Hello,
Pasqua come Natale è un momento di riflessione interna, un
momento dedicato alle persone care, sia famigliari che amici.
Spesso alcuni amici diventano famigliari, e quando non ci
sono più… in quei giorni la loro assenza diventa più forte...
Per augurarvi una "Pasqua di Pace" ho scelto questo
bellissimo articolo dello scrittore/poeta, Michele Caccamo, in ricordo di
Francesco e Rodolfo… dedicato a tutti quelli che non smettono di sognare, di
commuoversi, e nello stesso tempo di essere felici di ricordare chi ci ha
lasciato.
Un pensiero va anche a Alessandro Taulino, Francesco Gallo e
Riccardo Cartocci.
Un abbraccio a tutti.
WK
Francesco Di Giacomo e
Rodolfo Maltese o della nuova Teologia
di Michele Caccamo
A volte gli Angeli
hanno bisogno di una diversa voce sentimentale, non solo di un’ugola capace di appassionarsi a un’estensione ma anche di un ruolo
musicale da contrapporre allo sbaglio del caos: loro lo sanno che per la
conversione incide di più una musica
elevata che non i residuati brandelli della teologia.
È per questo che gli
Angeli, a volte, cambiano le intonazioni degli uomini, alzandone le frequenze
oltre il limite dei suoni. È un lavoro su ordinazione, e per quanto ne sappiamo
svolto per raggiungere un senso migliore.
A Francesco l’hanno portato via di soprassalto;
stava fischiettando e non pensava di essere un moribondo.
A Rodolfo gli hanno
lasciato tutto il tempo per tremare, riempiendolo alla fine di materia secca.
Ma Dio, che ha una sua
saggezza terribile, secondo noi da sterminatore, agisce per il primato della
Creazione. Così mai Francesco avrebbe creduto di essere amato per reazione da
Dio; mai Rodolfo avrebbe sospettato di ricevere nelle sue carni quel pericoloso
dono.
Francesco era un non
credente, un indispensabile comunista, e aveva l’onestà di non
pentirsi di essere terreno: diceva di non avere alcuna corrispondenza con
quello là. La sua realtà era talmente elevata da diventare
una vocazione.
Rodolfo aveva una fede
nuda e sapeva di appartenere a un cerchio vasto; non aveva nessuna inibizione a
parlare di Anima perché era un bisogno dei vivi, pur trovandola in una
lontananza assoluta rispetto all’uomo.
Francesco e Rodolfo
avevano la stessa quiete profonda nelle parole. Una disciplina nell’amore infinitamente minuziosa. Un
preciso suono, una nota alzata, erano sempre un viaggio al centro della vita. E
portavano maestosi e liberi i loro messaggi di resistenza sociale. Francesco
apriva la sua voce fin dove non ce la faceva nessuno, con un canto che era una
massa di sangue, perché voleva farci preoccupare della deriva pubblica e della
terribile perdizione in cui è stata infilata l’umanità. Rodolfo
chiedeva alle corde musicali di protestare, di lamentarsi, di schernire quei
fragili e comodi tappeti melodici.
Chi, come me, li ha
frequentati non perderà mai neanche una loro riflessione: sulla vita, la
tristezza, l’amicizia, la società, il piacere. Loro erano due Uomini
al servizio dell’intelletto.
Adesso sono di nuovo
insieme per un altro inizio: da eremiti liberi. Non aspettano più gli uomini,
hanno iniziato le nuove esercitazioni nell’armonia celeste, e si lasciano baciare dai sacramenti del silenzioso
infinito: due sposi vergini.
Dopo penseranno come
riprendere a suonare, a non farci mancare la purissima bellezza nel cuore.
La loro morte è una
pausa. Eccoli, in luce.
Michele Caccamo
Poeta drammaturgo e
scrittore. Pubblicato e tradotto all'estero, conosciuto nel mondo arabo come il
Poeta della fratellanza: per la sua attenzione all'integrazione e il suo
impegno letterario nell'incontro tra popoli e religioni. È anche autore di
testi di canzoni. Ha pubblicato finora sedici volumi di narrativa e poesia.
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