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martedì 12 maggio 2015

Astrolabio + Osanna - Live al Club Il Giardino (VR) - 9/5/2015, di Marco Pessina


E venne la serata degli Osanna in quel del Club Il Giardino, sempre per la rassegna di musica progressiva.
Doverosa citazione a chi li ha preceduti sul proscenio del locale di Lugagnano, ai "locali" Astrolabio. Nati dalle ceneri dei vecchi Elettrosmog, fecero parlare di sé e ricevettero ottimi riscontri dalla critica con un album autoprodotto pubblicato nel 2006 dal titolo Monologando. Tre membri di quella formazione -Michele Antonelli (voce, chitarra e flauto), Massimo Babbi (tastiere) e Alessandro Pontone (batteria), aggiungendo Paolo Iemmi (basso)- hanno pubblicato recentemente un album dal titolo L'isolamento Dei Numeri Pari. Forti del loro sound essenziale e immediato, hanno degnamente preceduto il, sestetto napoletano suonando alcuni pezzi dal loro lavoro, tra cui spiccano E' Stato Detto Tutto e Sono Io O Sono Te?. Propongono un paio di brani inediti e una loro reinterpretazione di una vecchia hit dei Ribelli, Pugni Chiusi. Applausi finali meritati.


Il tempo di sgombrare il palco ed entrano in scena gli Osanna del carismatico Lino Vairetti (voce e chitarra), con Gennaro Barba (batteria), Sasà Priore (tastiere), Nello D'Anna (basso), Pasquale Capobianco (chitarra) e Irvin Luca Vairetti (voce e sinth). E' inutile dire che quando sono di scena al Giardino (ormai sono di casa, visti i concerti degli anni scorsi), riscuotono calore ed entusiasmo, ogni volta di più, dal folto pubblico presente in sala. La loro verve, il loro miscuglio di progressive e napoletanità in un sound sempre tirato, fa di loro una delle migliori band del panorama nazionale. Il loro é un concerto antologico senza soluzione di continuità, suonato ai consueti volumi, senza che il suono ne risulti penalizzato. Mirror Train, Oro Caldo, L'Amore Vincerà Di Nuovo suonate in un medley in cui risalta lo straordinario sincronismo del sestetto, con Capobianco che dà saggio della sua maestria negli assoli con la sei corde. Vairetti non ha perso nulla dal passato, anzi, con la sua voce calda e mai tentennante per tutto il concerto, supportato a dovere dal figlio Irvin. Barba e D'Anna sono degli autentici martelli nella "zona" ritmica, mentre Priore ci delizia coi suoi tappeti di note. Vado Verso Una Meta precede i due pezzi cantati in napoletano, Ce Vulesse e A Zingara, dall'album del 1978,  molto bello e anche molto sottovalutato nel recente passato, con potenti e melodiose timbriche jazz rock. Santa Lucia, Anni Di Piombo e Palepolitana, brani recentissimi chiudono la prima parte del concerto. Dopo una breve pausa si riprende con un doveroso tributo ai vecchi componenti della band, citati da Vairetti. Alle spalle della band, un vecchio filmato risalente agli anni '70, ci porta indietro nel tempo, con Arbore che chiede delucidazioni sul particolare modo di suonare il flauto di Elio D'Anna, e sul vecchio riff di chitarra di Rustici parte Non Sei Vissuto Mai. Preludio, Variazioni e la fantastica There Will Be Time, scatenano l'entusiasmo in sala dove gli applausi si sprecano. Tiratissima Everybody's Gonna See You Die. Fuje A' Chistu Paese dà l'opportunità a Lino Vairetti di presentare al pubblico la band per ulteriori e scroscianti applausi, con un accenno di blues. Data l'ora, ci sarà un solo bis, ma significativo. Una dedica ricordo a Francesco Di Giacomo, con la celeberrima Non Mi Rompete, con un breve accenno sulle stesse note de Il Banchetto della PFM. Tutti in piedi ad osannare, é il caso di dirlo, la band napoletana, con la promessa di ritornare a fine anno per presentare in anteprima il previsto doppio album che uscirà probabilmente in autunno. Una grande serata di musica.
                                                                                                                       

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