di Andrea Zappaterra
Il Paradiso degli Orchi, giovane band di Brescia attiva
dal 2010, ispirandosi al libro omonimo di Flavio Emer ha creato questo bell’album, Il
Corponauta, coniugando varie atmosfere sotto la
supervisione di Fabio
Zuffanti, produttore e musicista che, affascinato dal
progetto, ha contribuito alla sua realizzazione.
Flavio Emer (purtroppo mancato nel
2015) era nato con la distrofia muscolare ma, grazie a un computer chiamato Obi-Wan Kenobi, era riuscito a
trasformare la sua disabilità in comunicazione.
La sua capacità di vivere la
fantasia, in un’infermità fisica ma non mentale, lo aveva portato non solo a
scrivere libri ma anche a collaborare con il Corriere della Sera.
“Il Corponauta” racconta
(secondo le parole del suo autore) “…la storia
di un pensiero che scende da un altro pianeta ed entra in un corpo, come un
giornalista, e lì scoprirà che, nonostante lo spirito voglia andarsene lontano
dai limiti, alla fine avrà bisogno di questo sgangherato corpo per poter
produrre qualcosa che si possa trasmettere alle altre persone.”
Il gruppo - formato da Sven Jorgensen alla voce, Andrea Corti al basso, Stefano Corti alle percussioni, Michele Sambrici alle chitarre e voce, Andrea Calzoni al sax e flauto, Marco Degiacomi alla batteria e voce -,
ha saputo cogliere l’occasione di sviluppare il tema della disabilità in testi
molto significativi, con accordi freschi e genuini che hanno il pregio di
staccarsi dagli stereotipi musicali, creando un genere proprio, ma di sicura
efficacia. Canzoni semplici ma dirette, cantate senza fronzoli o effetti
altisonanti che lasciano il giusto spazio al testo e alla riflessione. La
preparazione e la tecnica musicale emergono comunque tra i vari fraseggi
lasciando intravedere le potenzialità indiscusse del gruppo ma senza eccedere, un
gioco di squadra il loro, degno delle grandi band, dove tutti contribuiscono al
raggiungimento dell’obbiettivo.
Molto significativo il brano che
da il titolo all’album, “Il Corponauta“, che con una dissonanza
costituita da tempi apparentemente slegati tra loro fornisce efficacemente l’idea
del movimento dinoccolato di una persona con difficoltà motorie.
Brani d’atmosfera i dolcissimi “Silenzi”
e “Pioggia”,
altri travolgenti e coinvolgenti, come “Il
mondo dei pensieri”, “Specchio” (tema caro a Zuffanti), “Addio
al corpo”, “Il Gran Finale”altri che rievocano sonorità latine, come
“Volare via”, o vere e proprie tiratissime suite in chiave Prog/Rock, come “Il
volo” e ”Deserto”, che fanno di questo lavoro un ottimo esempio di
quanta originalità e vena creativa riesca a sviluppare il panorama musicale italiano
di un certo tipo, spesso non illuminato dai riflettori, ma più vivo e vegeto
che mai!
“Il Corponauta” è stato
presentato e messo in vendita in anteprima il 1° Aprile, durante la Z- Fest organizzata da Fabio
Zuffanti presso il Legend Club di Milano, con meritato successo di pubblico e
di critica.
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