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martedì 19 agosto 2025

Occitanas-Sem Montanhòlas, di Andrea Pintelli

 

                         

      

OCCITANAS     
“Sem Montanhòlas”

Di Andrea Pintelli


Nella meravigliosa azione occitana che, com’è noto, si estende dalle vallate cuneesi e, in parte, torinesi fino ai Paesi Baschi, attraverso la Francia centro-meridionale (no, non è solo la regione istituita dalla Francia nel 2016), le tradizioni sono vivissime, molto più che in diverse aree europee assai più (a torto) blasonate. Nel tempo alcuni suoi illuminati abitanti si sono prodigati in un importante recupero culturale/politico (cito, uno su tutti, François Fontan, che fondò il Movimento Autonomista Occitano (MAO)) e artistico (cito, uno su tutti, Sergio Berardo, fondatore e leader dei Lou Dalfin, il gruppo musicale che più di tutti ha risvegliato il senso di appartenenza ai valori dell’occitanismo) di vitale importanza,  che ha permesso e permette tuttora al suo popolo di identificarsi appieno nelle proprie radici. C’è chi, oggigiorno, porta avanti questo inestimabile patrimonio, rinvigorendolo tramite diversi tipi di attività (es. Espaci Occitan e Chambra d’Oc) e musicale (es. Lou Dalfin e QuBa Libre). Tra questi ultimi vanno citate le Occitanas, band (quasi) tutta al femminile nata nel 2014 e autrice di due album veramente interessanti, l’ultimo dei quali uscito poche settimane fa intitolato Sem Montanhòlas. Il loro suono è solido e coinvolgente, come da loro stesse sottolineato, tramite arrangiamenti curati e dall’andamento energico e frizzante. Vanno a pescare brani dal vasto repertorio tradizionale occitano, a cui aggiungono composizioni di proprio pugno che ne nobilitano l’insieme finale. Ascoltarle su disco e dal vivo significa vivere un’intensa emozione, creata dai tanti strumenti impiegati, dalle loro suadenti voci e dalla forza delle loro idee, in un amalgama sonoro denso, fine e di sicuro impatto. Il lavoro si apre con Adiu Paore Carnaval: seducenti arpeggi chitarristici e voci melliflue lasciano spazio, nel finale, all’essenza gioiosa e dinamica delle Occitanas. Si prosegue con Chanter, Boire e Rire Rire, e si è proiettati nel mezzo della piazza di un borgo montano occitano; il divertimento come parte integrante della vita delle persone di quelle magiche vallate, la socialità e la condivisione al centro della loro immagine interiore. La Filha Dau Vesin ha la capacità di far vivere nell’ascoltatore le stesse sensazioni che la protagonista ha vissuto, suo malgrado, in questa storia poetica di dolore e fatica quotidiana; la voce di Paola Lombardo, storica cantante occitana, svetta. Set Saut è una filastrocca che si appiccica addosso tant’è simpatica e coinvolgente. Già portata alla ribalta dai Lou Dalfin nel loro disco “Lo Viatge”, è qui riarrangiata in maniera ottima. Da ballare, come al solito, tutti insieme! Estela Alpina, composizione di Michela Giordano (divulgatrice di bellezza occitana tramite il suo progetto web “Michela nelle valli”), qui dolcissima voce solista, commuove in modo garbato e sincero. Derek’s Bourée ha nell’originalità la sua chiave di lettura; essendo di nuova composizione si va a mixare con i tipici accenti sonori occitani, ma ne eleva i significati con stravaganza ed estro. Lizzy Valsa è uno stupendo e impeccabile valzer inventato da Laura Bagnis; una soffice carezza. La suite Circle Du Furet / Circle Desmentia / Saota Boisson racchiude tre componimenti propri di Marzia Cavallo, Agnese Valmaggia e Laura Bagnis; trattasi di un tripudio di meraviglia: organetti a tutto spiano, sezione ritmica a dettare legge, flauti a rimarcare le armonie che echeggiano nelle vallate. Entusiasmante, tanto da correre a piedi verso quei luoghi incantati. Sem Montanhòls esprime la forza e la verità dei montanari, quelli veri, e merita un discorso a parte. Riporto il testo tradotto in italiano per far capire quanto orgoglio ha questo popolo: “Siamo montanari, abbiamo l’indipendenza, l’abbiamo, l’abbiamo e la manterremo! Se non c’è un re in Francia, regneremo noi! Il nostro unico maestro è colui che fa nascere il grano in autunno e l’erba in primavera: lo preghiamo che ci lasci a lungo il sapore del pane. Facciamo giustizia alla moda della montagna, senza disturbare i giudici inutili; il codice di Laguiole è il legno di sorbo. Tu, vignaiolo, sii fiero della tua vendemmia, ma ti compiango, povero pezzente: tu coltivi la tua vigna, noi beviamo il vino. Degli antichi Galli abbiamo l’urlo di guerra, lanciamo delle urla che fanno rimbombare tutto. Passando sulla terra ci piace far sentire la nostra voce”. Il brano è classico della tradizione occitana ed è qui riproposto con la toccante multi-vocalità femminile a dargli nuove vesti, colorate, profumate, fresche. Gli strumenti ne incorniciano la sua forza. Al Pont De Mirabel, altro pezzo-immagine di quei posti, viene proposto come fosse una cartolina animata della comunque triste storia che vede protagonista Caterina e tre soldati suoi pretendenti. La Boina / La Calha: la prima è composta dalla grande Simonetta Baudino, la seconda arriva dal repertorio tradizionale; la ghironda è IL suono delle vallate occitane e in questi due brani è quella di Simonetta (migliore allieva dell’infinito Sergio Berardo) ad essere in sella, ed è appassionante dalla prima all’ultima nota. Un incanto. Balet La Machinetta è ballo e azione, dinamismo stellato e sorrisi. Blancha / ‘Na Barca T’en Pra; il primo è di Simonetta e del suo organetto fatto di mille sfumature, il secondo è di Roberto Carletto (vero e proprio deus ex machina del progetto Occitanas e unico elemento maschile del gruppo, principalmente al basso) ed è un crocevia del pensiero musicale occitano. Esteve è un circolo circasso ad opera di Simone Lombardo (altra autorità artistica, legata a questo mondo più volte citato) magistralmente arrangiato che offre la possibilità di una prova corale alla band. Tra i primi attori anche l’attraente arpa di Isabella Puppo. Paora Gramusa / Aviu Un Calinhaire: l’adattamento della prima ha nell’oud dell’ospite Adriano Taborro la palese (ma non scontata) singolarità, la seconda porta in grembo l’anima delle Occitanas, in un saggio di perizia esecutiva. Ultimo pezzo è Lo Torrin, impreziosito dal rullante di Riccardo Serra (motore ritmico da sempre dei Lou Dalfin), è sia un brano simbolo d’Occitania, ma anche un suo piatto famoso, ossia una zuppa a base di aglio e pepe, nella storia del brano servita durante un matrimonio. Da citare senz’altro il prezioso lavoro grafico del disco, grazie agli splendidi dipinti di Alessandro Siri. Orbene, fate vostro questo splendente album che vi permetterà di viaggiare con la mente verso l’Occitania, scoprirla e capirla, per poi andarla a esplorare personalmente: poi sicuramente ci tornerete tante altre volte, come successo al sottoscritto. Bravissime le Occitanas, da seguire e correre a vedere (vivere) in concerto. Abbracci diffusi.


