CHILDHOOD'S DREAM + PERFECT PAIR live at Club Il Giardino 24/04/2015
Serata cover dedicata alle band locali quella andata in scena
Venerdì 24 Aprile al Club Il Giardino. Non siamo in tantissimi ed é un peccato, vista la qualità
di quello che si é sentito, ma gli applausi sono scrosciati a lungo e i
presenti hanno avuto ragione nell'esserci. Nell'ambito della quarta serata del
Prog Festival, per primi si sono esibiti i Childhood's Dream, che per l'occasione hanno
eseguito, nel loro set, esclusivamente musica dei Marillion. Nella classica formazione a cinque elementi: Massimo Piubelli (Methodica -
Rosenkreutz) alla chitarra, Antonio
Zuffolato (tastiere), Franco
Zampieri (voce e piano), Lorenzo
Manfro (basso) e Alessandro Zardini
(batteria) si sono cimentati, con dovizia di particolari, nell'esecuzione
pressoché intera del concept Misplaced
Childhood del 1985 (dell’era Fish) e nella bella e articolata This Strange Engine dall'album omonimo (dell’era
Hogarth).
Applausi finali meritati per il quintetto che ha fatto
davvero una bella impressione. Ma la vera chicca della serata erano i Perfect Pair,
trio formatosi per caso da musicisti di varie estrazioni con l'intento di
rivisitare, é il caso di dirlo, vista la scarsità di strumenti presenti sul
palco, il progressive degli anni d'oro. David
Cremoni (Mooongarden) alla chitarra, Sbibu
(percussioni), musicista raffinato e molto conosciuto che suona scalzo e
rannicchiato in terra e Guillermo
Gonzales (voce ed effetti), ci hanno portato alla scoperta di un nuovo modo
di reinterpretare brani storici superando di gran lunga le aspettative e
divertendo, divertendosi, il pubblico in sala. Si sono potuti via via ascoltare
brani come Lucky Man degli ELP, una
lunga e doverosa parentesi Crimson, con Epitaph,
In The Court Of The Crimson King, Starless, Three a Perfect
Pair e perfino Red, con
evoluzioni stilistiche del duo Cremoni/Sbibu di notevole fattura. Non é mancato
un omaggio a i due Steve del pro Mondiale (Howe e Hackett). Un accenno
prolungato di Thick As A Brick e Aqualung dei Jethro Tull. Molto bravo
anche Gonzales con la sua voce effettata. Per complicarsi la vita, in senso
buono, il trio ha pensato bene di cimentarsi in un brano da Free Hand dei Gentle Giant. Dopo un
sentito battimani in sala c'é stata la kermesse finale con tutti in scena,
improvvisando Us And Them e Wish You Were Here dei Floyd e A Salty Dog degli Harum. Una piacevole
serata, ma quando la musica é buona e gli interpreti sono all'altezza é … quasi
facile.
Lunghi applausi finali nel locale di Lugagnano, sempre predisposto
per situazioni di questo genere.
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