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mercoledì 7 giugno 2017

Intervista ad Arthur Brown, di Mickey E.Vil


Intervista ad Arthur Brown
di Mickey E.Vil
(The Mugshots, Radio Onda D'Urto FM)

75 anni, l'età giusta per dare lezioni di stile a musicisti giovani e meno giovani. Qual è il succo della lezione? Avere una band impeccabile – in questo caso di giovani musicisti – e credere in quello che si fa, con l'obbligo di DIVERTIRSI mentre lo si fa. D'altra parte gli antichi greci seguaci di Aiòn continuano a ricordarci che è solo l'attimo eterno che conta, al di là di ogni anagrafica e burocratica visione del presunto scorrere del tempo, a meno che non si voglia diventare “prigionieri del tempo” (Time Captives), come nello storico brano dei Kingdom Come che a Erba, il 26 maggio 2017, ha fatto sognare e viaggiare in coloratissime dimensioni parallele i presenti. Dopo il concerto Arthur ha concesso a me e all'inossidabile Stefano Cerati (Fire, Rock Hard) un'udienza che per rispetto ho voluto limitare data la tarda ora, anche se Arthur sembrava molto più in forma del sottoscritto alla fine di un concerto. Giusto un paio di chiacchiere anche per lasciare spazio al mio storico collega intervistatore, parleremo ancora con Arthur Brown in occasione dell'uscita del nuovo lavoro.

Come ci si sente ad essere l'unico Dio del Fuoco Infernale nel 2017? Che differenze trovi rispetto ad allora?

Beh, da un lato prendi la canzone Fire: oggi molte persone la conoscono, per loro è “fiiiire – ta-ta-ta”, ma quando uscimmo con le fiamme e il make-up... oh, no... non era quello che la gente si aspettava, dunque fu molto scioccante e qualcuno divenne molto violento! Una volta mi ricordo di un tizio che salì sul palco con una grossa ascia mentre la mia testa era in fiamme...! Ora naturalmente la puoi sentire nei supermarket! Questa è una differenza; l'altra differenza è che quella musica in quei giorni introdusse l'aspetto teatrale, il suono d'organo e via dicendo, ed era qualcosa di davvero nuovo. Oggi tutto questo cambia e si muove invece in diversi mercati che abbiamo inflenzato: lo Shock Rock, il Rock Teatrale, il Progressive Rock, il Jazz Rock... ce ne saranno una decina e sono tutti generi diversi! Allora, quando iniziai, faceva parte di un unico genere e questa è una differenza! Il suono è diverso, oggi coi suoni puoi fare molto di più. Purtroppo ancora non fanno locali fatti per dei buoni suoni: è ancora una battaglia ottenere buoni suoni! Ecco alcune delle differenze...

Allora eri in contatto con Screaming Lord Sutch?

Ho incontrato Lord Sutch nel 1968; Kit Lambert, che era il mio discografico e manager, amava Lord Sutch e disse: “Dovreste incontrarvi!”... quindi ci incontrammo sopra un bus a due piani, ce ne andammo in giro per Londra e avemmo una lunga conversazione!

Stai pianificando di registrare qualcosa, sia col Crazy World Of Arthur Brown che con i Victor Peraino's Kingdome Come?

Beh, Victor può registrare con... dunque, Victor era parte degli Arthur Brown's Kingdome Come! Gli ho detto: “Non sto usando il nome, puoi usarlo tu!”... ma se suoniamo insieme, se andiamo in tour, non potrà chiamarsi Victor Peraino's Kingdome Come! Se invece è lui a suonare, va bene il suo nome!

... perchè l'ultimo album è uscito come “featuring Arthur Brown”...

Non doveva uscire in quel modo!

Ok, questa è una bella news che dobbiamo diffondere...

(ride, n.d.M.)... comunque io e Victor andiamo molto d'accordo! Al momento ci stiamo concentrando sulla ristampa del disco Fire...

Con questa incredibile band di giovani musicisti?

Questa band e una band americana... poi sta per uscire un film sulla mia carriera e via dicendo...

Ho visto la promozione di Alice Cooper!

Sì, sarà un grande film! E la colonna sonora sarà il disco nuovo, dovrebbe essere pronto nel giro di un anno e mezzo!

Che consigli daresti a giovani band che vogliono seguire i tuoi passi, essere così teatrali e così via in questi tempi difficili?

Non fatevi arrestare troppo spesso! Il fatto è questo: all'epoca io presi quello che c'era in giro e feci quello che volevo, dovrete farlo anche voi. Se invece provi a copiare, sei qualcosa d'altro: sei una tribute band e va bene così! Ma se volete avere una lunga carriera e volete suonare musica in giro, dovrete ascoltare, imparare e fare uscire il tutto! Non badate a quello che le persone dicono, fatelo se vi piace farlo! Se continuerete a farlo, prima o poi qualcosa succederà...

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