Ci lasciava il 2 giugno 1981 Rino Gaetano...
Autore di canzoni graffianti e
appassionate, paladino del Sud e degli sfruttati, denuncia sociale celata
dietro l'ironia, nemico giurato di tutti i politici, Rino Gaetano è uno dei
songwriter di culto della scena italiana. Ha cantato un'Italia grottesca negli
anni della tensione e delle P38.
Dopo la sua morte, le sue canzoni sono
state riscoperte negli anni e saccheggiate senza ritegno.
Per Non dimenticare
Wazza
Morto a soli 31 anni, dopo un
incidente stradale a Roma, il 2 giugno 1981: la Volvo 342 di Rino sbandò
finendo contromano dall’altra parte della strada. In quel momento arrivava un
camion in senso opposto: l’impatto fu violentissimo.
Rino era ferito gravemente al cranio e
al torace e l’ambulanza provò a portarlo in ospedale, ma ben cinque ospedali
romani lo rifiutarono.
Quando arrivò al Gemelli di Roma,
un’ora dopo, era ormai troppo tardi.
Un testo scritto da Rino Gaetano agli
inizi del 1970, La ballata di Renzo, nel 1981 rivelerà la sua tragica profezia.
Infatti, come Renzo, 'protagonista' dei suoi versi, anche Rino perderà la vita a causa la mancanza di un posto
letto nei cinque ospedali cui era stato chiesto il suo ricovero d'urgenza.
LA BALLATA DI
RENZO
Quel giorno Renzo uscì,
andò lungo quella strada
quando un’auto veloce lo investì.
Quell’uomo lo aiutò e Renzo allora
partì
per un ospedale che lo curasse,
per guarir.
La strada molto lunga
s’andò al san Camillo
e lì non lo vollero per l’orario.
La strada tutta scura
s’andò al san Giovanni
e lì non lo accettarono per lo
sciopero.
Con l’alba,
le prime luci
s’andò al Policlinico
ma lo respinsero perché mancava il
vice Capo.
In alto,
c’era il sole
si disse che Renzo era morto
ma neanche al cimitero c’era posto.
Quando Renzo morì, io ero al bar
bevevo un caffè
Quando Renzo morì, io ero al bar,
al bar con gli amici
Quando Renzo morì, io ero al bar.
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