Childhood's
Dream live al club il Giardino - Lugagnano (VR) 18/03/2016
di Marco
Pessina
Bella serata di musica e buon pubblico al Club il Giardino.
Erano di scena i CHILDHOOD'S DREAM, band veronese che abbraccia in particolare
il mondo del New Prog, ma che per l'occasione ha sfornato una serata dedicata
ai Marillion.
Alessandro
Zardini
(batteria), Antonio Zufolato
(tastiere), Franco Zampieri (voce e
tastiere addizionali), Lorenzo Manfro
(basso), Massimo Piubelli
(chitarra), con Andrea Bassato
(violino) e la partecipazione del cantante Guillermo
Gonzales, hanno dato vita ad un ottimo concerto con oltre due ore di
musica. Cimentarsi con cognizione di causa in certe cose e riproporle dal vivo
non è mai una operazione facile, ma se esame doveva essere (per loro), l'esame è
stato superato a pieni voti (diciamo noi). La serata è volata via piacevolmente,
assecondata da lunghi applausi scroscianti da parte del pubblico fin
dall'inizio. Bella presenza scenica di Zampieri, in possesso di un'ottima e
resistente voce, che con i suoi cambi "d'abito" in mezzo ai vari
brani, come si faceva ai tempi d'oro del progressive, ha dato un tocco di verve
in più alla serata. Ottima sezione ritmica e ottimo Piubelli alla chitarra,
puntuali le tastiere, il tutto arricchito dal violino di Andrea Bassato (ex
Orme), in veste di "tappabuchi" di lusso. La scaletta era piuttosto
impegnativa, nonché significativa per quanto concerne la produzione
marillioniana, vecchia e più recente. Misplaced
Childhood, concept album storico del 1985, che lanciò Fish e compagni
definitivamente nel firmamento del rock progressivo mondiale, è stato eseguito
pressoché nella sua interezza dalla band veronese, accompagnato da un lungo
applauso finale. E per proseguire con l'era del "pescione", abbiamo
ascoltato brani che i Marillion attuali di certo non eseguono più dal vivo. Mi
riferisco a Clutching At Straws,
album del 1987 da cui Zampieri e soci ci hanno fatto ascoltare la prima parte,
quella che va da Hotel Hobbies fino a Warm Wet Circles. Apprezzamenti finali da
un pubblico già coinvolto appieno. Dieci minuti dieci di pausa e ritorno in
scena con la parte senza dubbio più complicata, rappresentata dall'esecuzione,
per intero, del capolavoro Brave del 1994. Siamo in era Hogarth e nell'era
della svolta musicale dei Marillion, anche qui la band veronese ne esce alla
grande con Zampieri sempre più calato nella parte, assecondato da Piubelli e
Bassato e dal resto della band. Il tempo scorre piacevole, ma sancisce
inesorabilmente che ci stiamo avviando alla fine. Il pubblico in sala non se ne
vuole andare e "costringe" la band all'esecuzione di altri due
splendidi brani: Sugar Mice e Easter, con due eccellenti assoli di
violino di Bassato. Applausi finali meritati per tutti e lunga vita alla prog
music.
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