QUINTETTO
ESPOSTO- Al Pianterreno
di
Valter Monteleone
Nel panorama musicale internazionale accade che si possa ascoltare
della buona musica italiana, certo quella d’autore, quella che nella
fattispecie incontra i gusti particolari, spesso definiti di nicchia, che poi
tali non sono perché la musica, se è composta con un briciolo di passione,
sacrificio e creatività, è comunque una linfa di vita rivolta a tutti. Tra
l’altro sentendo musica ci si isola un pò dalla realtà, per sognare, per
immaginare, per provare emozioni o per seguire le gesta dei personaggi presenti
nelle liriche.
Il mio approccio con la musica d’autore italiana trova un buon
riscontro con “Al pianterreno”, gradevole
raccolta di inediti del gruppo bresciano QUINTETTO ESPOSTO, che dal 2011 propone la sua
musica nell’attuale formazione, con Matteo
Caragioli - voce, Edoardo Baroni
- chitarra e balalaika, Luca Capoferri
- piano e fisarmonica, Federico
Bianchetti - basso e Nicola Romano
- batteria e percussioni.
Dopo la pubblicazione del primo lavoro, “Naufraghi”, sotto l’etichetta VideoRadio di Beppe Aleo, e dopo numerosi
concerti tra Brescia, Bergamo e Milano, QUINTETTO ESPOSTO approda a questo
nuovo album, la cui tracklist comprende dieci brani, fra questi Gitana, La Ballata Del Naufragio e Per
Elizabeth, ripresi dal primo.
Durante i ripetuti ascolti dell’album si ha la sensazione di
partecipare a un viaggio ideale, quasi sempre in notturna, su un mare che
ispira continue ricerche di avventure, spaziando tra i ricordi che assalgono la
mente della voce narrante di Caragioli, piacevole connubio tra canto e prosa,
voce da una timbrica davvero particolare.
Il gruppo dimostra nei suoi testi un’eccellente creatività, frutto
di un bilanciato compromesso tra musica di variegata estrazione (riferimenti al
jazz e al rock sono sempre presenti) e prosa, quest’ultima sempre molto
convincente. I testi sono riportati con garbo, ma soprattutto sono interpretati
con passione; tale risultato è merito di un buon affiatamento tra i musici.
Gitana
Un’ambientazione notturna, ricca di oscuri colori e contrastata
solo dal chiarore della luce lunare, sembra essere la prima scena di una
commedia rappresentata sul palcoscenico di un immaginario teatro all’aperto. La
danzatrice gitana non concederà il suo ballo a chi ne descrive le movenze,
abbandonerà la scena nell’oscurità
mentre in lontananza si osservano i bagliori iniziali di una festa. Ciò che si
percepisce è il contrasto d’immagini ma soprattutto l’alternarsi di messaggi
musicali molto variegati. Se si aggiunge il declamare dei versi in musica,
grazie a una voce convincente sia per timbrica sia per interpretazione, allora il mixing risulta davvero gradevole.
Si raggiunge così, anche con un testo in madre lingua italiana, un buon livello
d’immaginazione con il meritevole supporto della musica, tutta da ascoltare.
Corrida di mare
Descrizione in rime di uno scontro tra titani, pensatori e
telegiornali, in una ricerca continua di un sogno inviolabile. Sono i frammenti
del testo di questa “corrida di anime”, accompagnata da un’incalzante cavalcata
musicale che in qualche caso sovrasta la stessa declamazione dei versi.
Gradevole invece è l’intermezzo che emula un’atmosfera ispirata al flamenco,
arricchita soltanto dal battito delle mani.
Ballata del naufragio
Il veliero si schianta sugli scogli e il naufragio ne è la triste
conseguenza, tragica nel suo epilogo, descritta con dovizia di particolari,
accompagnata dalle urla del capitano che spinge gli occupanti del veliero
all’abbandono della nave. Quando tutto scompare nelle profonde acque, la
speranza di salvarsi si concretizza soltanto per chi racconta le gesta di un
tale evento. Musica in sintonia con l’ansia di rivedere l’alba su un mare che
ha seminato nella notte solo terrore.
La vecchia Betsie
E’ una ballad d’altri tempi, con spunti di vita di vecchi marinai,
ambientati in un’osteria del porto, in un quartiere malfamato.
Al pianterreno
Tranquillo inizio della traccia con poche note in un intro di
piano, chitarra e percussioni. Il testo racconta la visione del sonno di una donna,
ponendosi una serie di domande sui pensieri e sui sogni che sopraggiungono. Lo
assale il desiderio di proteggerla e di
andare via con lei verso altre mete.
Capri
Sembra che si approdi all’isola dopo un lungo viaggio, a tempo di
beguine, evocando mulini a vento e immaginari combattimenti con i draghi. Il
viaggio in mare continua tra difficoltà e paure. Musica in crescendo nel
finale.
Notti di liquore
Il desiderio di avventura ritorna a galla, con la volontà di
rimanere nell’oscurità e ostinarsi a non ricercare la luce dell’alba. La notte
di liquore è un simbolo immerso in un sogno, navigando senza la vista della
terra, solo liquori, aria, mare e cielo.
Per Elizabeth
Diario di bordo in veste di buoni propositi tutti dedicati a
Elizabeth, conditi di speranze, ebbri pensieri, rapimenti di neri sguardi,
brindando alla nostalgia e a una notte senza fine. Un testo bellissimo che
trasporta chi ascolta (rigorosamente in cuffia) in una realtà che si tocca con
mano.
E veniamo alla musica: le gradevoli contaminazioni jazzistiche non
mancano, ottima costante presenza della sezione ritmica bass & drums,
dialoghi ben curati tra “lead piano & guitar”, infine una timbrica della
voce davvero eccellente!
“Per Elizabeth” avrebbe
meritato la title track di un album tutto per lei, ma questa è un’altra storia
…
Chiamata
alle arti
E’ un invito a salvare il mondo rivolto ai prodi, poeti, utopisti
e banditi, menestrelli muniti di pergamene e calamai, violoncellisti, suonatori
di arpa, armati anche di una storia a
lieto fine. Quel che manca loro è la vergogna! C’é una grande festa
all’orizzonte con nuovi colori sullo sfondo, si corteggiano anche le stelle ma
soprattutto si convocano le arti e tutto ciò che è più sublime. Il brano
rappresenta l’essenza di un piacevole testo che ti accompagna in un viaggio; un
percorso fluente per la presenza di una variegata schiera di artisti, rivolto
agli artefici di un ben sperato cambiamento dello stato attuale delle cose.
Sipario
Varie sensazioni conducono al mancato invito della morte al suo
passaggio. Le emozioni di un sogno conducono verso un mistico viaggio tra pazzi
e perversi, tra ragionamenti ingombranti e gare a comando. Un sipario che si
chiude tra abbracci e risate con la ferrea volontà di non ascoltare il canto di
Morfeo.
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