTI 8:46
2 ASPETTI ASTRATTI 7:38
3 CIRCONVOLUZIONI 7:57
SIDE B
1 ATTESE SOTTESE 10:35
2 SOTTILI ARMONIE 10:54
Nessun commento:
Posta un commento