MARCO
SPIEZIA
“Live
in flip-flops”
Ascoltando
le varie tracce di questo lavoro, Live in flip-flops, la prima sensazione che si coglie è quella di
una grande freschezza, la voglia di raccontare in chiave ironica e disincantata
i vari aspetti della vita di una persona, che calca la parte solida del globo e
galleggia sulla sua parte liquida.
L’ottimismo
di Marco non è figlio di una sciocca superficialità, tipica di certa musica
degli anni ‘80, ma trae origine dall’osservazione del mondo, delle persone che lo vivono come in “Dirty little secret”, dove l’autore
racconta il tentativo di immaginare cosa si possa celare all’interno di ogni
mente umana.
La
positività di Marco
Spiezia è facilmente riscontrabile in brani come “ Smile” e come “Sunday”, che può essere considerata la naturale continuazione del
brano precedente.
La
ricerca della felicità per Marco Spiezia corre parallelamente con la ricerca,
spesso soddisfatta ed ottenuta, della semplicità.
Questa
“esplorazione” può sembrare facile, ma il cammino può essere lungo e tortuoso.
I
brani di questo lavoro scorrono e scivolano piacevolmente, tra ballate allegre
che rimandano alla musica popolare, forse non solo della Cornovaglia,
(ricordiamo le origini campane di Marco), esempi di Rock and roll, (“Sunday”), qualche intromissione nel
reggae e nel Rock più deciso come in “Believer”
e molto altro.
I
suoni sono molto naturali e piacevoli e le chitarre non sono infarcite di
effetti particolari riverberi, distorsori wa-wa o altro, sembrano le tipiche
chitarre del rock’n’roll degli anni ’50, forse semiacustiche o Telecaster (forse
la rock guitar per antonomasia), ma poco
importa.
Importa
e molto, ricordare gli ottimi compagni di viaggio di Marco: Michael Hatton, chitarre e voce, con il
quale Marco collabora da molto tempo, Danilo Asturi, Gianfranco Clerici basso e Luca Taumino batteria.
Ma soprattutto la
voce chiara e limpida del’autore, che senza particolari “prestazioni
atletico-vocali”, risulta sempre espressiva rispetto alle narrazioni proposte.
L’animale
umano può essere capace di nutrirsi e di trarre soddisfazione da cose naturali
e semplici, un sorriso , come già detto, un piatto cucinato da un amico “Cheese and beans” , una surfata, una
canzone, ma spesso, l’umano, non contento di questo ed inconsapevole
dell’equazione felicità = semplicità, è portato ad
incamminarsi per una pericolosissima china, ossia il sovradimensionamento del proprio “ego”.
Il
pezzo che tratta di questo tema si intitola, appunto “Egos”.
Chi
cade in questo tranello, rischia di vivere avvitandosi su se stesso, vivendo,
nutrendosi solo del proprio mondo e di ciò che
offre, allontanandosi dalla realtà che è quella che sta anche fuori, nel
mondo che scorre . “Panta rei”.
Non
manca un riferimento alla condizione delle persone rispetto al grande mistero
della grande finanza internazionale.
Ne
tratta sempre con tono disincantato, ma non manca di raccontarci con cognizione
di causa di come tutti noi siamo prigionieri, siamo vittime di un grande
inganno.
Il
messaggio può essere sintetizzato cosi, molto semplicemente “ Ci vogliono
togliere la Libertà , con un enorme inganno ! “
“Apple tree”, albero di mele , (forse la
scelta di “apple” non è casuale), è la
dimostrazione della capacità e della volontà di guardare fuori da noi stessi,
cercare di conoscere di affrontare nel breve minutaggio di una canzone un
argomento così importante come il debito ed in generale della situazione del
nostro mondo.
Dal
punto di vista musicale non si discosta molto dallo stile allegro e
apparentemente scanzonato, si apprezza una bella chitarra acustica che da
inizio alla canzone.
Il
brano di chiusura è “Let it come to me”,
e merita, forse una citazione particolare.
E’
forse il brano più introspettivo di
tutto il lavoro, lo stato d’animo dell’autore, è lo stesso stato d’animo che
può regalare inconsapevolmente una terra molto particolare come la Gran
Bretagna del nord.
Qui
Marco si lascia avvolgere dall’atmosfera dei luoghi e dal tempo non proprio
clemente e forse nel suo riflettere sull’ineluttabilità del tempo
meteorologico, allo stesso tempo, forse si rende conto dell’ineluttabilità che
spesso condisce le vicende umane.
Capire
queste cose, metterle in musica, in maniera semplice anche se faticosa, può
regalarti un istante o tanti istanti di felicità concatenati uno all’altro.
Semplicità,
felicità … si ha l’impressione che Marco sia alla ricerca della sua Libertà.
Il
tutto come chiosa finale e per quadrare il cerchio.
Tracklist
Smile
2. Sunday
3. Life in flip-flops
4. Egos
5. It’s ok
6. Dirty little secret
7. Believer
8. Scaramouche
9. Summer gypsy skirt
10. Coffee skin
11. Apple tree
12. Cheese &
beans
13. Let it come to
me
CREDITS:
Registrato presso
Sawmills Studio – Golant, Cornwall (UK);
mixato da Nicolò
Fragile, Gianfranco Clerici e Marco Spiezia;
masterizzato da
Daniele Isola e Gianfranco Clerici presso Screenplay – Milano
Marco Spiezia –
voce, chitarra
Michael Hatton –
chitarra
Danilo Asturi,
Gianfranco Clerici – basso
Luca Taurmino –
batteria
Musica e testi:
Marco Spiezia
Prodotto da
Gianfranco Clerici/Screenplay, Dario Villa/AccorgiteneTM e Marco Spiezia
Biografia
Nato
in penisola sorrentina (NA) e poi scaraventato negli UK in giovane età, Marco
Spiezia è un cantautore cresciuto a pasta, salsa e surf britannico. La passione
del padre per la chitarra e le melodie di colossi come B.B. King, Jimi Hendrix
e Lucio Battisti hanno accompagnato i suoi primi passi e tutta l’infanzia. Il
sound che ne è derivato è un folk rock, spensierato e danzereccio che fa propri
il swing, il charleston, il rock’n’roll e un pizzico di ska, creando canzoni
allegre e di immediata presa. Il progetto musicale di Marco Spiezia nasce a St.
Keverne nel 2008. Nel 2009 inizia la collaborazione con il chitarrista Michael
Hatton e segue il successo nei locali delle spiagge Cornovagliesi e festival
internazionali come Relentless Boardmasters. Nel 2010 Marco torna alle sue
origini nella penisola Sorrentina, aggiunge vari musicisti al progetto e nel
dicembre del 2011 esce l’EP “Smile”, registrato negli Sawmills Studio,
Cornovaglia (UK), che ha ospitato le registrazioni di band inglesi di altissimo
livello, tra gli altri The Kooks, Oasis e Muse. L'anno successivo tornerà nello
stesso studio per registrare il suo primo album, "Life in
Flip-Flops".
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