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lunedì 1 maggio 2023

Quando al concerto del 1° maggio (2013) ci si emozionava


Vittorio, com'è tornare su un palco così importante e ricco di significato, come quello del 1° Maggio?

Anche dopo tanti anni è sempre un'emozione grande e intensa. Nonostante il tempo possa inflazionare i luoghi, le idee, ci sono certe cose che rimangono intatte e sempre ricche di significato. Quella che si celebra oggi è la festa del lavoro, e mai come in questo periodo il lavoro rappresenta per il nostro Paese una vera e propria emergenza: ecco quindi che questo evento assume una importanza ancora più speciale.

Manca poco alla vostra esibizione. Francesco, cosa avete preparato e quali sorprese avete in serbo per la vostra attesissima performance?

Ricevere l'invito a partecipare a questo evento ci riempie sempre di grande gioia. Salire oggi sul palco è un omaggio sia al nostro gruppo ma anche a tutto il progressive italiano, così come i grandi protagonisti che ne fanno parte, oggi come allora. Ci esibiremo in un medley che ripercorre proprio i tratti salienti di questo genere e saremo accompagnati dalla Grande Orchestra Rock. Ci sono grandissimi musicisti, come ad esempio Roberto Angelini, Fabrizio Bosso, Stefano di Battista, Federico Poggipollini, James Senese, Maurizio Solieri e molti altri. Ma non ci intratterremo molto, perché più l'apparizione è breve, più grande è il mistero.


Lo abbiamo detto, il Primo Maggio non è solo musica. C'è anche un forte massaggio sociale e politico dietro... cosa ne pensate a riguardo?

(Francesco): Si tratta indubbiamente di un giorno di festa, ma non deve e non può essere solo questo. Per dirla terra terra, non si può buttare tutto in caciara. È un evento meraviglioso ma i ragazzi che vengono qui devono averne la giusta consapevolezza: non possono sapere solo dalla televisione che la rappresentano il 38% della disoccupazione, devono sapere cosa succede, cosa c'è davvero dietro alla “festa del lavoro”. Voi giovani siete la speranza di questo Paese e abbiamo bisogno della intelligenza di ciascuno di voi.

(Vittorio): Il ruolo della musica sta anche in questo. Serve proprio per veicolare anche i messaggi di critica sociale. D'altronde, uno degli elementi che fa della musica una cosa speciale è anche quella forza evocativa che ti fa sognare e soffrire, piangere e gioire; e quindi, anche riflettere e pensare.




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