C’è stato un tempo,
quando ancora non esistevano i "talent", in cui i gruppi dovevano
fare la "gavetta", aprendo i concerti di artisti stranieri o
italiani, molto blasonati.
È quello che successe
alla Premiata Forneria Marconi quando,
nel 1971, introdusse i concerti di un gruppo considerato una icona del
rock mondiale, i Deep Purple.
Nelle righe a seguire Franz
di Cioccio racconta le "paure" del manager Sanavio, titubante
nell’utilizzare un gruppo di giovani sconosciuti come “spalla” per la grande band inglese, nella serata
di Bologna.
Poi si sa come è
andata a finire!
Di tutto un Pop
Wazza
PREMIATA FORNERIA MARCONI 1971
PREMIATA
FORNERIA MARCONI
Bologna
1971 - Supporter ai Deep Purple
Anche fare da
supporter ai gruppi stranieri fu una novità: non c'era nessuna tradizione in
Italia. Cominciarono con i Procol Harum, poi ci furono gli Yes. Dopo queste
prime esperienze da vere e proprie cavie musicali, il ruolo del supporter
cominciò a delinearsi con più precisione anche nella colonia italiana.
Naturalmente bisognava avere caratteristiche artistiche di provata autenticità,
ma soprattutto bisognava distinguersi per faccia tosta. Forse la dote più
richiesta era una attitudine gladiatoria, perché sul palco allora non si sapeva
mai come poteva andare a finire. Il progressivo entusiasmo del pubblico, che
attendeva con ansia la star della serata, poteva anche sfuggire di mano a chi
organizzava i concerti.
E in questi casi al
pubblico potevano sfuggire dalle mani lattine e gelati, quando andava bene,
altrimenti sanpietrini - grandi protagonisti degli scambi di opinione nei
surriscaldati anni '70.
Una bella scuola non
c’è che dire. Erano tempi vitali, ma duri. Chi apriva lo spettacolo poteva
ritenersi fortunato se riusciva a non farsi fischiare dal pubblico e a portare
a casa sani e salvi gli strumenti. Fu in questo clima decisamente burrascoso
che la PFM approdò a una delle svolte cruciali della carriera: il concerto con i
Deep Purple che si svolse a Bologna nel '71.
Racconta Franz Di Cioccio…
C'erano diecimila persone in spasmodica attesa del grande gruppo di hard rock e noi eravamo lì ad aspettare che qualcuno ci presentasse. Ma il promoter della serata, Francesco Sanavio, di fronte a tanta calca, non sapeva che pesci prendere e, preoccupatissimo, ricadeva nella sua parlata originaria. "Io non esco ad annunciarve, ciò" diceva. "Prima dei Purple!... Con quel nome ridicolo! Cosa digo ciò, ecco la Premiata Forneria Marconi? Prima dei Deep Purple... Me masano, ciò... io non esco. Andate fori così, i’é afari vostri."
Non ci fu nulla da
fare e così un tecnico di buon cuore si addossò la responsabilità di
annunciarci in modo assolutamente casuale, mentre stava provando i livelli dei
microfoni. Il nostro nome, ancora sconosciuto e assolutamente assurdo per
l’epoca, risuonò come una sfida per il pubblico che si era riunito ad attendere
Ian Gillan, Ritchie Blackmore e compagni già dal pomeriggio. Ma noi, convinti
di avere tra le mani una grande occasione - era il primo concerto italiano di
un mito consolidato del rock mondiale - sfoderammo tutta la grinta di cui
eravamo capaci e salimmo come se niente fosse sul palco. Eravamo al buio,
perché nessuno si era preso la briga di accendere le luci.
Ci sbrigammo e in
pochi attimi le note di "21th Century schizoid man" dei King Crimson
esplosero dagli amplificatori avvolgendo la platea in un vortice di suoni che
lasciò tutti senza fiato. Dopo qualche minuto di perplessità tutto filò liscio,
tanto che parecchia gente incominciò a chiedersi quale fosse mai quella nuova e
sconosciuta band inglese che stava aprendo con tanta maestria la serata. Queste
voci giunsero naturalmente a Sanavio che, finalmente rincuorato, alla fine
della nostra performance salì sul palco e sfoderò un tono soddisfatto da
guascone. "Questi sono la Premiata Forneria Marconi" disse al
microfono "sentirete ancora parlare di loro. "Fu buon profeta e
quando diventammo famosi non dimenticammo quel memorabile debutto al buio.
Così, ben consapevoli che quando sei alle prime armi le occasioni e gli spazi
per poterti esibire non bastano mai, siamo sempre stati inclini ad una certa
filantropia nei confronti degli artisti emergenti.
Tra i tanti artisti
che in seguito aprirono i concerti italiani della Premiata Forneria Marconi ci
sono stati: Finardi, Branduardi, Arti e Mestieri, Acqua Fragile, Fortis e
perfino un giovanissimo Roberto Benigni, che si esibì in una serata a Grosseto.
L’unica cosa che i nostri amici raccomandavano ai loro supporter era questa:
"Dovete cavarvela da soli. Noi vi diamo lo spazio ma il resto dovete farlo
voi.
1971 - 28 maggio - Roma - Deep Purple in concerto Palazzo dello Sport
PREMIATA FORNERIA MARCONI 1971
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