Francesco Pullè ha seguito per MAT2020 un concerto inusuale.
Qualche
giorno fa, al Freakout Club di Bologna, locale off angusto ed
affollato, ho assistito ad una performance del chitarrista americano Glenn Branca, guru dell'avant-rock americano,
animatore con Jeffrey Lohn della band no-wave Theoretical Girls, autore di seminali sinfonie noise per chitarra
nonché mentore ed ispiratore di tanti musicisti dell'intellighenzia newyorkese,
Lee Ranaldo e Thurston Moore dei Sonic Youth in primis.
Tre
quarti d'ora alternati tra un inizio acustico (menzione particolare per una
rude e suggestiva "Sructure" dall'album manifesto "The
Ascension" del 1981), droni psichedelici, improvvisi raptus rumoristici e sequenze
eteree di armonici in loop, il tutto eseguito con accordature non convenzionali
e sparato ad un volume assordante.
Un
attacco sonoro da cui si esce piacevolmente scossi ed elettrizzati.
Un
caposcuola che poco concede e non fa prigionieri, ma lascia la netta sensazione
che senza la sua brutale estetica avant-rock, noise ed atonale tanta musica
attuale non avrebbe visto la luce.
Pochi
scatti perché lo stanzone dove si esibiva l'artista era stracolmo e la visuale
dalla mia postazione quasi nulla.
Immagini di repertorio...
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