Osvaldo Ardenghi – “Leggero Vento” (2018)
International
Record Distribution
Di Fabio Rossi
Leggero Vento,
registrato presso gli studi Auditoria Records di Fino Mornasco (Como) e
co-prodotto da Simonetta Trognoni, è il quarto album solista di Osvaldo Ardenghi, musicista e comico bergamasco.
Il disco è una piacevole sorpresa e rappresenta una svolta artistica per l’autore
poiché vira decisamente verso il rhythm & blues, distanziandosi dal tipico
andamento rock che ha contraddistinto le sue precedenti composizioni.
Come
egli stesso afferma: “E’ un disco lontano dai miei usuali canoni rock, ma comunque
fortemente intriso di blues e, per la prima volta, realizzato con l’ausilio di
una sezione fiati (un sogno che cullavo da molto tempo - confidenza fatta
all’autore della presente recensione). Sono dieci canzoni molto diverse per
contenuti e ispirazione, ma riflettono pienamente una vasta parte del mio
background musicale. C’è rhythm & blues, swing, qualche profumo reggae e
perfino qualche tentazione funky, una varietà di colori resi possibili grazie
agli straordinari musicisti che hanno partecipato al progetto. Non era il caso
che io aggiungessi alcunché, per cui, per la prima volta ho scelto di
concentrarmi esclusivamente su un’interpretazione vocale che fosse degna di
cotanti illustri musicisti”.
La
presenza dei fiati, che campeggiano anche sulla cover come diademi su un
bellissimo volto femminile dallo sguardo malinconico, è senz’altro la qualità
più premiante di Leggero Vento che, in un certo senso, esprime una sorta di
ritorno alle origini per un musicista da sempre affascinato dal blues (ci tiene
a precisare che è grande ammiratore del compianto chitarrista irlandese Rory
Gallagher). I magistrali arrangiamenti sono stati curati dal Direttore
Artistico Roberto Martinelli (già con Giorgio Gaslini, Gino Paoli, Alberto
Fortis, Zucchero), Paolo Tomelleri (clarinetto), Marco Brioschi (tromba),
Alessio Nava (trombone), Maurizio Signorino (sassofoni), Piero Orsini (basso),
Emilio Foglio (chitarre), Valerio Baggio (tastiere), Filippo Acquaviva
(batteria) e Susanna Dubaz (cori). La musica proposta si manifesta corposa
nell’ambito di un songwriting di livello e possiede sfumature variegate
sconfinando in generi differenti. L’inconfondibile ugola di Osvaldo impreziosisce
un lavoro che, in alcuni frangenti, fa riferimento allo stile di illustri personaggi
del calibro di Giorgio Gaber ed Enzo Jannacci. Non è di certo un caso visto che
l’autore ha rivelato una spiccata propensione per la recitazione e per il
cabaret ed è approdato alla scuola di Jannacci con il quale, dal 1994, ha
collaborato in numerosi spettacoli teatrali e televisivi. Il disco, per la gioia di Ardenghi
che lo desiderava ardentemente, è stato presentato al Teatro Serassi di
Villa D'Almè in provincia di Bergamo.
Delle dieci godibili
tracce citiamo l’ottima opener Mi sento un po’ strano, la coinvolgente
title track, la ritmica reggae di Sì che lo sai, la malinconica Alla sera,
la
stravagante Bip (già realizzata precedentemente ma priva dei
fiati), Rio Dolce, dedicata al fiume avvelenato nello stato di
Minas Gerais in Brasile, e la conclusiva La musica, un atto d’amore nei
confronti di una delle forme d’arte più affascinanti.
Tracklist:
1 Mi sento un po’ strano
2 Leggero vento
3 Sì che lo sai
4 Morbidamente ruvido
5 Vieni balliamo
6 Alla sera
7 Quattro nere
8 Bip
9 Rio Dolce
10 La musica
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