Tracce:

1)  ADIU PAORE CARNAVAL (trad.)

2)  CHANTER, BOIRE E RIRE RIRE (trad.)

3)  LA FILHA DAU VESIN (trad.)

4)  SET SAUT (trad.)

5)  ESTELA ALPINA (Michela Giordano)

6)  DEREK’S BOUREE (Fabrizio Carletto – Michele Gazich)

7)  LIZZY VALSA (Laura Bagnis)

8)  CIRCLE DU FURET (Marzia Cavallo) / CIRCLE DESMENTIÀ (Agnese Valmaggia) / SAOTA BOISSON (Laura Bagnis)

9)  SEM MONTANHOLS (trad.)

10)                AL PONT DE MIRABEL (trad.)

11)                LA BOINA (Simonetta Baudino) / LA CALHA (trad.)

12)                BALET LA MACHINETTA (trad.)

13)                BLANCHA (Simonetta Baudino) / ‘NA BARCA T’EN PRA (Fabrizio Carletto)

14)                ESTEVE (Simone Lombardo – Piero Nuvoloni – Bonnet)

15)                PAORA GRAMUSA (trad.) / AVIU UN CALINHAIRE (trad.)

16)                LO TORRIN (trad.)

 

Componenti:

Erica Molineris – voce

Michela Giordano – voce e percussioni

Simonetta Baudino – ghironda, organetto, cornamusa

Laura Bagnis – ghironda, zufoli, percussioni

Isabella Puppo – arpa

Agnese Valmaggia – batteria, programmazione (tr. 8)

Silvia Mattiauda – organetto

Francesca Macagno – organetto

Manuela Mattalia – organetto

Nadia Manera – galobet

Marianna Giraudo – flauto traverso

Alessia Martinengo – flauto traverso

Fabrizio Carletto – basso, contrabbasso, percussioni, tastiere, ukulele, programmazioni

 

Ospiti:

Paola Lombardo, Adriano Rovere, Sergio Berardo, Valerio Gaffurini, Paolo Costola, Riccardo Maccabruni, Marco Melillo, Daniela Mandrile, Dario Avena, Fabio Pirotti, Nives Orso, Loris Cavallera, Piergiorgio Chiera, Adriano Taborro, Riccardo Serra.

Registrazione effettuata da Fabrizio Carletto presso “Cenati studio” (Vernante – CN).

Prodotto da Fabrizio Carletto e Paolo Costola.

Arrangiamenti di Fabrizio Carletto e Simonetta Baudino.

Mixaggi e Mastering effettuati da Paolo Costola presso Macwave Studio di Brescia.

Dipinti di Alessandro Siri.

Fotografie di Claudio Berta, Luca Innocenti, Martina Giordano, Chiara Agostini, Mattia Aquila e Veerlebas.

Progetto grafico di Fabrizio Carletto.

 

Esempi d’ascolto:

https://www.youtube.com/watch?v=Ll_9KhpGdvQ

https://www.youtube.com/watch?v=VVrPuxEGBc0

https://www.youtube.com/watch?v=oLxDsYwqly8

 

Per contatti col sottoscritto: andrea.pintelli@gmail.com


 

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